Oramai era ottimista, in cuor suo sperava di vivere quell'avventura entusiasmante sino in fondo.

Adesso il suo obiettivo era di andare al castello, lo aveva talmente affascinato quando lo ha visto e cosa non ha visto e perciò non vedeva l'ora di arrivarci, ma nel frattempo si stava facendo buio.

Pare strano che le giornate li sembravano un pó più corte, pensò Clark o è solamente che lui con la sua mente va talmente avanti che perde la concezione del tempo (eh si, quando stai bene il tempo vola proprio).

In quel frangente Clark non sapeva se trovarsi un bel posticino per dormire o azzardarsi ad arrivare al castello perchè in fondo il piccolo uomo al calar della notte si intimoriva.

Decise di trovarsi un posticino lì, vicino la cascata e facendosi compagnia nel pensare al quel bel castello, possente e misterioso.

La cascata avrebbe accompagnato il sonno di Clark come una melodia cantata, e se é la natura a comporre la musica allora sarebbe stato un bel concerto.

In quell'istante Clark ricordò che poteva rientrare in quella piccola grotta anche se umida; magari si sarebbe steso vicino la fessura per avere un po di aria pulita che lo avrebbe fatto riposare bene.

Per la prima volta Clark, si stava addormentando beatamente senza quel senso di solitudine, era in compagnia della natura, la cascata suonava per lui, il vento lo accarezzava e la valle vegliava su di lui.

...continua