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Qualcuno appena arrivata mi ha guardato, ma appena gli amici di Derek sono passati davanti a me hanno distolto lo sguardo.
I suoi amici mi fissano e parlano tra di loro, poi mi lanciano occhiatine, e parlano ancora.
Io distolgo lo sguardo e lo porto da un'altra parte.
Come ogni giorno le galline si preparano a mandare al massacro un altra di loro.
Aspettano solo che Derek faccia la sua entrata.
3,2,1.
Come una scena di un film, visto mille volte, le porte si aprono, e il protagonista fa il suo ingresso sel set.
oggi è più bello del solito, che è molto difficile, visto che è sempre bellissimo, ma oggi ha superato se stesso, indossa una felpa grigia lasciata aperta, sotto, una maglia bianca che mi lascia poco all'immaginazione, aderente abbastanza da vedere il suo fisico asciutto e scolpito, poi, per completare l'opera d'arte, un paio di jeans chiari e tutti strappati gli fascionano le leunge gambe, vederlo vestito così è una rarità, perché di solito il suo outfit è completamente nero.
I suoi amici lo salutano, lui alza il mento e dà una pacca sulla spalla di uno.
Si sussurrano qualcosa, lui scote la testa e dice qualcosa.
Ecco la scena migliore, so che non dovrei guardare, ma è più forte di me, la curiosità è uno dei miei mille difetti.
Sam sussurra qualcosa alla mal capitata della giornata, lei si fa coraggio e prende un gran respiro. Con in mano dei libri si avvicina a lui che è di spalle, a due passi li lascia cadere sperando che lui si accorga e li raccolga per lei, questa è una tecnica! Si stanno evolvendo!
Allora Darwin aveva ragione!
Lei rimane immobile davanti a lui, che si è girato perché un libro l ha colpito sul polpaccio.
È una scena fantastica, mi viene da ridere, metto una mano sulla bocca per nascondermi.
Lui la guarda, accovacciata a terra a raccogliersi i libri da sola, poi cerca qualcuno con lo sguardo, me.
Mi guarda, sorride e alza le spalle, come rassegnato.
Stavolta non me lo sono immaginato, ha proprio sorriso!.
Non mi trattengo, rido togliendo la mano.
Prendo i libri e chiudo l'armadietto.
Ho capito che ormai ci sono dentro fino al collo perciò perché nascondermi?!.
Le ragazze ormai mi odiano indipendentemente da ciò che faccio o dico.
Lui si stacca dal gruppo e viene verso di me, ma prima che arrivi, mi volto e vado nella sua direzione, non ho avuto una scarica di adrenalina!
Solo, la mia classe è nella direzione da dove arriva lui.
Sembra sorpreso, abbasso la testa quando siamo vicini, non riesco a guardarlo in faccia, quando lo guardo provo delle emozioni che devo reprimere, e siccome già devo nascondere un sacco di emozioni non voglio caricarmi di un altro peso.
Gli passo accanto sfioranfolo leggermente perché il corridoio è ancora pieno di studenti che si affrettano ad andare nelle loro classi.
<ciao > mi giro per guardare se dice a me, vorrei resistergli ma non riesco, alzo lo sguardo sul suo viso, i suoi occhi stamattina hanno un colore più acceso, sul verde.
<mhmm ciao... Ho i tuoi 8 dollari> metto le mani nelle tasche posteriori, sono riuscita a prenderli dal portafoglio di Stev, non l'ho mai fatto... Ma preferisco un livido a una brutta figura con Derek <tienili, mi offrirai il pranzo la prossima volta che non avrò i soldi> <ok> non penso che ci sarà l'occasione, ma lo ringrazio e proseguo per la mia strada.
<ci vediamo all'ultima ora! > mi grida quando sono già di spalle.
Quel giorno a lezione si è seduto nel banco davanti a me visto che mi sono messa di proposito all'ultimo banco.
Ho seguito la lezione per pochi minuti, dopodiché mi sono persa a fissargli le mani che prendevano appunti.
Scrive in modo scorrevole, e ordinato, al contrario di me.
Non riesco a capire questo suo avvicinamento improvviso.
Quella settimana abbiamo avuto altre due lezioni insieme. Si è sempre seduto nel banco davanti a me.
Al mattino, in corridoio vedevo sempre la stessa scena, una ragazza si butta ai suoi piedi e lui cercava me con lo sguardo.
Il secondo week end di ottobre l ho passato veramente a studiare. Non ho seguito molto le lezioni, avevo sempre in testa lui.
Quando mi alzo il lunedì mattina stev non c'è.
Poco importa, anzi, meglio così.
Mi preparo una ciotala con cereali e apro il frigo per prendere il latte.
Ovviamente il cartone è vuoto.
Anche per oggi niente colazione, quindi vado in bagno a prepararmi.
Quando esco vedo che le case sono gia addobbate per Halloween.
L'ultima volta che ho festeggiato avevo otto anni.
Mi ricordo molto bene quella sera.
Avevamo intagliato la zucca tutti insieme.
Mamma ha preparato dei biscotti a forma di fantasma.
Stev mi aveva comprato un vestito da streghetta, ero contentissima.
Alla sera avevamo fatto il giro delle case, andavo su e giù per le vie con il mio sacchetto stra colmo di caramelle.
Dietro di me mamma e papà si tenevano per mano e ridevano insieme.
È l'ultimo ricordo felice che ho di loro due.
Di lì a poco la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
Mamma se ne sarebbe andata, e Stev mi avrebbe odiata per sempre.
Quando alzo gli occhi vedo l'entrata della stazione.
Ero talmente persa nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta di essere già arrivata.
Mi faccio strada tra i pendolari che aspettano, come me, il treno per andare in città.
Dopo qualche minuto di attesa la voce gracchiate dell'autoparlante annuncia un ritardo di 15 minuti.
È il mio treno!
Non arriverò mai in tempo, per la prima lezione!
No, no, no...
Sarò in un mare di guai quando Stev lo scoprirà.
Non voglio perdere una lezione!
Una lezione che tra l'altro è con Derek!
Mi prendo la testa tra le mani e mi siedo su una panchina, avvilita e preoccupata per le conseguenze.
Quando il treno arriva in realtà il ritardo è di 20 minuti, segnando così la mia condanna a morte.
Stev si arrabbiera tantissimo.
Dovrò cercare di farlo ragionare.
Alla fine dei conti non è colpa mia.
Ma è sempre colpa mia per lui.
Dalla stazione alla scuola corro come una pazza.
La gente mi fissa allibita.
Tra "scusate" e "permesso" riesco ad arrivare davanti scuola senza essermi rotta una gamba, anche se sto per avere un infarto.
Mi aggrappo al cancello prima di fare l'ultimo tratto che mi divide dalla porta.
Respiro a fatica, sono sudata e dei ciuffi scappati dalla crocchia mi si sono appiccicati al viso.
La testa mi gira probabilmente per un calo di zuccheri, visto che non ho neanche fatto colazione.
Faccio un respiro profondo e mi slancio in avanti pronta a correre.
<ehi! > non riesco a muovere neanche un muscolo.
La sua voce mi immobilizza sul posto.
Giro lentamente il corpo per guardare nella direzione della voce.
Derek se ne sta appoggiato tranquillo al corrimano delle scale.
Tiene le mani in tasca e mi fissa.
Non c'è più Stev, non c'è il ritardo del treno, non c'è la punizione che mi darà.
Non c'è più niente oltre a lui.
Lo fisso inebetita.
<dove corri?! > non so si è accorto di che ore sono! <è tardi! La lezione è già iniziata! > quasi grido in preda al panico <stai calma e respira! > calma? Calma?! Lui non sa in che mare di guai sono!
<io non posso fare tardi! Non posso saltare una lezione! > <non farai tardi! > mi prende per scema?! < hai visto che ore sono? > <oggi il prof non c'è! Non ti ricordi? L'ha detto giovedì scorso> COSAAAAA!
Cerco di ricordare la lezione di giovedì...
Allora il professore è entrato...
Derek indossava una felpa nera con cappuccio, i soliti jeans scuri e quel giorno prendeva appunti con la penna rossa perché la blu non funzionava più e....
O mio dio, sto diventando una stalker!
Ma è possibile che non mi ricorda assolutamente nulla della lezione?!
Si è possibile se sto imbambolata a fissarlo.
Alzo lo sguardo e vedo che mi guarda stranito.
<scusa stavo pensando alla lezione... Credo di essermi persa la parte dove dice che non ci sarebbe stato oggi... >
<ormai sei qua... > <e già.... Ma quindi perché tu sei qui? > <ho dovuto accompagnare mia mamma, la sua macchina è dal meccanico > probabilmente dopo averla lasciata al lavoro non aveva voglia di tornare a casa.
E ora? Che faccio per un ora? Potrei andare in biblioteca almeno starei al caldo, sono sudata e incomincio a sentire dei brividi di freddo <hai già fatto colazione? > è deciso quando parla, nessuna esitazione, al contrario di me che quando gli rispondo "no" tremo come una foglia.
<bene, ti va di farmi compagnia? >
Mi va? Certo che mi va di passare del tempo con lui! Ma la parte insicura di me mi dice che non sarebbe una buona idea.
<io, non... > <dai! Tanto è presto! > sono molto indecisa, lui mi fissa con quei suoi occhi magnetici e automaticamente la mia testa si muove su e giù.
<bene. Vieni, qua di fronte c'è un bar>
Senza aspettare che dica niente si stacca e incomincia a camminare.
Lo seguo a testa bassa, senza fiatare.
Quando entriamo il calore mi avvolge subito le ossa.
Derek si siede su uno degli sgabelli davanti al bancone aspettando che io faccia lo stesso.
Mi avvicino e cerco di salire, quando lui l'ha fatto non sembrava così difficile!
Ok, io sono bassa rispetto a lui, che è probabilmente 1,90,confronto al mio 1,60, ma questo diavolo di sgabello non ha neanche un piolo per appoggiare il piede.
Non siamo tutti dei giganti!
Sto per scaraventare lo sgabello a terra frustrata da questa situazione, quando sento due grosse mani stringermi la vita.
Una scarica di brividi mi percuote tutto il corpo.
<ecco qua! Questi sgabelli sono molto alti> <l'avevo notato> borbotto a testa bassa ancora imbarazzata.
Una signora sorridente si avvicina a noi <Buongiorno ragazzi!ciao derek! Che vi porto? > ma è possibile che tutti lo conoscono?!
<io un caffè e una ciambella.... Debby? > <io... Del latte caldo, grazie> <e basta? > <si grazie mille... > <Beth porta due ciambelle> <certo derek, arrivo subito>.
Ci guardiamo senza dire niente.
Sento che piano piano sto andando a fuoco.
Il suo sguardo mi scava dentro l'anima, mi spoglia di tutto, non c'è niente oltre a noi due.
Il locale mi sembra vuoto di colpo, i rumori cessano, il tempo si è fermato.
Vorrei saltare giù dallo sgabello e saltargli addosso, ma grazie a dio mi salvano da questo impulso.
La signora dietro al bancone si schiarisce la voce e ci mette davanti il nostro ordine.
Prendo il mio latte e lo stringo tra le mani come se volessi fare a pezzi il bicchiere.
<Allora Debby, cosa mi dici di te... > <niente> appoggio le labbra al bordo e do un piccolo sorso.
Con la coda dell'occhio noto che mi guarda perplesso, non era la risposta che si aspettava
<scusa... Non c'è molto da dire di me... > non mi va di parlare della mia vita, inesistente tra l'altro.
<impossibile, da dove vieni... Cosa fai nel tempo libero...hai il ragazzo? > quasi sputo il latte che ho in bocca.
Lo guardo con gli occhi fuori dalle orbite.
Ridacchia e scuote la testa mentre addentra la sua ciambella.
<no io, no... Non sono... Non ho un ragazzo... > <bene>.
Continua a mangiare senza chiedere più niente. Bevo il mio latte in silenzio, nascondendo i dietro alla tazza come se fossi una ladra.
<è per te, mangiala> mi allunga la seconda ciambella che ha ordinato.
Lo ringrazio la porto alla bocca, è buonissima!
Ripiena di cioccolato con la glassa rosa.
Chiudo gli occhi mi passo la lingua sulle labbra per memorizzare il sapore.
Quando li riapro derek è a un palmo dal mio viso. Assottiglia gli occhi e si avvicina ancora di più <non mi provocare... > sussurra vicino al mio orecchio.
Si stacca e torna composto.
Lo fisso sbalordita con la ciambella ancora tra i denti.
Mi risveglio solo quando appoggia una banconota sul bancone.
Prendo lo zaino ma la sua mano mi blocca. <io ti ho invitata, io pago> protesto ma invano. Si fa come dice lui. Punto.
È dispotico, ma in modo gentile.
D'altronde è abituato ad avere ciò che vuole. Nessuno si azzarderebbe mai a contraddirlo.
È quasi ora di entrare, perciò prendiamo gli zaini e ci incamminiamo.
Prima di arrivare al cancello si ferma.
<senti... Per Halloween dei miei amici danno una festa... Mi chiedevo se ti andava di venire > è agitato, quasi in imbarazzo.
Mi sta chiedendo di uscire? Io mi sento male. Si si, sto per svenire.
Sarebbe un sogno...
Ma questa euforia dura mezzo secondo.
<mi dispiace, non posso>.
Non aggiungo altro, mi incammino lasciando fermo immobile.
Sarebbe un sogno uscire con lui, che si trasformerebbe velocemente in un incubo quando stev lo verrebbe a sapere.
Non me lo permetterebbe mai.
Non ci tento neanche.
Entro in classe e mi siedo al solito posto.
Dopo pochi minuti arriva il professore seguito da derek.
Entra nero senza degnare di uno sguardo nessuno. Si siede e sta a braccia conserte.
Niente appunti oggi.
Il derek di prima è sparito, ora è arrabbiato.
Mi piacerebbe pensare che sia così per il mio rifiuto... Ma lui è sempre così a scuola.
Le lezioni passano molto lente.
Mi sento a pezzi.
Sarà per la corsa di stamattina, sarà per l'incontro con derek e la sua completa indifferenza nei miei confronti dopo avegli dato buca, ma mi sento male...
Cioè proprio male.
Mi gira la testa, sento un freddo cane e faccio fatica a stare in piedi.
All'ultima ora, non mi siedo dietro derek come al solito, mi metto al primo banco. Mentre il prof spiega qualcosa a me sconosciuto un conato di vomito mi risale in gola.
Mi alzo di colpo facendo strisciare la sedia a terra e attirando l'attenzione di tutti su di me.
Il professore abbassa gli occhiali sul naso guardandomi e aspettando una spiegazione.
<mi scusi prof... Non mi sento tanto bene, posso andare in bagno? > <certo... Sei pallidissima... Vuoi andare in infermeria? > <no, no... Ora posso andare? > <vai> esco dalla classe correndo.
Appena spalanco la porta del bagno mi inginocchio sul water.
Svuoto quel poco che ho nello stomaco e mi appoggio al divisorio.
Sto tremando. Ho freddo ma sono bollente.
Prendo la testa tra le mani per cercare di placare il dolore che sento.
La porta sbatte rumorosamente.
Da sotto il divisorio vedo un paio di scarpe, e non sono quelle di una ragazza.
Mi viene anche il dubbio di aver sbagliato bagno. Ma non ho neanche il tempo di capire che la porta si apre e vedo derek.
<ehi... Che succede? > perché proprio a me! <ti prego, va via... > cerco di pulirmi le lacrime che mi sono scese per lo sforzo. Dovrò sembrargli patetica.
<Debby, guardami> alzo di poco la testa <tu stai veramente male! > mi tocca la fronte <bruci! Devi andare in infermeria> <no sto bene... Grazie> faccio per alzarmi ma scivolo di nuovo. Le sue forti braccia mi aiutano per la seconda volta in un giorno.
Mi sostiene fino al lavandino.
Apro l'acqua ghiacciata e mi sciacquo il viso.
<vieni, ti accompagnano a casa> <NO> urlo <sto bene, veramente > mi ricompongo e mi di vincolo dalla sua presa <che problema hai con me?! >
Oh, Derek... Il problema non sei tu... Ma io.
<nessuno... Tra poco le lezioni finiranno... Mio padre mi aspetta fuori.. >invento la prima scusa che mi viene in mente.
Cerca di aiutarmi di nuovo, allunga una mano verso di me, ma io la scanso.
<lasciami sola... >
Esco dal bagno appena suona la campanella, lui ancora li, immobile con la mano a mezz'aria .
Torno in classe correndo e recuperando tutta la roba scappo fuori.
Sono la prima a mettere piede fuori da scuola.
Vado più veloce che posso verso la stazione.
Sul treno stringo i denti. Non vedo l'ora di mettermi a letto.
Quando apro la porta di casa stev è sulla poltrona a guardare la TV.
<che faccia che hai? > <non mi s.... >
Non finisco la frase perché svengo.
Quando mi risveglio sono nel mio letto.
Senza le scarpe. Sulla fronte ho un asciugamano bagnato.
Mi gira la testa e le pareti della mia camera sembrano inghiottirmi.
Non riesco a muovere neanche un muscolo.
Tossisco forte.
La porta si apre e stev si appoggia allo stipite <hai la febbre... 39,5...> sembra molto tranquillo. Non l ho mai visto così...premuroso.
<ho chiamato la scuola, non ci sono problemi per i compiti. Li recupererai una volta tornata. Il medico ha detto che devi rimanere a letto per almeno una settimana. Hai l'influenza . > <oh... > un medico mi ha visitata?! Sono senza parole...
<ora dormi, io devo uscire>.
Quando, dopo una settimana sono tornata a scuola ho cercato in tutti i modi di evitare lo sguardo di derek.
in bagno tutte le ragazze parlavano della festa di halloween, di quanto fosse stata epocale. Musica, alcol, sesso...
Giuro di aver sentito almeno tre ragazze affermare di essere state a letto con Derek.
Non giudico nessuno... Ma tre! , la stessa sera, alla stessa festa?!
Scaccio via l'idea di derek con altre ragazze e continuo per la mia strada.
Non è un mio problema.
Continuo a ripeterlo nella mia testa.
Non deve interessarmi...
Lui non può piacermi...
Devo togliermelo dalla testa...
Il mio intento di evitarlo è riuscito.
Non mi ha più parlato dopo essere stata male, almeno, lui ha tentato di avvicinarsi, ma io sono sempre scappata prima che ci riuscisse.
Novembre è già iniziato da due settimane, ma per fortuna il freddo pesante non è ancora arrivato.
È martedì, il che vuol dire che alla seconda ora ci sarà la lezione educazione fisica, e io odio fare ginnastica.
Non per la materia in sé, ma perché devo stare nello spogliatoio con le altre ragazze.
Scuoto la testa per fare un po' di chiarezza nei miei pensieri. Apro l'armadietto e aspetto...
Ho detto di aver evitato derek, ma il suo ingresso non me lo sono mai perso.
Anche oggi come ogni mattina aspetto con ansia che arrivi.
Come se lo avessi chiamato, fa il suo ingresso nel corridoio.
Il suo sguardo si muove in cerca di qualcuno, e prima che mi trovi nascondo la testa dentro l'armadietto.
Quando sbircio non lo vedo più vicino ai suoi amici.
Esco dal nascondiglio, recupero il quaderno e sbatto l'anta.
<ciao> salto sul posto porto una mano sul petto per lo spavento.
Lo guardo dalla testa ai piedi come una pervertita.
Non guardarlo negli occhi...
No gli occhi...
Potresti affogati dentro quegli occhi...
Debby... Non farlo!
<non ho preso appunti ieri, mi puoi prestare i tuoi? L'ho chiesto agli altri ma nessuno li ha presi... > la voce è ferma, seria, quasi se gli costasse molto chiederlo a me.
Il suo tono mi spezza. Sento qualcosa dentro di me che si sgretola.
Ho perso L'unica possibilità di avere una cosa positiva nella mia vita.
Senza dire niente tiro fuori il quaderno e glielo passo tenendo sempre lo sguardo sulle mie scarpe. <grazie> quando non resisto più e alzo lo sguardo sul suo viso lui è già girato di spalle. Si allontana.
Lo vedo proprio che piano piano si è allontanato da me...
Il colpo di grazie è stato quando ho rifiutato il suo aiuto in bagno.
L ho visto nei suoi occhi, la sorpresa per averlo scansato.
Anche se dentro fa un male cane, penso che sia la cosa migliore per lui, lasciarmi stare.
Fa male... Fa un male atroce.
Sepere che c'era un suo sguardo, una sua parola, mi faceva venire voglia di continuare a tenere duro.
Ora non lo so più.
Non se riesco a svegliarmi ancora con la voglia di vederlo, non so se riuscirò di nuovo a sognarlo, non so se riesco a sopportare tutto...
È chiaro, non mi sono illusa che fra di noi ci fosse qualcosa di serio, però era bello.
Sapere quale poteva essere il futuro, una volta scappata dalla mia vita, da stev, da questa città... Era come vedere il trailer della mia vita futura.
Pensare che un giorno sarei stata libera di vivere, amare e fare ciò che fanno tutte le persone della mia età, uscire andare alle feste, divertirsi!
vivere e non sopravvivere.
Smetto di sognare ad occhi aperti e vado in classe.
*Ciao! Lascia un commento, vorrei capire cosa ne pensi!
E non dimenticarti di mettere una stellina* 🚀see you soon 🚀
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