Capitolo 29
Nils mi prende totalmente alla sprovvista abbandonandosi ad un bacio passionale qui di fronte a tutti ed io non ho le forze né per ricambiare, né per respingerlo quindi semplicemente sorrido sulle sue labbra. Ho notato la lacrima solitaria e ho notato la sua espressione quando ha stretto Vittorio e ora non posso più dubitare del fatto che un figlio può davvero migliorarti la vita, porgo le braccia a mio marito reclamando il bambino ma lui mi ignora totalmente continuando a sussurrare cose per me inaudibili a suo figlio. Gli altri ridono sotto i baffi per la situazione e io mi rassegno: alla fine io l'ho tenuto nove mesi, sono in netto vantaggio. Nils in più non ha potuto decidere neanche il suo nome in quanto non era a conoscenza del sesso ma questo non avrebbe modificato di molto le cose. Risiediamo nel palazzo italiano, il bimbo è italiano ed è il primo nella linea di successione adesso, dunque avrebbe obbligatoriamente o quasi portato un nome italiano cosa che mio fratello mi aveva imposto con molta gentilezza.
"Debby, lo porto nella sua stanza? O deve mangiare? Sta bene secondo te? No! Ha iniziato a piangere! Che devo fare?" Nils va subito in panico sotto il mio sguardo divertito e allungo nuovamente le braccia in cui Vittorio viene restituito, quindi lo allatto e lui si bea del mio latte caldo addormentandosi poco dopo.
"Dai, dormi anche tu, sarai stanchissima. Ci sto io con lui, non devi preoccuparti." Mi dice mio marito ed io annuisco lasciandoglielo di nuovo e osservando la scena premurosa in cui lui continua ad accarezzarlo e a sorridergli mentre le guardie gli aprono la porta.
Al mio risveglio dopo quattordici ore interrotte solo dall'allattamento, mi sento molto meglio ma, sensazioni o meno, devo comunque stare in piedi e vestirmi di tutto punto per presentare il bambino all' Italia e per fare le fotografie che verranno spedite ai nostri amici più cari.
Mi viene dato un tailleur celeste di Dolce&Gabbana che ha fatto salto mortali per farmelo indossare in questa occasione tanto importante e appena ho finito mi precipito nella stanza del bambino dove trovo già Nils in alta uniforme.
"Non hai dormito con me questa notte." Lo rimprovero subito.
"No, non credevo tu potessi sopportare altre presenze oltre Vittorio e poi ho dormito sul divano qui in stanza per tenerlo sotto controllo." E un sorriso nasce spontaneo sul mio volto.
"Nils, nessuno a parte il bambino deve dormire qui, ci sono le guardie apposta fuori."
"Lo so ma è ancora la prima notte e io sai non me la sentivo di lasciarlo qui da solo-" Interrompo il suo fiume di parole.
"Dai prendiamolo, Riccardo e Aurel ci aspettano già nella stanza antistante il balcone." Lo avviso ma mi precipito io verso la culla prendendolo in braccio e guardandolo subito travolta da affetto materno.
"Che capolavoro che abbiamo fatto." Nils mi circonda le spalle con un braccio.
"A proposito di dimostrazioni di affetto... perché mi hai baciata ieri?" Chiedo un po' incuriosita.
"Sai come sono fatto, l'istinto prevale sempre." Fa spallucce ma io capisco la potenza delle sue parole. Istinto significa che gli è venuto da dentro, che è stato qualcosa di super naturale, un'emozione che non poteva controllare e questo mi lusinga.
"Ah! Ecco il mio bel nipotino! Campioncino come va! Batti il pugno!" E Riccardo tocca delicatamente il pugnetto di Vittorio.
"Congratulazioni Debora, ieri non mi sono espressa molto ma quel miracolo mi ha lasciata mozzafiato." Mi dice Aurel che ha ancora un forte accento francese.
"Oh non preoccuparti Aurel, tra poco tocca anche a te!" Le sorrido e lei accarezza il suo ventre pieno.
"Potrei saltare la parte delle otto ore di travaglio?" E ridiamo tutti e quattro.
"Sua Maestà, la folla vi attende." Un segretario si inchina a mio fratello che fa strada per affacciarsi.
"Popolo d'Italia! Ieri ventisette aprile una grande gioia ha investito tutto il palazzo! Mia sorella, la Duchessa Maggiore D'Italia Anna Debora Costa e il Duca Maggiore Di Svezia Nils-Erik Engstrӧm hanno aggiunto un erede alla linea di successione italiana, il piccolo Vittorio Costa-Engstrӧm!" E Nils storce il naso quando Riccardo pronuncia prima il nostro cognome e poi il suo. La folla applaude e grida benedizioni e io sorrido affabile.
"Ma questa oltre ad essere una grande gioia per l'Italia, è anche una grande gioia di famiglia, per i due genitori ma anche per me personalmente! Non so quanti di voi nella folla possono comprendere la gioia di diventare madre o padre e io chiedo a chi capisce di pregare e benedire questo bambino, un altro membro a cui dovrete esprimere fedeltà. Non amo affiancare le buone notizie alle cattive ma purtroppo devo approfittare perché il tempo stringe mia cara e forte Italia. Gli austriaci premono sul fronte alpino e a breve istituirò una leva militare, a maglie molto larghe poiché il pericolo non è ancora imminente ma se saremo tempestivi e furbi presto la situazione sarà risolta. Buona domenica a tutti voi! Il Re sostenga l'Italia e l'Italia sostenga il Re!"
"Viva l'Italia! Viva il Re! Viva Vittorio!" Risponde la folla acclamando ancora mio figlio ma il mio cervello si è bloccato ad una sola idea. La nascita di mio figlio è stata associata all'inizio di una guerra. Perché di guerra si parla altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere alla leva ma solo all' esercito.
"RICCARDO! COS'È QUESTA COSA DEGLI AUSTRIACI? PERCHÈ IO NON NE SO NULLA?" Gli grido dietro infatti mentre lui scappa e i nostri coniugi tengono il passo preoccupati.
"Non te ne potevo parlare! Eri incinta! Era inutile farti agitare!"
"Ma ora non lo sono più, voglio sapere che cosa succede!"
"Hai solo diciotto anni, non capiresti."
"Non ci provare Ricky dimmi cosa succede e da quando va avanti." Lui si ferma e si volta.
"La guerra non è affare per femmine." Mi sibila velenoso avvicinandosi ma io poggio bellicosa la mia fronte sulla sua e lo guardo dritto negli occhi.
"La guerra non è affare di nessuno." Rispondo sicura.
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