Capitolo 11: Il viaggio
I cavalli erano pronti. Molti erano impazienti di partire, forse non del tutto consapevoli in cosa stessero andando incontro.
Aislee aveva un cavallo grigio con delle sfumature nere sul muso. Aveva una criniera abbastanza folta e un morso nero, con alcuni ricami argentei. Aislee aveva i capelli raccolti in una mezza coda e stava sistemando la sella. Solas e gli altri erano già saliti sui loro destrieri e stavano solo aspettando il segnale.
Quando Aislee fu pronta, montò sul cavallo e, con un gesto della mano, l'esercito fu subito in marcia. In testa stavano Aislee, Sharin, Solas, Fennen e Kenneth, gli altri guerrieri seguivano a piedi, suddivisi per le loro specialità: archi e frecce, spade, pugnali.
Stavano attraversando la foresta quando ad un tratto Aislee si fermò, facendo segno agli altri di proseguire comunque. Aspettò che tutti i guerrieri passassero e si pose in fondo alla fila. Con una precisione impeccabile sfilò l'arco da dietro la schiena, posizionò una freccia e colpì il corvo al cuore. Era esattamente nello stesso posto dove lo aveva visto l'ultima volta. Dove era comparso l'Oscuro Negromante.
Il corvo cadde a terra con un tonfo e gli uccelli appollaiati sui rami vicini volarono via.
Solas, preoccupato, la raggiunse. Le si pose vicino e le chiese: "Qualcosa non va?"
"Solo un corvo, niente di importante.."
"Se non fosse stato importante, non avresti aspettato che tutti andassero via..." la fissò con quel suo sguardo severo che assumeva quando era accigliato per qualcosa.
"Era una faccenda personale tra me e il corvo: non potevo permettere che mi spaventasse di nuovo davanti a tutti".
Solas non indagò oltre, anche se sapeva che non era quella la vera ragione. "Allora, adesso possiamo andare? E' uno spreco che la tua bellezza possa essere apprezzata solo da me, anche i tuoi guerrieri hanno il diritto di goderne.."
Aislee sorrise e incitò il cavallo ad andare al galoppo. Poco dopo il Comandante era di nuovo in testa, seguita dai suoi amici.
Quel giorno marciarono per molti km, facendo solo piccole soste durante il tragitto. Dovevano arrivare al luogo prestabilito per la notte, e ci arrivarono appena in tempo: il sole stava per tramontare. Allestirono un campo, con tende, fuochi e legarono i cavalli agli alberi circostanti.
I cinque elfi erano divisi dal resto del gruppo, avevano un loro focolare e stavano discutendo animatamente.
"Dobbiamo essere più veloci. Se non rispettiamo la tabella di marcia, non raggiungeremo mai gli Avvar prima che se ne accorgano. Domani mattina partiremo all'alba" disse Aislee.
"Ma siamo al primo giorno! Non puoi permettere che si stanchino, devono riservare le energie per la battaglia!" ribattè Sharin.
"La battaglia? Pensi davvero che ce ne sarà solo una?! Siamo in guerra Sharin: saremo fortunati se arriveremo vivi nella terra degli Avvar. Preferisco evitare di dover accamparmi in terre pericolose, rischiando imboscate e di perdere uomini inutilmente. Preferisco soldati stanchi, ma vivi, piuttosto che riposati ma con una freccia alla gola"
"Aislee ha ragione: saranno pure giovani, ma si devono allenare e sforzare se vogliono davvero intraprendere questa guerra. Dobbiamo proteggerli finchè possiamo, perchè una volta in battaglia dovranno cavarsela da soli" Kenneth era serio, con un velo di preoccupazione che si poteva percepire dal suo sguardo.
"Altrimenti potremmo fare due squadre: i più veloci nella prima e gli altri nella seconda. Almeno sono contenti tutti" aggiunse Fennen.
"No, per ora no: preferisco che stiamo uniti. Andate a dire agli altri che si preparino, domani mattina all'alba devono essere pronti per partire"
I tre guerrieri annuirono e si alzarono, per dare la notizia agli altri.
"Perchè non partecipi mai a queste discussioni?" disse il Comandante.
"Sei tu il capo, sei tu che decidi" rispose Solas.
"Ma a me interessa cosa pensi tu... Vorrei solo capire se sto facendo un buon lavoro"
"Lo stai facendo...." si alzò e le diede un bacio sulla nuca ".. e continuerai a farlo".
La lasciò sola, davanti a fuoco, a pensare.
Aislee mise una mano all'interno del mantello e prese la penna di corvo. Se la girò tra le mani, tentando di carpirne i segreti. Ma era soltanto una piuma, niente di più.
Ad un tratto sentì un battito d'ali e si voltò di colpo. Le sembrava che ci fosse qualcuno dietro di lei, nella foresta fitta di alberi. Si stava muovendo e stava andando verso di lei, ma era troppo buio per vedere chi fosse.
"Allora vieni a dormire?"
"Si arrivo subito..."
Solas buttò dell'acqua per spegnere il fuoco ed entrò nella tenda. Aislee si rivolse di nuovo verso la foresta, ma non c'era più nessuno. Però aveva già una mezza idea di chi fosse quella oscura figura che si avvicinava a lei, e questo non prometteva niente di buono.
Buttò la penna tra i legni ancora ardenti e la guardò bruciare.
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