Capitolo 40: Un nuovo inizio
Era passato diverso tempo da quella notte, da quel sogno. Dall'ultima volta che l'aveva vista e l'aveva stretta tra le sue braccia.
I guerrieri rimasti erano tornati a casa e dopo un festeggiamento iniziale e un'ondata di felicita' per la vittoria conseguita, si dovette fare il conto con le vittime. Molti erano giovani, quasi dei ragazzini.
Sharin e gli altri erano andati avanti, in qualche modo, Solas invece si era rinchiuso al Tefra Felani e pochi riuscivano ad avvicinarlo.
Senza Aislee, era quasi diventato un'altra persona.
Rivana era l'unica che riusciva ancora a comunicare con lui, era la sola a sapere la verita' sul Velo: era stato Fen'Harel a bandire Luugh, non Aislee. Ma Solas voleva che tutto rimanesse così. Lei doveva essere celebrata come la sola ed unica eroina degli Haenia.
Ma nemmeno questo bastava.
L'unica cosa a cui si dedicava giorno e notte, senza sosta, era un dipinto, nella navata centrale del Tempio. Non faceva avvicinare nessuno, nemmeno i suoi amici. Solo una volta finito, lo avrebbero visto.
Il tempo scorreva in fretta e quella era l'unica cosa che ancora lo teneva sulla terra.
Quella sera, dopo l'ultimo dettaglio del candido vestito, getto' a terra gli strumenti e si alzo' in piedi per ammirarla, la sua Aislee.
Ai suoi fianchi erano raffigurati due lupi neri, simboli di Fen'Harel.
Appoggio' un braccio contro la parete e chiuse gli occhi.
"Ir abelas, vhenan"
"Mi dispiace, amore mio"
Si volto' lentamente verso la porta, facendo scorrere la mano sulla parete.
Se ne andò senza dire una parola, lasciando solo una lettera, all'entrata del Tempio.
Sono tagliato a metà.
Sono il cervello, mi manca il cuore. Sono il braccio, mi manca la mente.
Vedo solo il suo viso pallido, i suoi occhi senza vita.
Non so dove andrò, ne cosa ne sarà di me, ma sappiate che mi dispiace.
Mi dispiace di non essere stato un buon amico, un buon soldato.
Ma il mio cuore mi portava da lei, la mia mente era spenta.
Siate migliori di me, siate felici e regnate su questa nuova terra, libera da pregiudizi e corruzione.
Siate il mio braccio e la mia mente. Siate il mio cervello e il mio cuore.
Perché io non posso più farlo.
Amatevi, sempre: il tempo scorre.
Solas
Da li' a poco, l'avrebbe pervaso un sonno lungo centinaia di anni, che lo avrebbe allontanato dal dolore, dal rimpianto e dalle uniche persone a cui teneva davvero.
Al suo risveglio, niente sarebbe risultato uguale.
Solo un'organizzazione chiamata Inquisizione avrebbe attirato la sua attenzione.
Ma questa, e' tutta un'altra storia.
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