24~ Night
Pianse tutta la notte.
«Mi dispiace tanto» singhiozzava nel sacco a pelo
«Thomas» Minho strisciò da lui e gli strinse la mano che tremava. La stessa mano che due anni prima aveva premuto il grilletto. La stessa mano che due anni prima aveva messo fine a una vita importante.
«Mi manca tanto» pianse anche quando Minho lo abbracciò. «Lo so Tommo... Manca anche me».
Newt sentiva tutto. Vedeva e sentiva tutto. Avrebbe voluto abbracciarli. E anche fargli fare capa e capa per quelle lacrime inutili. Anche se fosse rimasto morto, li avrebbe picchiati. All'inizio aveva pensato che sarebbe stato facile per loro andare avanti, in fondo era solo... Be' Newt. Poi si era ricordato del dolore visto negli occhi di Thomas e Minho e si era ricreduto. Ma poco. Nonostante tutto, li avrebbe picchiati.
Voleva solo che andassero avanti.
«Se fosse qui, ci distruggerebbe» ridacchiò Minho e Thomas sorrise un po'. La luna, Artemide, illuminò le sue lacrime.
«Poi però ci abbraccerebbe...» aggiunse il più piccolo.
«Si... Dicendo che siamo delle teste di caspio» precisò Minho e Thomas annuí freneticamente. Parlavano a bassa voce per non svegliare tutti, ma lui sentiva lo stesso.
Era costretto a dormire con la bandana sul viso, ma ormai era abituato. Almeno non l'avrebbero visto sorridere divertito.
«Sai se bell'e buono resuscitasse come Teresa, lo distruggerei» rise Thomas.
Newt perse il sorriso. Sapeva che stavano scherzando, ma sapeva che c'era anche un fondo di verità. In tutti gli scherzi c'è un fondo di verità.
«Ti aiuto volentieri» si aggiunse Minho.
«Contate su di me» mormorò assonnato Frypan.
«Ci sono anche io» bofonchiò Gally girandosi per stare più comodo.
«Mi associo» si uní Brenda e Jorge alzò un pollice in alto.
«Chiamatemi» sussurrò Harriet.
«Lo farai dopo di me. Sono sua sorella: distruggerlo é un mio diritto di nascita» anche Sonya si aggregò.
Newt sgranò gli occhi. CHE COSA?! Sonya- Lei- Sua- Sonya- Lui e Sonya... COSA?! Voleva urlare. Voleva seriamente urlare con tutto il fiato che aveva in gola.
Si alzò di colpo dal sacco a pelo. «Brutti sogni?» gli chiese Minho e lui annuí, poi si alzò e camminò lontano dall'accampamento.
Sonya era sua sorella. Aveva una sorella minore e non lo sapeva. Non sarebbe più riuscito a guardarla con gli stessi occhi. «Ho una sorella» mormorava in trance. Probabilmente al Porto Sicuro ogni tanto avevano qualche flashback e lei aveva ricordato... Lui. Avrebbe voluto abbracciarla in quel momento, prometterle che sarebbe stato il fratello maggiore migliore di sempre, ma avrebbe fatto saltare la copertura e lei lo avrebbe odiato. Poteva solo cercare di proteggerla da lontano, di legare con lei.
Sentí un gemito da dietro delle rocce. «Oh smettila» sussurrò una voce familiare
«Fa male!» sussurrò un'altra in risposta
«Ma ti prego. Ci sono quasi». Cinque sentí un altro gemito.
«Falla finita, Jason!» sussurrò di nuovo la prima voce.
«Togli quel coso dal mio povero corpo e la smetterò»
«É solo un piccolo bastoncino!»
«Fa male lo stesso»
«Ti fa bene»
«Lo so! Lascia stare, Will. Andiamocene» ci fu un attimo di silenzio
«Dovresti dirlo a Piper»
«La farei solo soffrire. Tu lo diresti a Nico?» Will stette zitto «Appunto».
Uscirono da dietro le rocce mentre Jason si finiva di infilare la maglietta. Si ritrovarono faccia a faccia col più grande.
«Ciao» salutò Will
«Ciao» rispose Cinque «Che ci fate qui?»
«Niente» rispose Jason «Tu?»
«Niente» fu la risposta
Girarono in senso orario fissandosi negli occhi finché le posizioni non si invertirono. «Ci si vede» lo salutarono i due Semidei.
«Chissà da dove ha iniziato a sentirci» si chiese preoccupato Jason «Spero non dalla parte in cui mi spieghi anatomicamente la situazione».
«Non abbiamo mai detto niente di esplicito, magari non ha capito» sperò Will, ma in risposta Jason scrollò le spalle.
«Odio questa sensazione» mormorò Jason iniziando a muovere sempre meno le gambe, sentendole irrigidite. «Tra un po' potrai stenderti sul sacco a pelo e domattina starai meglio» cercò di consolarlo Will.
Newt rimase sullo strapiombo lontano dal campo fino all'alba. Il vento gelido di quel mattino gli scuoteva i capelli e gli intorpidiva la pelle del viso, completamente scoperto. Inspirò forte, sentendo l'aria fredda passargli dalle narici e arrivare ai polmoni. Vide una leggerissima nuvoletta di vapore uscire dalla sua bocca quando espirò. Sapeva che presto avrebbe iniziato a fare caldo e si godette quel bel freddo, come faceva tutte le mattine da due anni. Era il suo momento di solitudine per riordinare i pensieri.
«Non dovevamo farci coinvolgere» sussurrò guardando la benda bianca al suo polso destro «Saresti ancora qui»
«Come hai fatto ad andare avanti? Come hai fatto a guardare tutti quei ragazzi morire e ad andare avanti?» le chiese una notte mentre guardavano il cielo nuvoloso. Lei sorrise, triste «Guardo il cielo. E penso a loro. I ragazzi perduti sono come le stelle: non li puoi vedere però tu sai che ci sono. In questo momento, oltre le nuvole, ci sono tanti piccoli puntini che brillano anche se noi non li vediamo»
«É molto profondo»
«Modestamente sono un mito»
«Ehi sono io qui il mito!»
Lei gli fece la linguaccia.
Newt sorrise, lasciando che una lacrima bagnasse la bandana bianca. «Sei una stella, adesso» sussurrò guardando il cielo.
Si rimise la bandana, alzò il viso e chiuse gli occhi, accecato dal sole. «Che ci fai qui?» chiese
«Ti abbiamo cercato dappertutto» gli rispose Brenda alle sue spalle. Si mise accanto a lui, lasciando che le gambe penzolassero accanto alle sue. «Tu invece che ci fai qui?»
Cinque fece un bel respiro «Mi rilasso»
«Almeno avvisaci, la prossima volta»
«Si mamma» Brenda lo guardò male e lui le fece l'occhiolino, divertito.
«Perché fai sempre l'occhiolino? Vuoi rimorchiare?»
«Cos- no!» lui rise poi alzò le spalle «Non lo so. Mi viene spontaneo. Di solito fa infastidire la gente più di quanto già lo sia, quindi mi diverte vedere le vostre facce»
«E noi non possiamo vedere la tua...». Lui alzò gli occhi al cielo «Non ti piacerebbe vederla»
«Hai veramente così poca autostima da coprirti il viso?» lei rise
«Magari fosse questo il motivo...» sospirò
«Non mostrarmi il tuo viso» propose lei «Ma almeno dimmi perché lo nascondi!».
Cinque guardò l'orizzonte.
«Se ti dicessi il mio vero nome... Se ti mostrassi il mio viso... Capiresti di aver sofferto, anche solo un po', per nessuna ragione... Senza motivo... E mi odieresti. Non voglio che succeda»
Brenda gli mise una mano sulla sua, sorridendogli «Tu sei dalla nostra parte, dalla parte del Braccio Destro! Magari ti ho visto nel palazzo della Wicked ma se sei qui allora sei tranquillamente perdonato!»
«Tu mi hai visto nel palazzo della Wicked» le rivelò «Ma non nel ruolo che credi»
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