Capitolo 7: L'araldo
Aislee non era riuscita a dormire. Aveva tentato invano di non pensare a cosa sarebbe successo in futuro, ma non ci riusciva. Aveva passato la notte girovagando per le strade della citta' per isolarsi, sperando di trovare una risposta.
Appena il sole sorse, busso' alla casa di Solas, che si trovava in un gruppo di case isolate, lontano dal centro della citta'. Bisognava passare per il bosco per arrivarci e per questo molti abitanti decisero di trasferirsi in citta'. Ormai erano abitate cinque o sei case e quella di Solas si distingueva dalle altre per la presenza di una pianta rampicante con le foglie rosse sul lato destro della facciata.
Al terzo pugno sulla porta, Solas ando' ad aprire ed era a torso nudo.
"Come vedi non aspettavo visite... Su vieni, entra". Aislee entro' silenziosamente, sicura di avere il suo sguardo addosso.
Aveva una canotta bianca molto corta, che faceva intravedere dei lembi di pelle sui fianchi; i pantaloni verde scuro erano attillati e con delle stringhe sui lati. Nelle fondine della cintura aveva i suoi due pugnali. I capelli erano raccolti una mezza-coda fatta a treccia, che le teneva lontane dal viso le ciocche laterali.
Appena entrata nella stanza vide che era proprio come la ricordava: al centro c'era una specie di letto, ricoperto di vestiti e di coperte; le pareti della stanza erano formate dai rami della quercia che sorreggeva la casa e, tra le sue foglie, decine e decine di libri riempivano gli spazi vuoti. Il soffitto era fatto dalle fronde della quercia e alcuni rami facevano filtrare i raggi del sole nella stanza. La finestra sul lato sinistro della camera dava uno scorcio sulla foresta. Sembrava un piccolo angolo di paradiso.
Aislee scosto' i vestiti e si sedette sulle coperte e disse: "Non cambia mai di una virgola questo posto".
"Perche' dovrebbe? A me e' sempre piaciuto cosi'. Dai dimmi che cosa ti porta qui"
"Non sono sicura di riuscirci. Non credo di essere in grado di convincere Bane, e nemmeno di guidare un esercito. Non... non credo di esserne all'altezza Solas". Solas si sedette vicino a lei,scostandole un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
"L'unica persona che puo' riuscirci sei tu. Se Bane non vuole darti ascolto, potrai contare su di me, Sharin, Fennen e Kenneth. Saro' sempre al tuo fianco, in qualunque momento" e mentre lo diceva continuava a spostare lo sguardo da un'occhio all'altro di Aislee. Anche lei lo fissava e stava posando lo sguardo sulle sue labbra.
Senza pensarci troppo Aislee si mise con le ginocchia ai fianchi di Solas e la sua fronte si appoggio' alla sua. Solas faceva scorrere le sue braccia lungo la schiena di lei, mentre Aislee gli aveva messo le braccia al collo. Solas non riuscendo a trattenere l'emozione le disse: "Dio, quanto sei bella" e la bacio'.
Non si era mai spinto fino a quel punto, aveva sempre cercato di nascondere i suoi sentimenti, ma ora non era piu' in grado. Sin dal primo giorno che la vide si innamoro' del suo carattere, del suo viso, dei suo capelli.. Amava tutto di lei e, con quel gesto, era finalmente sicuro che nemmeno lei poteva piu' fingere.
Continuo'a baciarla sino quasi a smettere di prendere fiato. Lei aveva preso il suo viso tra le mani, come per paura che lui volesse scappare e che quel momento finisse. Solas distolse un secondo le sue labbra da quelle di lei per prender fiato e per guardarla dritta negli occhi. L'intesa tra i due era forte ed era come se attraverso gli occhi potessero capire cosa pensava l'uno dell'altra. Aislee rise e passo'due dita sulle labbra di Solas, mentre lui la stringeva forte al suo petto.
"Vorrei che questo momento durasse per sempre"
"Allora fallo durare ancora un altro po'.." e con quelle parole la tiro' ancora di piu' vicino a se' e inizio' a baciarle l'incavo alla base del collo. Lei si mise a ridere e per un attimo chiuse gli occhi, per godersi appieno quel momento.
Stettero abbracciati ancora per poco tempo, prima che la vecchia vicina di Solas si mise a urlare dalla casa accanto: "Solaas! Solaas! Dove sei? Lo sai che ho bisogno delle mie medicine! SOLAAASS!"
Solas ancora stretto al corpo di lei, disse sbuffando: "Quella vecchia riesce sempre a rovinare tutto..."
Aislee si stacco' dal suo abbraccio, lo bacio' delicatamente e gli disse: "Avanti sbrighiamoci, o arriveremo tardi al Consiglio..".
"SOOLASSS ALLORA DOVE DIAVOLO SEI FINITO???"
Aislee soffoco' una risatina, mentre si incamminava verso la porta, poi aggiunse: "Faresti meglio a metterti qualcosa addosso, o tutte le ragazze della citta' si faranno strane idee su di te. Io mi incammino, ci troviamo al Palazzo. Ah, non farti vedere cosi' nemmeno dalla vicina, potrebbe saltarti letteralmente addosso". Mentre Aislee chiudeva la porta dietro di se', Solas scosse la testa e inizio' a cercare una maglia da mettersi, mentre la vicina continuava ad urlare dalla porta della casa accanto.
...
Il Palazzo di Pietra era pieno di gente, la maggioranza delle persone erano li per vedere il grande dibattito che tutti si aspettavano. Era stato allestito un lungo tavolo per tutti i membri del Consiglio rimasti e, a questo tavolo, era stata invitata anche Aislee come rappresentante dei guerrieri. Rivana era seduta vicino alla moglie del Comandante Bane, evidentemente anche lei era stata chiamata per esprimere la sua opinione. Gli altri anziani presenti erano tutti ex sacerdoti o comandanti, membri da decenni del Consiglio.
Il dibattito non inizio' nei modi migliori: sino a quel momento, tutti i membri interpellati avevano difeso la presa di posizione della moglie del comandante, affermando che forse l'unico modo per finire il conflitto era deporre le armi e testimoniare cosi' che non era stato il popolo Haenia a dichiarare guerra.
Aislee non credeva alle sue orecchie, non poteva credere che tutti si fossero fatti abbindolare da quella donna.
Si alzo' in piedi di scatto,facendo voltare tutti i presenti verso di lei.
"Non posso credere che la pensiate cosi'. Gli Haenia sono un popolo di guerrieri, che non si sono mai arresi di fronte a nulla, anche quando non avevano alleati e tutti gli erano contro. IO, come altri qui, sono stata addestrata a proteggere il nostro popolo, le nostre case, la nostra terra. Ogni giorno ho lottato per sconfiggere le mie paure e per migliorare le mie abilita'. Mi e' stato insegnato ad essere vincente, a cercare sempre una via alternativa per arrivare ad uno scopo. Mio padre mi ha insegnato cosa vuol dire avere coraggio, cosa vuol dire essere irremovibili sulle proprie decisioni e combattere per le cose in cui si crede. Ora guardatemi negli occhi,e ditemi: sono questi i valori che vorreste passare alle future generazioni? O quelli che predicate voi: rassegnazione, debolezza e incapacita' al comando?"
Solas la guardava ammirato, come molti dei presenti.
Il Comandante la guardò e le rispose: "Nessuno ha dimenticato il nostro credo, Aislee. Ma non posso permettere che altre giovani vite vadano sprecate per una causa persa. Non voglio perdere ancora una generazione di guerrieri solo per far vedere a tutti che il popolo Haenia e' troppo ambizioso per rendersi conto che e' meglio risparmiare vite, piuttosto che andare in giro a creare conflitti giusto per non ferire l'orgoglio di qualcuno. Tuo padre e' stato un grande guerriero e condottiero, ma tu sei come lui: devi capire che certe volte bisogna piegarsi e raggiungere dei compromessi.."
"Sta dicendo veramente sul serio Comandante? Raggiungere compromessi?.... Da lei non me lo sarei aspettato. La ritenevo una persona migliore Comandante, ma evidentemente mi sbagliavo.." e cosi' dicendo si allontano' dal tavolo e si diresse a passo spedito verso l'uscita.
"Aislee, torna qui! Subito! Questo e' un ordine!"
Ma Aislee non si curava piu' di lui, mentre stava scendendo le scale,prese una spada da una delle guardie, lì presente, e la punto' verso il cielo. La gente accorreva in piazza, per ascoltare quella ragazza che era diventata l'Araldo dei guerrieri e dei loro antichi valori. Anche il Comandante Bane la seguì, continuando a protestare,accompagnato da alcuni membri del consiglio.
"Guerrieri, siete pronti a combattere per il vostro popolo?"
Uncoro di voci urlo' all'unisono: "SIIIIIII!!!"
"Siete pronti a rischiare la vita per difendere cio' in cui credete?"
"SIIIIIIIII!!!"
"Combatterete al mio fianco contro il nostro nemico?"
"SI,COMANDANTE!"
Aislee, puntando la spada verso il Comandante Bane disse: "E' sempre stato il popolo a decidere comandante, non il Consiglio".
Fece cadere la spada a terra e dando le spalle al Palazzo, si avvio' verso la foresta, seguita da Sharin, Fennen, Kenneth, Solas e la maggior parte dei guerrieri, tutti pronti ad eseguire qualsiasi richiesta il nuovo comandante avesse domandato loro.
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