"Nei Meandri Della Cittá Sperduta"
Man mano che scendeva dal promontorio Clark notava la grandezza della Cittá farsi sempre più possente.
Più si avvicinava e più cresceva quell'immensa realtá.
Giunto ai piedi della cittá ammiro un'altra volta ancora la sua immagine. Un'immagine degna del suo vissuto.
Il verde che ricopriva quasi qualsiasi parte di ogni muro, le liane che si intrecciavano tra di esse in migliaia la rendevano veramente affascinante e misteriosa.
Inoltre quel silenzio che si celava tra i suoi sentieri la rendevano ancor di più misteriosa, mistica.
Il cielo grigio, caratterizzato da qualche scia di color celeste rendeva quell'ambiente ancor più selvaggio.
Clark camminava e non sapeva dove andare, a destra, a sinistra, gironzolava e basta e con la testa all'insù scrutava gli angoli di quelle mura che lo sfioravano ad ogni passo.
Lungo quei sentieri se ne intrecciavano altri, parecchi; quella città sperduta era davvero enorme. Aveva giá perso la via del ritorno, il cammino e gli sguardi nel vuoto di quel silenzio gli avevano fatto dimenticare il sentiero percorso.
Adesso era veramente dura per Clark, non aveva alcuna idea o modo di uscire da li.
Doveva solo avventurarsi sempre di più con la consapevolezza che girarsi a guardare dietro sarebbe stato solo un lungo ricordo.
Andare sempre avanti, mai guardarsi dietro, quella situazione non lo permetteva.
Continuando per uno dei tanti sentieri si imbattè in un edificio al quanto diverso dagli altri.
Pensò che si trattava di un tempio perchè ai lati delle mura sorgevano due grandi cavalli alati.
Le zampe anteriori erano sospesi nell'aria e con lo sguardo fiero alzato verso la lontana montagna che soprassedeva la cittá sperduta.
In sè pensò di entrare tra le mura di quel Tempio, magari avrebbe scoperto qualcosa di eccezionale o avrebbe trovato una risposta per dove si trovava e per quale motivo con il suo viaggio era arrivato fin lì.
Dinanzi l'ingresso di quel tempio si sentii strano, non osava entrare, non riusciva.
Ma non era lui a non voler entrare, una forza misteriosa e innaturale spingeva sul suo corpo, fungeva da barriera invisibile.
...continua
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