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23~ Minho And Thomas

«Stai scherzando, spero» fu la risposta che arrivò al coreano «Una merda, non é ovvio?»
Minho si strinse nelle spalle, realizzando che forse non era il momento adatto per fare quella domanda.

«Scusa, sono fatto così» cercò di scusarsi. Sarebbe stata la prima e ultima volta. «Io... Ho conosciuto Teresa molto tempo fa. Ha fatto delle cose... Ecco...»
«Lo so» tagliò corto Cinque «Me l'ha raccontato, mi ha raccontato tutte le cose che ti ha fatto. Ma si era pentita, ho visto la sincerità nei suoi occhi. Perdonatela, non merita rancore. Basta guardare come se n'è andata... Se stavi cercando di farmi cambiare idea sul suo conto, sappi che niente potrà farmela vedere con occhi diversi»
Minho annuí «D'accordo... In realtà l'abbiamo perdonata quando é "morta" per salvare Thomas»

Cinque sospirò «Forza, andiamo. Sono curioso di conoscere il famoso Thomas e la sua squadra». Si alzò non aspettando una risposta.
Voleva abbracciarlo, voleva piangere sulla sua spalla, voleva dirgli quanto gli dispiaceva... Ma così facendo probabilmente l'avrebbero odiato per quello che avevano passato.

Lui non era morto proteggendo nessuno, non l'avrebbero perdonato tanto facilmente.

Raggiunsero un piccolo gruppo di ragazzi che parlavano tra di loro. Una ragazza dai lunghi capelli castani e bassina stava abbracciando Vince, poi toccò ad un adulto di colore. Una ragazza con una treccia bionda disordinata stava parlando con una ragazza mulatta, capelli lunghi e intrecciati.
Tre ragazzi invece parlavano in un gruppo a parte. Il ragazzo col nasino all'insù della foto, un ragazzo biondo e delle folte sopracciglia e il ragazzo di colore che l'aveva aiutato a sparare a tutti.

Andarono verso quei tre. «Ragazzi» li chiamò Minho «Lui é Cinque». Quello di colore gli tese la mano sorridendo «Frypan», l'altro sorrise un po' meno «Gally». Il moro invece lo abbracciò «Mi dispiace per Teresa» quando si separarono si presentò anche lui «Io sono Thomas. Loro sono Brenda e Jorge» aggiunse quando la ragazza bassina e l'uomo li raggiunsero.

«Sonya»
«Harriet»
Si presentarono le ultime due ragazze, raggiungendoli incuriosite. «Io sono Cinque» disse alla fine lui.
«Perché la bandana?» chiese Jorge sospettoso. «Wicked mi conosce e non voglio che sappia che sono in circolazione» rispose sostenendo lo sguardo «Anche perché mi userebbe sicuramente come esca per qualcuno o farebbe degli studi alquanto fastidiosi su di me».

«Mi userebbe come esca esattamente come sta facendo coi ragazzi rapiti, sapendo che ci sono persone che non perderebbero tempo a cercare di recuperarmi» riprese dato che lo sguardo di Jorge continuava a essere indagatore.

«Ora basta» Thomas interruppe il loro contatto visivo «Allora- Quella é Berta?». Tutti notarono la macchina alle spalle di Cinque. «Avete dato un nome a una macchina?» Newt cercò di fare sembrare la sua risata sincera.

La sera seppellirono i loro amici. Incisero su delle pietre i loro nomi, esattamente come avevano fatto al Porto Sicuro, e le usarono come lapidi. Ognuno poté dire addio al proprio migliore amico, al proprio fratello, alla propria sorella, al proprio fidanzato o fidanzata.

Le perdite del Braccio Destro non erano tantissime, ma quelle dei Radurai si. E non solo numericamente.

«Non ci riesco, sono troppo curioso» Thomas e Newt stavano camminando e il moro cercava in tutti i modi di consolare il biondo. «Come ti chiami?»
«Tommy te l'ho detto cento volte: non te lo dirò». Una pugnalata sarebbe stata un pizzicotto in confronto. Il senso di colpa si abbatté sulle spalle di Thomas.

«Va tutto bene?» gli chiese Cinque e Thomas scosse la testa. «É solo che... Un ragazzo a cui tenevo tantissimo, lo consideravo un fratello... Mi chiamava sempre Tommy...»
«Un fratello...» a Newt si strinse il cuore. Fratelli. Erano solo quello. Niente di più.

«Mi dispiace» sussurrò triste. Non poteva neanche chiamarlo col suo nomignolo per poter stare ancora con lui. Ma prima o poi l'avrebbe saputo, se lo sentiva. «Grazie... La situazione si é invertita» Thomas rise debolmente, strappando un piccolo sorriso a Newt, anche se non poté vederlo a causa della bandana.

Era bellissimo quando sorrideva, con quelle piccole fossette sulle guance e il sorriso luminoso. La sua risata era musica per Cinque. Odiava farlo sentire in colpa ma era proprio per questo che non gli urlava "Ehi sono vivo! Non sono morto! Non sono un animale! Come va?". Era la cosa più egoista che avesse mai fatto da quando aveva memoria.

Poteva far tornare il sorriso a Thomas, poteva togliergli un peso terribile dalle spalle... Ma non lo faceva per stare ancora con lui. "Tra un po' lo dico. Dieci minuti" pensò continuamente, ma non lo faceva mai.

«Dovresti dirglielo» fu il geniale consiglio di Jason, a cena. «Lo so, ma... Mi odierebbero e non riesco a sopportarlo»
Jason sospirò «Non vuoi capirlo? Sarebbero felicissimi se glielo dicessi! Secondo me farebbero qualcosa in più dei salti di gioia! Non ho intenzione di dirglielo io, ma prima o poi dovrai farlo»
«E lo farò! Ti prometto che lo farò! Ma... Jas ho visto quanto hanno sofferto e se gli sbattessi in faccia che é stato inutile, completamente senza senso... Se ti dicessi che Nicholas-»
«Nico»
«... In realtà é più vivo che mai ed é proprio dentro quella tenda alle nostre spalle, non ce l'avresti con lui per averti fatto soffrire così tanto? Si certo, saresti felice, ma il vostro rapporto sarebbe lo stesso?»
«Cinque io credo che diventerebbe ancora più forte» Jason gli sorrise debolmente; per un solo piccolo istante aveva creduto veramente che Nico fosse dentro quella capanna. «Dovresti dirlo sia a Due che a Sette, come li chiami tu. Hanno il diritto di saperlo»

Cinque sospirò «Jason...»
«Andiamo Cinque!» insistette «Togliti quella maschera!»
«Jason, no»
«Daiii!»
«Jason!»
«Cinqueee»
Cinque estrasse la pistola e la puntò a Jason. «WOWOWOWO!» il Semidio si alzò velocemente mentre tutti stavano immobili. «Amico, con calma. La smetto».

Cinque fece l'ultima cosa che si aspettarono. Scoppiò a ridere. Mostrò a tutti i caricatore completamente vuoto. «Stai scherzando?!» esclamò Piper sospirando di sollievo. «Ti odio Cinque» borbottò Jason risedendosi a terra.

In risposta gli fece l'occhiolino.

Ho un mito come professore. Ma se mi metti il COMPITO DI MATEMATICA alle PRIME DUE ORE del LUNEDÌ VEDI COME MI SALE IL VAFFANCULO.
Con amore, una ragazza incazzata <3

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