Era quasi l'alba, la melodia accompagnava il risveglio di Clark come una mamma che culla il suo neonato, la grande vallata lo aveva protetto per tutta la notte.

Pian piano, Clark si destó, uscì dalla piccola grotta e annusò i primi odori mattutini che la natura gli offriva, mangiò qualche frutto sparso qua e lá e di buon ora si incamminò verso la sua ambita meta.

Camminava sereno fischiettando come se il padrone della valle era lui, si sentiva sicuro, certo e fiero, il padrone del mondo.

Passò qualche oretta e appena uscito dalla valle alzò gli occhi e rimase senza parole, il castello.

IL castello stava lì, lo aspettava, possente e maestoso. Visto dal basso, Clark non poteva che ammirare la sua maestositá, era immenso: un enorme portone, tante finestre antichissime, quattro torri altissime e grandissimi tetti a forma di cono lo rendevano unico nel suo genere.

Ricordando la prima volta, Clark come al solito non aveva colto in esso tutti quei particolari, addirittura quel castello non era del classico grigio e marrone, aveva dei colori vivissimi, sembrava avere vita dentro di sè.

Salì ancora per l'altura e si avvicinò all'immenso portone esclamando quanto era alto.

Chi ha fatto tutto questo? Chi ė stato il creatore? Si disse Clark - la magia dell'infinito non ha eguali, ė fantastico continuò.

Adesso non mi resta che entrare e andare alla scoperta di ciò che nasconde il castello, disse Clark.

                                                   ...continua