Capitolo 18: Ricordi
"Che cosa ti turba, piccola?"
Aislee era seduta fuori in veranda, illuminata dalle prime luci del mattino.
"Questo posto mi fa venire in mente tanti ricordi... Avevo dimenticato la pace che c'è qui"
"Tuo padre ti portava tutte le estati: non vedevi l'ora di correre su e giù per le scale e rincorrere i poveri scoiattoli per i boschi. Ovunque andavi, creavi del caos e della confusione. Ma alla sera, prima di andare a letto, chiedevi che ti raccontassi delle imprese di tuo padre e della storia del tuo popolo... *fece un respiro profondo* "Era bello averti qui, eri quasi una nipotina per me"
Aislee sorrise e rispose: "Com'è che ti chiamavo Nonno Sul? Ero davvero imbarazzante..."
Suledin rise e poi divenne subito serio. "Dopo la guerra, non seppi più nulla. Scoprii solo dopo qualche tempo che avevi perso i tuoi genitori. Queste terre erano ancora ferro e fuoco, e mi impedirono divenire da te. Mi sentivo in colpa, dovevo prendermi io cura di te..."
"Avevi già fatto abbastanza. Non fartene una colpa, come vedi, sono ancora qui, viva e vegeta... Sai, alcune volte mi ritornano alla mente alcuni ricordi di mio padre, ma non riesco mai a vederli: in un attimo, spariscono. Le uniche immagini che ho sono quelle dell'ultima volta che lo vidi; era con mia madre sulla porta di casa, aveva la sua solita armatura nera e rossa, con la grande spada nel fodero. Mi salutava con la mano, mentre qualcuno mi portava via..."
"Tutti i ricordi svaniscono prima o poi, alla fine rimangono solo gli insegnamenti che quella persona ti ha dato. Non ha senso cercare nel passato, tutto quello che cerchi è nel tuo cuore, devi solo trovarlo.."
Aislee strinse la mano di Suledin e lui le sorrise. I pantaloni rossi e i piccoli occhiali tondi, lo facevano risultare ancora più saggio di quanto già non lo fosse.
Per Aislee era l'unico contatto che aveva ancora con il passato, una figura che non era minimamente cambiata, anche con il passare degli anni.
"Ma non è solo questo, non è vero? Tu sai soffrendo per qualcuno, e credo che quel qualcuno sia colui che non è mai arrivato. Sai, alcuni dicono che i maghi non possano provare sentimenti, ma Solas si è sempre preso cura di te"
"Come fai a sapere il suo nome?"
"Era lui il vero motivo per cui andavi nel bosco..."
"Nel bosco? Ma io... venivo qui da sola... Nessuno degli altri veniva con me"
"Perchè lui era già qui, Aislee... Sua madre era un'elfa dalish. Quando iniziarono i primi conflitti, si rifugiò nella foresta e aspettò il tuo arrivo. Tuo padre mi disse che data la situazione, era meglio che non venissi per un po'; lui ascoltò tutto e si nascose nel carro. Non aveva mai legato con nessuno qui, ma chissà perchè, quando ti vedeva diventava un'altra persona. Era sempre stato un piccolo elfo solitario, sua madre lo definiva uno spirito libero, e forse, cara donna, sapeva come sarebbe andata a finire. Quando tu e tuo padre arrivaste a casa, Solas venne fuori dal carro e con sorpresa di tutti, tuo padre scelse che poteva restare. Pochi mesi dopo partì per la guerra e da allora fu Solas che ti protesse"
"Io.... io non ricor..."
"Non potevi ricordare. Solas, non molti anni fa, venne qui da me e mi disse che aveva bisogno del mio aiuto. Mi disse che i tuoi ricordi stavano scomparendo e che dovevo aiutarlo a preservarli. L'unico modo che trovammo era compiere un incantesimo, con il quale, solo al momento giusto, avresti riscoperto i tuoi ricordi e saputo la verità. Era troppo doloroso per entrambi ricordare, la guerra era stata un male troppo grande per due elfi così piccoli".
Aislee rimase sbigottita. In quei pochi giorni aveva scoperto più cose sul suo passato e su stessa di quanto non avesse già fatto in tutta la sua vita. Gli ingranaggi della sua mente cominciarono a girare in un modo differente, come si fosse sbloccata una porta.
"Perchè dirmelo ora?"
"La fiducia che hai riposto nelle persone a te care è importante. Non permettere che un dubbio faccia svanire il vostro legame. Quello che avete voi due è raro, tienilo bene a mente".
Così dicendo, si alzò, ed entrò in casa, cercando di non pestare i corpi degli elfi addormentati. Si erano messi ovunque, occupando quasi ogni centimetro della casa.
Suledin ormai non riusciva ad arrivare in cucina, c'erano troppi guerrieri in mezzo. Allora decise di usare le maniere forti: "IN PIEDI CIURMA! FOORZAA! È ORA CHE MI AIUTIATE A SISTEMARE QUESTO POSTOO! AVANTI, IN PIEDI!!". I guerrieri, contro voglia, si alzarono e cercarono di sistemare le loro cose. Il satiro li fece pulire, lavare e spolverare finchè tutta la casa non divenne uno specchio.
Aislee era rimasta in disparte, e sentì i passi di qualcuno quando ormai erano quasi vicino a lei. Fennen si sedette sulla sedia della veranda accanto ad Aislee. "Allora, mi vuoi dire dove cavolo è finito Solas?"
"Te l'ho detto, doveva controllare il sentiero, ha detto che ci avrebbe raggiunto appena poteva"
"Qualunque sia il motivo per cui non mi dici la verità, spero ne sia uno valido"
Aislee non disse nulla, e si diresse verso la distesa d'erba di fronte alla casa. Sharin e Kenneth la raggiunsero.
"Ora che si fa?" chiese Kenneth.
"Dovremo trovare un modo per aggirare l'accampamento dei Dalish. Non sappiamo quale possa essere la loro reazione. È meglio se ci dividiamo, dobbiamo esplorare bene l'area. Sharin, tu via con Fennen ed esplorate bene la zona ad est, Kenneth tu andrai ad ovest. Io ti seguirò fino al limitare della foresta e andrò poi verso nord. Portatevi tre uomini a testa. Ci ritroveremo qui a mezzogiorno, quando il sole sarà alto. Gli altri rimarranno qui con Suledin".
"Ci mettiamo subito al lavoro".
Prepararono i cavalli e gli uomini, e in men che non si dica erano già spariti in mezzo agli alberi. Aislee lasciò il sentiero che aveva intrapreso Kenneth per spostarsi a nord, accompagnata da quattro guerrieri. Dovette lasciare il cavallo legato ad un albero, dietro un cespuglio, perchè il terreno era troppo ripido e non riusciva a proseguire. Gli elfi la seguivano senza fiatare, e ad ogni sua mossa la emulavano, accucciandosi, nascondendosi o camminando piano senza far rumore. Arrivarono davanti ad una lastra di roccia che gli sbarrava la strada, così dovettero tornare indietro. Dopo alcuni metri Aislee si appiattì sul terreno e i suoi uomini fecero lo stesso. Erano in un punto rialzato e da lì, potevano vedere il villaggio Dalish.
"Furbi i Dalish.. l'unico modo per passare al di là delle montagne è attraversare il loro villaggio..".
E in quel momento un fruscìo di foglie fece scattare i guerrieri. Un elfo dalish si stava avventando su Aislee con un pugnale, ma uno dei suoi lo trafisse con la spada.
"Comandante, non è al sicuro qui, dobbiamo tornare indietro.. Forse siamo stati scoperti!!"
"Nascondiamo il corpo e cerchiamo il sentiero. Il mio cavallo deve averli insospettiti".
Recuperarono il cavallo e presero una strada più lunga, ma anche più lontano dal villaggio Dalish, per tornare. Appena arrivati, Suledin si preoccupò che tutti stessero bene e offrì dell'acqua per dissetarli.
Una volta giunti Sharin, Kenneth e Fennen, Aislee li invitò tutti a partecipare alla discussione.
"Abbiamo perlustrato ogni via possibile intorno al villaggio, ma sono tutte sbarrate o vicoli ciechi. L'unico modo per passare al di là delle montagne è entrarci. Idee?" chiese Aislee.
"Potremmo coglierli di sorpresa questa notte e farli tutti prigionieri" disse uno.
"Sono troppi, ci accerchierebbero e in pochi minuti ci avrebbero in pugno. Io propongo di cercare il capo e tenerlo in ostaggio finchè tutti non siano passati dall'altra parte" disse un altro.
"O altrimenti, si potrebbe anche parlare con loro, magari stanno dalla nostra parte, dopo tutto sono sempre elfi, sanno che cosa vuol dire combattere per difendere la propria gente.." disse un altro ancora.
"Ah, non credo. Se Bane non ha tentato di fermarci prima, avrà degli assi nella manica. E avvertire i Dalish potrebbe essere uno di questi. Potremmo sempre tornare indietro e sistemare la frana, ma ci vorrebbero dei giorni e non ne abbiamo. Cosa ne dici Aislee?" Sharin non aveva più idee, per questo riponeva le domande al suo Comandante.
"Devo rifletterci su: tornare indietro e sistemare la frana ci farebbe perdere molto tempo e forse, anche una volta sistemata, non riusciremmo comunque a passare. D'altro canto attaccare i Dalish, porterebbe più perdite che uccisioni. Dobbiamo trovare una via dimezzo, e in fretta: gli Avvar si stanno preparando, e noi non possiamo permettere che vincano questa guerra. Vi do la giornata libera: stasera decideremo sul da farsi".
L'assemblea si sciolse e i soldati si diradarono.
Suledin era sulla porta e fissava il comandante, mentre diceva tra sè e sè: "Oh Aislee... spero che tu faccia la scelta giusta".
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