41~ 600th Floor
«Ma che fine hanno fatto!» esclamò Calipso preoccupata. Li stavano cercando da dieci minuti su tutti i tetti di tutti i palazzi, ma non trovavano nessuno.
«Ho una strana sensazione» disse Piper «Jason é in pericolo»
«Tutti sono in pericolo, Piper!» ribatté Nico «Sono sull'Olimpo».
«Cosa?» chiese Gally
«Jason é stato abbastanza vicino alla morte e lo era fino a qualche secondo fa. Poi é stato usato un potere divino per addormentarlo e non farlo schiattare. Ma prima c'è stata un'altra ondata di potere»
«Sai tutte queste cose... Perché ha rischiato di morire?» chiese Brenda
«All'inizio é inquietante, poi ti abitui» disse Rachel dandole delle pacche sulla spalla.
L'olimpo era come sempre.
Tutto dorato con tutte le divinità minori che cazzeggiavano.
Raggiunsero il palazzo degli dei in poco tempo, Aris non fece neanche troppa fatica a trasportare Jason.
Quando entrarono, Diana divenne alta dodici metri come gli altri dodici dei presenti, tutti nella forma romana.
«Li ho recuperati padre» sbuffò la dea sedendosi sul suo trono.
«William Andrew Solace. Leonidas Valdez. Perseus Jackson» elencò Giove e ogni volta che sentivano il loro nome, si inchinavano.
«Siete qui perché per una volta vogliamo fare uno strappo alla regola» spiegò Plutone «Vi aiuteremo nella vostra missione».
«Il campo é in pericolo. Potete scegliere tra tre opzioni» s'intromise Nettuno.
«Tornare ai Campi e abbandonare qui questi mortali, lasciandoli al loro destino.
Andare solo voi quattro ai confini del campo e farci abbattere le armate di Wicked, portando i vostri tre nuovi amici nel vostro mondo.
Distruggere Wicked una volta per tutte non potendo più lasciare questo mondo o tornare a uno dei due campi» concluse Giove.
«Non dovete scegliere adesso. Avete cinque minuti» Apollo tenne gli occhi solo su Will mentre parlava.
Si girarono per guardarsi tutti negli occhi, i tre mortali sorridevano tristi. «La scelta é ovvia» disse Newt, ma Percy scosse la testa «Se vi portiamo con noi, rischiate di morire. E voi non avete un altro universo dove andare».
«Percy...» sospirò Thomas.
«Io proverei l'ultima» Disse Will «Il nostro mondo può farcela senza di noi»
I due Semidei annuirono, «Voi tornate a casa e noi combattiamo. Non si discute»
«Non si discute sul fatto che voi dovete tornare a vostro mondo. Ragazzi ce la siamo cavata per anni e continueremo a farlo. Andiamo lì, attraversate i confini di questo campo e salutatemi qualcuno» disse Newt.
Aveva un sorriso triste, ma deciso, esattamente come Aris e Thomas.
«Tempo scaduto. La vostra decisione?» chiese Giove.
«Andremo al campo. Combatteremo. Torneremo a casa. E lo faremo tutti.» disse una flebile voce dalla spalla di Thomas.
Jason non sembrava del tutto cosciente ma prese la decisione senza esitazioni. I suoi parenti Semidivini sorrisero trionfanti ai genitori romani.
«Non é tra le vostre possibilità» gli fece notare Plutone
«Ma é una loro scelta» disse una voce femminile alle loro spalle.
Era palesemente una dea minore, dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi. «Libertas, non mi sembrava di averti fatto chiamare» disse infastidito Giove.
Libertas alzò un sopracciglio «Mio signore, sono la personificazione della libertà. Non ho bisogno di essere convocata»
Giove arrossí mentre Apollo e Marte ridacchiavano della figura appena fatta dal padre. Diana si limitò ad alzare gli occhi al cielo, ormai abituata alla sua stupidità e Vulcano alzò un sopracciglio.
Libertas continuò «Questa scelta é stata presa da loro, sfidando voi, i grandi dei dell'Olimpo. Faranno quello che tuo figlio ha ordinato e ci penserò io a tirarvi le orecchie se deciderete di fermarli».
Giunone e Minerva sorrisero «Conta su di me, amica mia!» esclamò la dea del matrimonio.
Libertas sorrise trionfante e Giove borbottò qualcosa che sembrava un invito a lasciare tutti la sala.
Prima che se ne andassero, Plutone chiamò «Newton». Newt si girò «Alby e Teresa sono nell'Elisio». Gli occhi di Newt si inumidirono, ringraziò con un cenno del capo e se ne andarono.
Quando i semidei furono spariti dalle loro viste, Diana vide il viso preoccupato di suo fratello. Gli mise un dito sotto il mento alzandogli lo sguardo e facendo incrociare l'argento con l'azzurro.
«Sono abbastanza forti da farcela. Avevo addormentato Jason per non fargli sforzare il cervello e lui si è risvegliato lo stesso»
«Jason é nostro fratello. Will é mio figlio. Ha geneticamente meno potenza di lui» ribatté Apollo, ma Diana sorrise «Quando é nato ne aveva di meno, ma crescendo e combattendo é arrivato alla stessa potenza che aveva Jason quando nacque. Jason sarà sempre geneticamente più forte, ma Will, col sudore della fronte, gli sarà alle calcagna. Sono sicura che se avessi addormentato lui, si sarebbe svegliato comunque».
Apollo annuí, anche se non ne era per niente convinto.
«Tu dovresti riposarti» disse Will nell'ascensore sentendo il polso di Jason.
«C'ho provato, ma riuscivo a sentire tutto»
«Come hai fatto a liberarti dal potere di Diana?» chiese Percy portandogli un braccio dietro il suo collo, per aiutare Thomas.
«Libertas. Mi ha aiutato lei. Mi ha detto che avrei saputo fare la scelta giusta e che avrebbe impedito a tutti di fulminarci»
Aris, Thomas e Newt erano ancora in trance. Cioè avevano appena incontrato degli dei. «Cos'é l'Elisio?» chiese il ragazzo dai capelli biondo cenere. Percy sorrise «Un posto meraviglioso, dove vanno le anime di tutti gli eroi, dei coraggiosi, dei puri di cuore. Sai quando si dice “É in un posto migliore”? Elisio».
Newt fece un debole sorriso.
L'ascensore si fermò al 102esimo piano e uscirono tutti all'aria aperta guardando il panorama di fuoco ed esplosioni sotto di loro.
Will cominciò a mantenersi la testa e a gemere «Con calma» sussurrò.
«Che succede?» gli chiese Leo preoccupato. «Niente però tutte le comunicazioni che ci hanno mandato mentre eravamo sull'Olimpo stanno venendo tutte insieme» stette fermò qualche secondo, poi premette il pulsante del microfono del suo auricolare «Siamo vivi, eravamo sull'Olimpo. Venite a prenderci».
Nico voleva urlare al suo ragazzo di non permettersi mai più di sparire in quel modo, ma vide come Jason non riuscisse neanche a stare in piedi e ingoiò la sua cazziata.
«Accelera il più possibile, dobbiamo assolutamente raggiungere New York. I confini del campo stanno per essere attaccati e se non li salviamo dobbiamo dire addio a casa nostra» disse Will correndo verso i comandi e parlare a Hazel.
«Basterebbe ucciderci» ci pensò Leo a rovinare la sua frase a effetto drammatico.
«Vaffancaspio, Leo» fu la risposta del biondo «Morire non é così bello»
«E lo dici a me?»
«Taci, Valdez»
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