Quella misteriosa Pergamena iniziava a prendere vita, suscitava in Clark una curiositá così immensa che non riusciava più a distogliere lo sguardo da essa.

La ammirava con fermento, più la guardava e più si rendeva conto che la Pergamena voleva dirgli qualcosa, i luoghi, i disegni, si facevano sempre più nitidi, colori vivacissimi, surreali, fantastici.

Clark incominciò a credere che la Pergamena voleva trasmettergli un messaggio; ma in che modo?

Quell'isoletta presente sulla Pergamena brillava sempre di più, aveva una forma tridimensionale e poi, con quei colori la caratterizzavano ancor di più.

Per un attimo Clark si appoggiò con la schiena sulla sedia e pensò di sentirsi un pò stremato da tutte quelle emozioni, erano talmente tante, vissute, che non sapeva più a cosa pensare, a cosa ci potrebbe essere ancora in quel suo viaggio.

Dopo qualche pausa di riflessione e qualche sospiro, tornò a visionare la Pergamena e non poteva fare altro che guardare l'isoletta comparsa su di essa.

In quel frangente pensò che la Pergamena forse lo voleva mandare in quell'isoletta? Boh disse, non ci capisco più niente.

Poi ripensò a quale nesso ci possa essere tra il mappamondo e la Pergamena. Su entrambi ha visto l'isoletta.

Forse il mappamondo indicandomi l'isoletta voleva che trovassi la Pergamena per indirizzarmi lì? Domanda che si poneva Clark in continuazione.

Ma anche se fosse stato vero, come avrebbe potuto da una stanza di un castello andare su un'isoletta disegnata su una Pergamena?

Aveva capito che oramai la sua avventura doveva continuare lì, in quel posto a meno che avrebbe abbandonato quell'idea e avrebbe scelto un percorso alternativo.

                Piccola riflessione:

Ma come ben si sa non ė facile dir di no alla curiositá, specie in un contesto come quello che si trovava Clark.
Chiunque al suo posto si sarebbe fatto guidare dall'istinto.

E l'istinto a Clark diceva di fidarsi della Pergamena e andare sull'isoletta.

                                                   ...continua