22~ Screams
AVRÀ UN SENSO GIURO
Nello stesso istante in cui dei ragazzi uscivano da un'auto, degli uomini uscivano dalla berga. L'unica differenza é che gli uomini sparavano mentre il Braccio Destro cercava in tutti i modi di combattere.
Annabeth piangeva dietro a una ragazza dalla faccia da topo ma coi lunghi e setosi capelli biondi.
«Lo sapevo che Janson e Ava stavano insieme, l'ho sempre saputo» borbottò Teresa sparando a chiunque.
Ci furono diversi corpi caduti. Diversi urli. La cosa che fece più male a Newt era che quegli urli provenivano dai suoi ragazzi, dai ragazzi a cui si era affezionato, che nonostante la pochissima differenza di età li considerava dei ragazzini di cui prendersi cura.
L'urlo di Clarisse per Chris
L'urlo di Hazel per Lavinia
L'urlo di Silena per Clarisse
L'urlo di Rachel per Ottaviano
L'urlo di Travis per Katie
L'urlo di Nyssa per Charles
L'urlo di Will per Meg
L'urlo di Leo per Nyssa
L'urlo di Jason per Talia
L'urlo di Percy per Travis
L'urlo di Hazel per Reyna
L'urlo di Piper per Drew
Cinque sparò a tre soldati da dietro a un masso. Fu raggiunto da un ragazzo di colore, diciannove anni, capelli corti e neri. Ebbe un tuffo al cuore «Fry» sussurrò con un debole sorriso.
L'altro ovviamente non lo riconobbe con la bandana sul viso.
«Senti amico, se la smettessi di guardarmi magari questi ragazzini non morirebbero a caso. Renditi utile» gli disse Frypan, il suo vecchio compagno nella Radura.
Cinque scosse la testa «Si, certo» e ricominciò a sparare.
Quella che probabilmente era la figlia di Janson e Ava, ordinò di fare anche prigionieri. Vari uomini e donne del Braccio Destro furono portati sulla berga nonostante cercassero di ribellarsi. Uno riconobbe Percy, Frank e Piper.
Jason stava cercando di trasportare al sicuro sua sorella, ancora cosciente ma lo sparo era in un bruttissimo punto: non avrebbe resistito più di tanto.
Teresa vide un uomo prendere la mira e capì cosa stava per succedere. Non l'avrebbe permesso.
«JASON!» corse come le avevano insegnato i Velocisti e i due mesi con Newt. Jason si accorse troppo tardi dell'uomo che mirava a lui.
Il rumore di uno sparo rimbombò nelle sue orecchie.
Avrebbe ricordato per sempre il tonfo sordo del corpo che cadeva.
L'urlo disperato di Cinque si ripeteva continuamente nella sua testa.
«TERESA!» urlarono entrambi. «Va da lei» furono le ultime parole di sua sorella. Lui obbedì e corse dalla ragazza.
Cinque fu più veloce di lui e le alzò la testa per guardarla nei profondi occhi blu.
Jason prese la sua pistola e si mise davanti a loro, proteggendoli.
Con le mani insanguinate, Uno infilò la mano nella tasca e ne estrasse una specie di siringa con del liquido azzurro. La mise nelle mani di Newt abbassandosi la bandana. «Devi... Devi proteggerla... Darla... Devi darla... Devi...» non completò mai la frase. Chiuse gli occhi e afflosciò il collo.
Cinque voleva urlare, voleva piangere, ma l'unica cosa che fece fu poggiare la sua fronte su quella della "sorella". «Mi dispiace tanto» sussurrò «La terrò al sicuro, te lo prometto». Mise l'oggetto nella tasca e lasciò il corpo inerme di Teresa.
Estrasse due pistole dalle tasche e cominciò a sparare come un forsennato. Stese tantissimi uomini e proprio per questo la figlia di Janson, che lo guardava con puro odio, ordinò a tutti di ritirarsi.
La berga si sollevò in aria lasciandoli soli.
I Radurai corsero dagli amici perduti e chiusero gli occhi a chi li aveva aperti.
Cinque non riuscí a guardare Uno. E mentre i vecchi Radurai la guardavano stralunati, lui andò su un piccolo strapiombo e si sedette con le gambe a penzoloni.
«SCAPPA!» urlò Newt cercando di reprimere il mostro che era in lui. «No» gli rispose sicura «Vi ho abbandonato una volta, non lo farò di nuovo». Sanguinava da molte parti del corpo, era tutta sporca di cenere e sembrava che alcune parti dei suoi vestiti avessero preso fuoco.
«Teresa, non resisterò a lungo» ringhiò lui cadendo in ginocchio per gli sforzi. Anziché scappare, lei si avvicinò lentamente a lui e non si fermò neanche quando cacciò un urlo animale. Le vene nere e sporgenti si vedevano sul collo, sul viso e sulle braccia. Il braccio destro sanguinava. Newt sputava una sostanza nera guardandola con gli occhi quasi completamente neri.
Teresa tirò fuori un oggetto: un piccolo pezzo di metallo, con all'interno una sostanza azzurra e un ago che spuntava da sotto.
«Non ti farò del male» gli sorrise «Avvicinati». Gli Spaccati non erano altro che animali infuriati, lei riuscí ad addomesticarne uno. Newt le si avvicinò lentamente, ringhiando, ma lei non si mosse.
Quando fu abbastanza vicino, Teresa gli infilò l'ago nel collo, facendolo urlare. «Lo so lo so» sussurrò «Ci siamo quasi». La sostanza blu finì e Newt si accasciò di lato. Respirava velocemente come un animale, ma le vene stavano ritornando al loro posto sotto la pelle.
«Teresa» sussurrò quando la riconobbe di nuovo. Lei sorrise e gli strinse la mano. Newt era guarito e ora era immune.
Le lacrime bagnarono la stoffa della sua maschera nera. Si legò al polso quella bianca, ormai sporca, di Uno. «Ciao» Cinque avrebbe riconosciuto ovunque quella voce. La voce del suo migliore amico, la voce di suo fratello.
«Tu sei Cinque, vero?»
"Già" pensò il biondo "Un tempo mi chiamavi Newt..."
«Senti, volevo dirti che mi dispiace. Mi hanno detto che hai passato due anni con Teresa e che vi siete salvati la vita a vicenda tantissime volte. Quindi... Mi dispiace»
Newt abbassò la testa ma continuò a non rispondere. L'altro ragazzo stava per andarsene, quando finalmente parlò.
«Tu sei Minho, giusto? Quello che ha salvato le vecchie cavie di Wicked»
Il ragazzo dai capelli scuri e gli occhi a mandorla scrollò le spalle «In realtà é stato Thomas, ma si sono Minho». Senza che nessuno lo invitasse, si sedette accanto al biondo.
«Anch'io ho perso degli amici importanti» lo disse come se potesse consolarlo «Tipo una specie di fratello...»
«Mi dispiace»
«Già... Vorrei avergli detto addio... Okay basta essere tristi, come ti va la vita?»
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