38~ Water
Ho preso sette e mezzo a matematica. Voglio una statua. Ora. A domani non ci arrivo comunque... VINCONO QUELLI CHE AVEVANO DETTO DI NO! (Cioè io datemi la statua)
Un getto d'acqua fredda gli fece aprire di colpo gli occhi.
Si ritrovò su un lettino tipo quello dei dentisti, con i polsi e le caviglie legati.
Non sentiva più il familiare fastidio che dava l'auricolare, quindi non poteva contattare nessuno. I capelli bagnati erano tirati indietro, la maglietta era fredda a contatto con la pelle e la faccia gocciolava.
«Buongiorno raggio di sole» salutò una ragazza bionda e con una faccia identica a un topo.
Non ebbe neanche il tempo di dire una cattiveria, che lei gli infilò un ago nella parte interna scoperta dell'avambraccio.
Era solo una piccola puntura, ma cominciò a fare male quando tirò via il sangue.
Gemette facendola sorridere.
Si, era proprio sadica.
Portò il sangue al microscopio «Non posso vendicarmi direttamente su Thomas» disse «Ma anche tu sei la causa della morte dei miei»
«Sarò volentieri la causa della tua di morte» sibilò
Lei sorrise «Sei così tenero quando cerchi di fare il duro»
Non seppe che dire. Tenero? Quello era Nico.
«Come sospettavo» disse guardandolo «La cura é nel tuo sangue. Come disse il saggio: sarò volentieri la causa della tua di morte». Fece chiamare degli scienziati che portarono un macchinario pieno di fili, collegati a un contenitore trasparente.
Attaccarono a ogni filo un ago e lo infilarono con violenza su tutta la superficie degli avambracci.
Urlò.
Uno degli scienziati lo infilò con molta delicatezza, più di quella che ci sarebbe voluta normalmente.
Newt l'avrebbe riconosciuto ovunque: un ragazzo con i capelli tra il castano e il biondo e gli occhi verdi.
Accesero il macchinario e cominciarono a tirargli via il sangue.
Il respiro si accorciò, non riusciva a tenere gli occhi completamente aperti, teneva la bocca socchiusa per cercare di respirare meglio.
Allison gli si avvicinò e spinse dolcemente il busto sulla sedia, costringendolo a rilassarlo.
«Andrà tutto bene» gli sorrise «Ti dissangueremo lentamente»
«A me non sembra molto lento» disse in un sussurro
«Be' dovevamo andare prima velocemente per farti stare un po' più fermo, ora rallentiamo»
«Mamma mia che bel regalo» sussurrò sarcastico.
Allison sorrise, gli diede un delicato bacio sulla fronte e se ne andò.
Jason si tolse tutta la divisa lasciando ovviamente il pantalone e rimanendo con una maglietta a maniche corte nera.
Diede una pistola a Percy e recuperò un lanciagranate da una guardia stesa probabilmente da Gally.
«Raggiungete Thomas» ordinò nell'auricolare; gli altri lo avvisarono di aver ricevuto il messaggio.
Percy non aveva un auricolare, ma si sarebbe arrangiato sentendo quello che diceva Jason.
«Will avete fatto una strage. Era il tuo sacrificio ad Ares per venire in missione?»
«Dopo quello che é successo avevo troppe poche possibilità di venire!» si difese il biondo facendo sospirare divertito Jason.
«Dopo voglio sapere» disse Percy e l'amico annuì, promettendo.
Raggiunsero l'ascensore e andarono al quarto piano.
«Noi siamo andati al quinto» spiegò Jason vedendo la faccia confusa del compagno «E ho visto che loro sono scesi di un piano. Spero soltanto che sia questo»
«Lo troveremo» Percy gli sorrise rassicurante «Torneremo a casa. Anche se questo non é più il posto che chiamavamo casa, la ricostruiremo»
«Oh si già a questo proposito...» le porte si aprirono interrompendolo; uscirono puntando ovunque le loro armi. Il corridoio sembrava vuoto e lo percorsero tutto con i nervi tesi. Raggiunsero un secondo corridoio di gran lunga più affollato.
Volarono proiettili sonniferi o elettrizzanti. E perché no, volarono anche quelli normali. Cominciarono a correre difendendosi l'un l'altro, come una vera squadra. Trovare Newt non fu difficile: li stava chiamando.
«Siamo qui ragazzi» stava urlando ma non sembrava la sua voce.
Quando lo raggiunsero, entrambi strabuzzarono gli occhi alla vista del ragazzo che stava togliendo il primo ago dal corpo di Newt.
«Volete darmi una mano si o no?» chiese Aris.
Percy chiuse la porta del laboratorio a chiave.
Newt era pallido, aveva gli occhi socchiusi, respirava poco e in modo irregolare. Non fu difficile notare un recipiente pieno di sangue e tanti fili che lo collegavano al corpo di Cinque.
«Ero sicuro che eravate voi, ci avrei messo la mano sul fuoco»
«Perché?» chiese Percy
«Perché nessuno fa così tanto casino»
I due ragazzi lo guardarono male mentre Aris ridacchiava «Volete liberarmi si o no?».
«Sono tentato di lasciarti qui» gli disse Jason avvicinandosi per slegarlo.
Newt gli fece l'occhiolino.
Riuscì a stare in piedi per circa quattro secondi.
Percy e Jason si passarono ognuno un braccio dietro la nuca e lo aiutarono a correre via. Aris sparava a chiunque si trovasse davanti.
«Cos... Ah si» Nico tirò fuori l'oggetto che Teresa aveva dato a Cinque prima di morire.
«Ma quello é...»
«Si me l'ha dato Newt perché fosse più al sicuro» spiegò.
«Quelli sono gli aghi della Wicked» disse Annabeth. Leo li guardò «Sicura?»
«Si certo, qui hanno messo una specie di siero sperimentale che doveva salvare dall'Eruzione, due anni fa»
«Teresa ha detto che dovevamo darla a qualcuno» s'intromise Frank poggiandosi al sedile del conducente.
Leo lo prese in mano per osservarlo bene, poi disse a Nico di fare lo stesso.
«Questo coso sembra il Dolosiero» Leo annuí.
Attivò il microfono del suo auricolare «Jason, dove siete?»
«Siamo quasi all'uscita» gli rispose immediatamente.
«Will, mi ricevi?»
«Che succede? Noi vi stiamo raggiungendo» gli chiese il figlio di Apollo
«Will corri, corri più veloce che puoi. Dobbiamo raggiungerli» gli ordinò «Riguarda quella storia che mi avete detto in macchina»
«Leo cosa...?» iniziò Jason, ma poi fu troppo impegnato a sparare a degli scienziati per continuare.
Will corse come gli aveva detto l'amico.
Leo guardò i suoi amici e i ragazzi che avevano salvato. «Qualcuno di voi da guidare?»
Nessuno dei Semidei si mosse
«Fantastico»
Prese l'ago dalle mani di Nico e scatto verso l'uscita del palazzo della Wicked.
Si chiusero in una stanza, mettendosi in trappola da soli.
Percy guardò sotto di loro da un piccolo balcone: c'era una piscina.
«Lo sapevo!» esclamò «Saltiamo!»
«Sei pazzo?! Con Newt in queste condizioni?»
«Tranquillo Jason, l'ho già fatto una volta e puoi stare sereno che non moriremo» gli disse Cinque ancora abbastanza pallido.
«Vi aiuto io» disse Percy «Ora andiamo»
Jason represse una bestemmia contro Wicked e saltò, subito seguito dai suoi amici.
L'acqua non era fredda e non si fece neanche male quando entrò a contatto con essa.
Salì in superficie trovando Aris che aiutava Newt a stare a galla.
«Muoviamoci» disse sentendo le guance gonfiarsi leggermente.
L'infezione era arrivata al viso.
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