17~ One And Five
La mattina dopo, Jason e Annabeth camminarono insieme. «Quindi... Ora ricordo...» disse Jason mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni. «Si... Be' anch'io»
«Come ci é venuto in mente?» rise Jason e Annabeth scrollò le spalle imitandolo. «Però é stato bello» ammise lei e lui annuí.
«Allora...»
«Rimaniamo come al primo anno?» la supplicò lui e Annabeth sorrise «Si certo»
Jason la mise sottobraccio e le sorrise. «Gli avevo chiesto di essere con me quando ne avremmo parlato» sussurrò Annabeth e Scintilla la strinse più forte. «Se fosse qui, ci ammazzerebbe» riuscí a far ridere la sua ex-ragazza.
«Nico...» Hazel era in trance e Percy non sapeva che dire, così fece chiamare Will. Lui era l'unico a condividere il dolore allo stesso, o addirittura maggiore, livello.
«Ha fatto l'idiota, come sempre» disse semplicemente il biondo e Hazel annuí «Che ha fatto?»
«Ha salvato la vita a Percy»
«Da cosa?»
«Da Luke»
«Fantastico...» sospirò la ragazza e Will l'abbracciò continuando a camminare.
«Io e te non dovremmo essere tipo morti?» chiese Silena e Charles alzò le spalle «Meglio così no?»
Meg si avvicinò a Austin «Quindi tu sei il figlio di quell'idiota»
«Apollo? Si sono proprio io. Meg vero? Mio padre mi ha parlato di te. Meg McCaffrey, la sua migliore amica»
Meg arrossí.
Si sentirono delle urla e il grande gruppo si fermò. «Ragazzi... SCAPPATE!» ordinò Jason correndo in testa e tutti lo seguirono prendendo le loro armi.
«Attenti!» urlò Percy alla fine, quando vide degli esseri umani correre a quattro zampe.
Erano vestiti con abiti strappati, erano quasi tutti calvi, le vene erano sporgenti su tutto il corpo e cacciavano una bava nera dalla bocca. Urlavano come animali e correvano come essi. «MUOVETEVI!» li incoraggiò Reyna vedendoli sempre più vicini.
Gli infetti li raggiunsero.
Fecero un salto e bloccarono per le gambe Percy, Charles, Austin e Connor. I ragazzi scalciavano per farli allontanare il più possibile da loro e cercavano allo stesso tempo di intrattenerli per dare il tempo ai due gruppi di scappare.
Uno Spaccato ricevette un calcio e un pugno da Percy mentre un altro cercava di mangiargli il braccio.
Charles cercava in tutti i modi di liberare le sua gambe dalle braccia del malato e di non guardare gli effetti che il virus aveva sugli umani.
Austin era quello messo peggio. Gli Spaccati lo avevano completamente immobilizzato e gli stavano mordendo braccia e gambe cercando di mangiarlo.
Connor invece si liberava continuamente ma non riusciva a scappare per via delle ferite e veniva subito ri-acchiappato.
Hazel reagì prima di tutti.
Prese il suo fucile e sparò allo spaccato che stava per dare un ennesimo morso a Austin. Dopo di lei, sparò Leo una fiammata che liberò quasi completamente il figlio di Apollo. Ottaviano invece sparò vari colpi agli aggressori di Connor mentre Will attaccava i nemici di Percy con l'arco di sua sorella, Kayla, uccisa da un Dolente.
Peccato che tutte le loro mire facessero abbastanza schifo...
Quando tutto sembrava perduto, comparvero due figure con il viso coperto da delle bandane, una bianca e una nera. Si misero in mezzo tra il gruppo di Radurai e il gruppo degli Spaccati.
Si inginocchiarono e tirarono fuori dei fucili. Spararono a tutti gli Spaccati, facendone scappare altri, e liberarono i quattro ragazzi.
Non sbagliarono neanche una singola volta.
Le due persone si alzarono e si batterono il cinque. «L'addestramento funziona, eh?» disse una con la voce maschile, l'altra saltò «Finalmente!». I ragazzi decisero di pensarci dopo e corsero dai loro compagni.
Percy era graffiato sulle braccia e sulle gambe, ma se la sarebbe cavata. Charles aveva un lungo graffio per tutto il viso e lividi ovunque.
Connor... Connor aveva uno squarcio sul petto. «Nonononono» disse il fratello inginocchiandosi accanto a lui. «Ehi, sto bene!» disse lui «Sto solo morendo»
«Non anche tu ti prego! Abbiamo già perso Luke, Nico. Non andare» lo supplicò il fratello maggiore, ma Connor sorrise «I velocisti corrono verso l'uscita. Io esco da questo corpo. Sono un demone»
Uno morì ridendo, l'altro visse piangendo...
Travis non fu l'unico a perdere suo fratello. Si certo, anche Chris l'aveva perso, ma anche Will.
«Kayla é morta, Michael é morto, Lee é morto, Austin é morto, Nico é morto» elencò Will alzandosi da terra «Cos'altro mi resta?»
Nessuno seppe cosa rispondere...
Nessuno tranne una persona. «I tuoi amici» li raggiunse il ragazzo che li aveva salvati «Tutti loro. Ti restano tutti loro. Perché per quanto sembri non rimanere niente, c'è sempre qualcuno a sostenerti»
«Non sareste qui, in questo momento, se non fosse voi stessi tutto ciò che vi rimane» intervenne la ragazza.
Si abbassarono i cappucci. Lei aveva i lunghi capelli castani e gli occhi blu cielo. Indossava una maglietta azzurra, sporca e bruciacchiata a maniche corte e un Jeans nero. Aveva una giacca nera che in quel momento si tolse e se la mise in vita.
Lui aveva i capelli corti e biondo-cenere con gli occhi castani. Indossava una maglietta a maniche corte nera, ma la sporcizia si vedeva lo stesso e un jeans anch'esso nero. In quel momento si tolse una giacca marroncina e se la mise in vita.
Nonostante il poco che si vedeva, sembravano giovani. Probabilmente l'età di Aris. Magari lei un anno più piccola.
«Chi siete voi?» chiese stanco Frank. Lui tese la mano «Cinque»
«Cosa?»
«Chiamatemi Cinque»
Frank la strinse, confuso «Frank» poi la passò alla ragazza ripetendo il suo nome.
«Uno» disse stringendola «Muoviamoci, potrebbero tornare». Will fu il primo a muoversi, poi tutti gli altri dopo di lui.
Non sapevano se fidarsi o meno, ma avevano appena salvato la vita a due dei loro amici.
Li seguirono per tutto il giorno.
«Ciao» Jason si avvicinò al ragazzo, ma quello continuò a guardare avanti «Okay... Dove ci state portando?»
«Sulla strada che stiamo seguendo per il Porto Sicuro»
«Porto Sicuro? Lascia stare. Senti una persona mi ha detto di dire a chiunque non sembri un cane rabbioso, che la conosco»
«Ti sembriamo cani rabbiosi?» Jason lo guardò male e lui ridacchiò «Quindi chi é che conosci?»
«Si chiama Aris»
Uno e Cinque si fermarono di colpo, poi ripresero guardando a terra. «Conoscete Aris?» chiese la ragazza e Jason annuí. I due si guardarono, poi Cinque abbassò la bandana.
«Se ci catturano, ti ammazzo» lo minacciò la ragazza abbassando la sua. «Almeno possiamo fidarci di loro» disse Cinque, ma Uno ribatté «Non avrai intenzione di dirgli il tuo nome?»
«No, fino a questo punto no»
La sera, Uno e Cinque li fecero rifugiare in un palazzo mezzo sepolto dal terreno. Accesero un fuoco per riscaldarsi, poi se ne andarono poco più lontano. Lui poggiò le spalle su un masso e lei si accoccolò sul suo petto.
«Quel ragazzo, Jason, ha qualcosa di familiare»
«La curiosità di quell'idiota?» scherzò Cinque ma Uno scosse la testa «Quella é di Percy. Non lo so... In qualche modo ti somiglia»
«Naaah non é così figo». La sua migliore amica gli diede un pugnetto che lo fece ridere ancora di più «Smettila»
«Uno» Cinque ruppe il piccolo silenzio che era caduto «Credo che ci possiamo fidare di loro»
«Di loro si, ma Wicked ha orecchie ovunque. Hai visto che fine ha fatto Aris. Già corriamo il rischio che ci riconoscano»
«A volte dimentico il tuo nome,» confessò lui «Anche quando penso dico Uno...»
I ragazzi davanti a loro si addormentarono. «Ti ricordi quando eravamo come loro?» chiese Uno, «Come potrei dimenticare quello schifo? Sono anni che ci provo».
All'improvviso videro le sagome di Will e Jason alzarsi e portarsi dietro un sacco. «Che staranno facendo?» chiese il biondino ma lei scosse la testa «Non sono affari nostri, dormiamo»
Al risveglio ci fu una brutta sorpresa
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