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Capitolo 6

Facciamo un piccolo ripasso...

"Kate Brown era una bellissima ragazza, uccisa senza sentimento.
Era imparenta con i Wilson. Aveva un bellissimo rapporto con loro in un primo momento. Poi, tutto è crollato.
Segreto, bugie, verità svelate avevano bussato un giorno alla sua porta e non c'era stato nessun salvataggio per lei. Neanche un piccolo appiglio.
Era morta per aver dato fastidio, per aver portato qualche piccola verità a galla e l'avevano fermata. Una morte come altre. Uccisa, scomparsa, ritrovata, pianta. È così che vanno le cose. Paura, rimorso, tristezza. Un susseguirsi di sentimenti oscuri girava intorno quella famiglia. La piccola Brown vi era entrata inconsapevolmente. Aveva dato fastidio a della gente che nessuno ha mai visto, mai sentito. Aveva scovato qualcuno, aveva trovato qualcuno. Uccisa.
Nessuno può sapere quanto mi addolora questo. Questa civiltà. Tutti dicono di essere liberi, la libertà di parola. Ecco poi come va a finire.
Kate Brown era una cittadina londinese: nata, cresciuta, morta a Londra all'età dei vostri figli, diciannove anni. Ora ne avrebbe avuti quaranta tre. Ora sarebbe stata donna! Una ragazza morta, sarebbe stata donna! Cosa dobbiamo fare allora? Chiudere i nostri bambini in una bolla? Privati della tanto agoniata libertà che cercano nell'adolescenza? Ustruirli alla violenza con altra violenza? Cosa allora? Kate Brown è morta proprio in questi istituto, davanti a voi. Nel bagno femminile."
Il suono usciva forte e conciso, come se volesse affermare qualcosa l'importante. E lo voleva fare.
La voce di quell'uomo ronzava dentro le orecchie del pubblico e non ne sarebbe più uscito per parecchio tempo. Tra quella folla c'era Luke con sguardo assente. Pensare che, forse, tra quelle persone ci fosse stato qualche criminale, lo faceva rimanere attento, all'erta. Era come tornare ai vecchi tempi ma dalla parte nemica.
Sapeva bene che quegli eventi fatti con cuore sarebbero potuti essere cause di violenza e uccisione.
Sarebbe stato troppo. Troppo per Luke, dopo quello che aveva passato. Un po' distante dalla folla vi era Alphonzo Lanel.
Con quegli occhi impassibili cercava qualcuno, forse un mafioso. Luke sapeva. Luke era a conoscenza di cosa facesse Alphonzo.
Il suo superiore, in realtà, non era stato allontanato solo per le prove nascoste.
Quell'uomo sarebbe potuto essere una perfetta spia. Ecco cosa pensavano tutti i suoi colleghi.
Luke la pensava allo stesso modo. In fondo qual era la differenza tra lui e il suo ex superiore? Lui si era fatto scoprire. Lanel non era proprio il tipo di persona a cui si poteva affidare un segreto, Luke lo sapeva, ed era questo la cosa che aveva iniziato a far sospettare gli agenti. Ma non tutti erano di quell'avviso in un primo tempo.
"Kate Brown é morta, lo ripeto ancora, per aver scoperto la verità. La verità che doveva essere sepolta per sempre. Questo giorno è memorabile. Il caso di Kate è  stato riaperto per nuove prove."
Luke sobbalzò. Cosa? Perché lui non ne sapeva niente? Per la miseria, era sua cugina! Gli era apparsa in sogno tante di quelle volte...
Luke iniziò a tremare, non per il freddo ma per la rabbia. Era all'oscuro di tutto e da come poteva vedere anche i suoi colleghi.  Com'era  possibile? Chi se ne stava occupando se non loro?
Perse di vista Alphonzo.
Ebbe un altro sobbalzo.
Dove si era cacciato?
Un brutto presentimento iniziò a ronzargli in testa. Possibile? Kate era morta tantissimi anni fa e adesso che suo figlio era scomparso, un uomo era  morto e un agente sospettato, ricompariva. Non era certo una coincidenza. Come aveva detto il fratello: nel loro lavoro le coincidenze  non esistevano. E Luke lo sapeva ma a volte faceva finta di dimenticarlo. Tutto succedeva per una ragione.
Tutto accadeva perché qualcosa si era messo in moto.
Un allarme iniziò ad affacciarsi.  Iniziò a girarsi intorno per trovare Lanel. Quello che aveva detto l'uomo l'aveva scombussolato non poco. E non poteva farlo, proprio no. Il suo lavoro prima di tutto, e lui non lo stava facendo. I suoi colleghi si stavano disperdendo: un brutto segno. Si avvicinò a uno con il cuore che gli galoppava in gola, non tanto per la paura.
"Cosa succede?"
"Lanel. Non riusciamo a trovarlo. È come sparito nel nulla."
Luke boffonchiò un 'maledizione' prima di allontanarsi velocemente per raggiungere di nuovo la sua postazione e controllare meglio. Ma si accorse che da lì non si sarebbe mai potuto vedere niente: neanche l'inizio di un attacco.
Arrivò al piccolo palco spostando le persone non con molta gentilezza.
Voleva controllare dietro al palco.
E ci sarebbe riuscito se una mano non lo avesse fermato.
"Cos'è che vuoi?" Luke si girò intravedendo suo fratello.
"Dove stavi andando?" Chiese lui.
"Alphonzo Lanel non si trova. Non mi fido."
"Sai cosa penso di quello che si dice in centrale."
Ed eccolo lì, uno dei pochi che non giudicava Lanel. Anzi, forse era l'unico a credergli. Mark era troppo generoso con chi non doveva esserlo. E molte indagini guidate da lui erano andate a buon fine solo grazie alla caparbietà di Luke.
"Andiamo! Sai che non è così! Ha coperto suo fratello morto."
Mark si voltò indietro per poi guardarlo male. Suo fratello non poteva fare così. Non poteva sbandierare ai quattro venti delle informazioni segrete su delle indagini, a quello ci pensavano i giornalisti.
"Stai zitto! Sai che non ne possiamo parlare a voce alta. Potrebbero sentire persone indesiderate." Disse Mark a dentro stretti.
Luke strinse gli occhi. "Tipo Alphonzo Lanel! Non puoi fidarti di lui, in fondo lo sai!"
"Non ha fatto niente di male; perché pensi che tutti debbano aver un qualcosa di cattivo?"
"Perché conosco la gente come lui! Vi sono stato dentro qualche mese! Le faccia da mestiere le so riconoscere ancora!"
"Allora andiamo a cercarlo. Vediamo che fa, magari si sta fumando una sigaretta."
"O spacciando droga." Mark rise, ma Luke era serio: sapeva che quel farabutto non era colui che diceva di essere e sapeva che centrava qualcosa con la scomparsa di Julio.
"Okay, senti: tu vai in centrale, io resto qui: ti do il cambio."
Luke stava per replicare ma si sentì uno sparo.
Luke non capì più niente. Si lanciò sulla folla cercando di salvare vite: per un attimo, uno solo, non pensò a Julio, al caso Lanel,  o a quello di Kate. Pensò solo a scovare l'attentatore dopo che avesse finito di sparare sulla gente.

Spazio Autrice.
Spero di farcela a correggere tutto 5 minuti. Spero vi piaccia e scusatemi il ritardo. Ho deciso di scrivere pezzi per chi non ha avuto voglio di leggere il primo libro... come flashback  insomma.
Grazie per tutto l'aiuto che mi state dando a farmi crescere. Un bacione.

A presto

-lucy387♥️

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