Era mattina. Le coperte erano sparse sul letto. La pelle chiara di Aislee risplendeva sotto i raggi del sole. Parte della sua schiena era scoperta e i suoi capelli erano tutti arruffati sul cuscino. Gli uccellini si spostavano da un ramo all'altro dell'albero e cinguettevano.
Aislee aprì piano gli occhi e vide che era sola nella stanza. Prese le coperte e se le mise addosso per coprirsi dall'aria gelida del mattino. Si fermò sulla soglia e vide Solas. Era inginocchiato a terra e le sue mani era sospese sopra l'erba. Ad un tratto una figura di terriccio emerse dal suolo e si pose davanti a lui. Con le sue mani la fece alzare e questa aprì gli occhi: erano verde smeraldo e lo fissavano.
Gli occhi di Solas erano opachi e concentrati.

"Le tue sofferenze sono finite. Ora puoi andartene da questa terra. Che gli dei ti portino pace e tranquillità". Con un gesto della mano la figura scomparì e Solas sorrise.

"Non sapevo che le tue abilità fossero migliorate così tanto"

"Mi dispiace di averti svegliato. Volevo lasciarti riposare ancora un po'..."

"Chi era quella donna?"

"Una delle tante anime intrappolate qui. Guerrieri, bambini, maghi.. Aspettano da troppo tempo di ricongiungersi con i propri cari..."

"E' bello quello che fai per loro"

"Sono i nostri antenati, sono sangue del nostro sangue. Hanno il diritto di riposare in pace, dopo tanti sacrifici"

Aislee si avvicino e si appoggiò a lui. Mise le mani sul suo petto e lui le coprì con le sue.

"Sei la cosa migliore della mia vita. Qualsiasi cosa succeda, sappi che io ti amerò sempre, e ti proteggerò sempre, anche con la mia stessa vita".

"Lo so. E io farò lo stesso per te".

Rimasero stretti uno all'altra ad ammirare l'orizzonte per un tempo interminabile.
Stavano salutando la loro terra, la loro patria, forse per l'ultima volta.
Il giorno dopo sarebbero partiti per terre lontane e non sapevano se sarebbero tornati.
Dovevano godersi quei piccoli momenti insieme, perchè non sapevano cosa gli riservava il futuro.