13~ Every Life Has An End
Rachel correva veloce seguendo la striscia gialla che solo lei poteva vedere. Nico, Annabeth, Jason e Percy erano avanti con lei. «Percy!» chiamò Jason e il ragazzo lo affiancò. Il figlio di Giove era rosso in viso per lo sforzo e aveva le lacrime agli occhi per il dolore. «Tu e Nico, andate dietro» il moro annuí «Percy, ti affido Nico»
«Può farcela da solo»
«Tu proteggilo e basta. É cambiato in questi due anni» Percy annuí di nuovo e fece dietrofront avvisando Nico.
Non prima di aver affidato Annabeth e Jason.
Dietro a tutto c'erano Austin e Michael che trascinavano Will, mentre lui muoveva i piedi nel vano tentativo di camminare da solo. «Ce la faccio» borbottava. Riuscì a mettere finalmente i piedi a terra e a correre. Inciampava continuamente ma almeno aiutava i due fratelli.
Stava andando tutto liscio.
Appunto, stava.
Un Dolente cominciò a rincorrerli e il gruppo accelerò. Nonostante riuscisse a correre, Will non era abbastanza veloce e i fratelli non facevano miracoli. Nico sguainò la spada e si fermò «ANDATE!».
Percy non se ne andò e tirò fuori Vortice. Raggiunse Nico e, insieme a Dakota, distrusse il mostro mentre il piccoletto cercava di combattere. Ricominciarono a correre.
«Sei un'idiota, Jackson» ringhiò infuriato Nico «Se ti fosse successo qualcosa non te lo avrei mai perdonato!»
«Saresti morto contro quel mostro!»
«Probabilmente avrei sofferto meno» sussurrò, ma Percy lo sentí.
Corsero ancora per quelle che sembravano ore ma non furono altro che una mezz'ora. Si fermarono quando raggiunsero il bordo di un baratro. «Quello non é il Tartaro, vero?» chiese Leo evitando di cadere per un pelo. C'erano dei rampicanti che si riunivano in un buco con un diametro sufficientemente grande.
«Dobbiamo saltare» disse Rachel «I vecchi Radurai sono usciti da lì. Andiamo!»
Appena finí di parlare furono attaccati.
Tantissimi Dolenti spuntarono dall'abisso, prendendoli totalmente alla sprovvista.
Con le loro lance, lottarono con i mostri. Li infilzarono, li graffiarono. Ma servivano quattro ragazzi per ogni mostro e loro non ce la facevano a coprirli tutti. Iniziarono a saltare nel buco evidenziato dai rampicanti.
Rachel per prima, poi toccò a Ethan. Non raggiunse il cerchio. Cadde nel baratro.
La battaglia infuriava, i Dolenti facevano graffi profondi a tutti ma non riuscivano a fare di più. Dopo il fallimento di Ethan, passò Chris. Il ragazzo voleva che trovassero un modo per passargli Will, che stava steso in un angolo mentre Michael e Austin combattevano.
Si sentí un urlò terribile. Il corpo di Lee cadde a terra e non si alzò.
«LEE» urlò Polluce e la distrazione fu fatale.
Abbatterono tre Dolenti, ma ne spuntarono altri. Charles saltò e subito dopo lo raggiunse Travis. Michael stava per saltare, ma vide un Dolente avvicinarsi pericolosamente a Will, il biondo cercava di zoppicare via.
Corse da loro e combatté da solo contro il mostro. Will voleva aiutarlo, ma sapeva di star rendendo vano il suo sacrificio.
«SCAPPA!» gli ordinò l'amico. Il fratello morì sotto i suoi occhi. E per la seconda volta.
Anche Connor saltò.
Dakota raggiunse il figlio di Apollo e lo trascinò verso il bordo del baratro. C'erano solo Percy, Annabeth, Austin, Jason, Leo, Nico, Luke e Sherman a combattere contro un numero altissimo di mostri.
«TRAVIS! CHARLES!» chiamò Dakota. Voleva aiutare Will a fare un lungo salto, ma un artiglio lo trapassò. «NO!» pianse il biondo. L'artiglio si ritirò e Dakota gli cadde tra le braccia.
«Will- Will le devi dire- Devi dire a Reyna- La amo. Fallo- ti prego» chiuse lentamente gli occhi abbandonandosi sulle braccia del Medicale.
Will non aveva idea di chi fosse Reyna, ma promise al cadavere di riferire il messaggio.
«Nico, hai detto che so volare, vero?» chiese Jason mentre spingeva via un Dolente insieme al figlio di Ade. «Si ma non riusciresti mai a trasportarci tutti giù»
Jason imprecò «Almeno Will?»
«Si, dovresti farcela» gli rispose il ragazzo evocando uno scheletro.
Buttarono giù il Dolente «Jason, va!» gli ordinò Nico.
«Ci vediamo giù, vero?»
«Spero di si, se muoio Annie mi ammazza» scherzó il diciassettenne. Jason sorrise, si concentrò e sentí l'aria attorno a sé rispondere ai suoi comandi.
Riuscí a sollevare Will e se stesso, poi entrò nella grande stanza con un computer illuminato di verde. «É tutto pronto, i vecchi Radurai hanno lasciato aperto il passaggio. Gli altri?» chiese Charles in ansia
«Ho portato giù Will, ne stiamo perdendo tanti»
«Chi altro ce lí fuori?» chiese Rachel nel panico
Percy scaraventò giù un altro Dolente grazie ad Annabeth. Lei non si ricordava di lui, ma erano lo stesso in sintonia. «Se ne usciamo vivi, mi devi raccontare qualcosa di noi» gli disse e lui sorrise «Con molto piacere».
La sua felicità si spense quando vide, esattamente dietro Annabeth, un altro ragazzo cadere. «SHERMAN!» cercò di correre da lui, ma Leo lo bloccò. Stava piangendo. «Saltate. Non é il momento per lasciarsi distrarre» disse con voce rotta.
«Leo ha, stranamente, ragione. Saltate. Abbiamo appena fatto andare Austin e Luke. Noi finiamo il lavoro, voi andate» gli diede manforte Nico.
«Nico, ma-» cercò di ribattere Percy.
«Percy non ti sto chiedendo un favore. Questo é un ordine. Vai! E porta Annabeth con te»
Leo lo guardò triste: se doveva fare appello al potere dei veterani, la situazione era ben peggiore di quello che sembrava.
Percy lo guardò e ci fu una muta conversazione fra i due.
Percy: Non posso
Nico: muoviti!
Percy: solo se mi giuri di scendere anche tu
Nico: Percy Jackson scendi!
Percy trascinò Annabeth e le diede una spinta per saltare. Dopo un ultimo sguardo a Nico e Leo, saltò.
«Folletto»
«Nicucciolo»
«Pronto a fare il culo a più Dolenti possibili?»
«Sarà un onore»
Leo prese fuoco e Nico sguainò la sua spada, spostando la lancia. Leo dava fuoco ai dolenti mentre Nico finiva il lavoro.
Continuarono così per qualche minuto, poi il più grande guardò il re degli spettri negli occhi.
«Va! Salto dopo di te»
«Se non scendi ti ammazzo»
«Ti voglio bene anche io Nicucciolo». Nico lo guardò male, ma saltò. Leo diede fuoco a un altro mostro, poi diede uno sguardo ai cadaveri dei suoi amici.
Saltò.
«Andiamo» ordinò Jason in testa alla fila, aiutando Will.
Andarono nello scivolo, l'unica via d'uscita e caddero l'uno addosso all'altro in una stanza sudicia. Si rialzarono e recuperarono ciò che rimaneva degli zaini e delle lance. Su un tavolo davanti a loro c'erano delle armi, ma se ne tennero tutti lontani.
Si diressero verso la porta in fondo alla stanza, sperando che non ci fosse un altro scivolo, quando sentirono il rumore di una pistola che viene caricata.
Si girarono tutti, spaventati. Luke era davanti a loro, gli puntava addosso l'arma, e la Puntura si vedeva sotto uno squarcio sulla sua maglietta.
«Stupido sforzo mentale» imprecò Leo. «Luke» Percy si mise davanti a tutti «Posala»; «No. Io- io ti ucciderò. Tu mi hai ucciso nel passato e ora tocca a me»
«Luke, non ti ho ucciso. Sei stato un eroe»
«Mi sono dovuto pugnalare per colpa tua!»
«In realtà-»
Luke lo interruppe premendo il grilletto.
Accadde tutto così in fretta.
Percy si sentí strattonare, Will fece appello a tutte le sue forze e lo colpí con la lancia e Nico... Nico cadde a terra.
«Se ti dicessi cosa vedo... Ti aggrapperesti a me e piangeresti»
«NICO!» urlò Jason prendendolo tra le braccia.
«Ma tu sarai con me quando lo farò?». Nico si rigirò l'anello sul dito e non rispose.
«Nico» singhiozzò Jason «Non abbandonarmi, ti prego»
«Probabilmente avrei sofferto meno»
Tutte quelle frasi, tutti quei momenti, avevano un senso. Lui lo sapeva già.
«Jassy...» sussurrò il ragazzo «Prenditi... Cura... Annie...»
Nico di Angelo chiuse gli occhi.
Come farsi odiare:
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