"Non Dimenticare Chi Ti Ha Aiutato"
Clark privo di forze era svenuto e la noncuranza di Blumoon poteva essere vista da chiunque legga la storia una vera e propria coltellata nella schiena per il viaggiatore.
Passarono dei lunghi ed interminabili minuti prima che Clark riuscisse ad aprire i suoi occhioni.
Stremato e a terra pian piano incominciò ad aprire gli occhi, era stanco, sudato, stremato e impaurito.
Guardava le stelle alte nel cielo che brillavano di una forte luce blu, uno spettacolo. Ma non bastò per l'ometto a rincuorarlo, si sentiva triste e abbandonato.
Leggermente e con costanza riuscì a mettersi seduto appoggiandosi ad un mezzo tronco che giaceva accanto a lui.
Le lacrime ricoprivano il suo volto già stanco per quell'impresa e la solitudine persa da tempo lo assalí nuovamente.
In cuor suo aveva pensato che il festeggiato doveva essere lui e non essere dimenticato dopo quel successo così importante per Blumoon.
Nonostante lo sconforto e le lacrime, la rabbia prese il sopravvento; in quel momento se avrebbe potuto avrebbe cancellato quell'ultimo giorno e sarebbe tornato alla sua vecchia vita.
Ma non poteva, non poteva.
Lo ripeteva in continuazione e sbatteva i pugni sulle sue gambe ma si faceva solo del male.
Lui, un adolescente temerario ma indifeso, lui, un coraggioso curiosone ma timido era riuscito a vincere le sue paure e adesso la sua stessa paura lo aveva avvilito.
Perchè nessuno lo cercava? Perchè? Si chiedeva in continuazione.
Sono tutti egoisti - pensò.
In quel momento gli bastava solo una carezza, un abbraccio vittorioso e sentirsi dire grazie.
Si guardò attorno a lui, non vedeva nessuno, neanche Tempia era vicino a lui.
In lontananza sentiva solo il gran festone che Blumoon stava facendo alle sue spalle.
L'unica compagna che aveva in quell'istante era l'arpa. L'arpa, magico strumento pieno di melodia pura che lo ha confortato con le sue note sin dal primo momento che la scoprì.
Era stanco come non mai, singhiozzava, le lacrime si erano asciugate, ma quel nodo in gola si era fatto troppo grande per farlo deglutire, singhiozzava.
Si accovacciò nuovamente e si abbracciò per non sentire freddo e con la speranza che quello sia stato un brutto sogno si addormentò.
...continua
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