"Il Mondo Di Tempia"
I due cavalli alati si allontanavano all'orizzonte tra le candide nuvole guidati da Tempia e, Clark poteva solo ammirare quella fantastica scena ma nello stesso nella sua mente vi era solo il ricordo di quelle parole scandite da Tempia.
Era rimasto li da solo, inerme e impotente, cosa lo aveva spinto sin laggiù adesso lo aveva capito ma capire quale fosse il suo destino era ancora ben lontano da farlo.
Tempia si era allontanata come svanita tra le grandi montagne che abbracciavano quella che era la sua cittá, una città dove regnava il fantastico, il surreale mescolato con la realtà.
Una realtà che pochi avevano il privilegio di condividere, di toccare con mano e Clark era uno di quelli, forse l'unico fino a quel momento.
Non sapendo cosa fare e pensare in quel momento poteva solo uscire dal Tempio ed addentransi tra le mura della città con la speranza di incontrare nuovamente la bellissima Dea e capire ancor di più.
Come un qualsiasi viandante che aveva perso la strada di casa, smarrito nella sua mente, incominciò il suo cammino con gli occhi di cerca ciò che non sa di cercare.
Era bella la città, davvero bella.
Il verde che ricopriva le mura si mescolava con l'azzurro del cielo, vi era una pace indescrivibile e il leggero venticello lo accompagnava con una soave melodia, uscivano fuori delle note di assoluta tranquillità.
Dopo qualche centinaio di metri a gironzolare a destra e a manca incominciò a vedere i primi abitanti di quel posto.
In quel momento si fermò e con gioia capì che dopo quel lungo cammino da dove tutto iniziò non era da solo.
Vi erano altri cavalli alati, immersi nella loro bellezza che al suo passaggio lo guardavano con un modo cosi diverso dai normali cavalli, come se lo aspettavano di già.
Altri stupendi personaggi si presentavano lungo il suo cammino, uomini e donne sempre con la stessa fisionomia della Dea Tempia e tutti tra loro si davano e davano a Clark uno sguardo di benvenuto.
Clark ad ogni breve incontro sembrava essere preso da vampate di calore, non sapeva descrivere quella sensazione ma gli era piacevole.
Altri esseri magici incrociavano il cammino del viaggiatore, minuscole persone alate simili alle fate e agli gnomi che solitamente siamo abituati a vedere o leggere nei fantastici racconti per bambini.
Per Clark tutto ciò era davvero affascinante, stava vivendo la realtà di una immaginazione che solo un bambino può avere dato dal racconto di un genitore.
Era tutto vero.
...continua
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