"Il Belvedere Sotteraneo"
Un belvedere si presentò agli occhi di Clark; immensa distesa di un verde brillante pieno di speranze che cambiava colore man mano che aguzzava la vista in lontananza sino a lasciare poco spazio all'immaginazione.
Oltre si vedeva solo l'infinito colore celeste del cielo sovrastato dall'immaginazione di colui che vorrebbe vedere altro.
Posò il fardello, fedele compagno di quella faticosa attraversata e prese il libro e l'arpa.
Non appena aprì il Grande Libro l'arpa ricominciò a suonare nuovamente quella bellissima melodia e le pagine bianche del libro stavolta si andavano riempiendo non del passato ma del futuro.
Per Clark fu davvero musica per le sue orecchie; era la prima volta che avrebbe saputo in anticipo cosa lo aspettasse.
Con fervore aspettò che l'arpa avrebbe smesso di suonare per poter dare sfogo alla lettura del libro.
Due pagine furono riempite dalla soave melodia e l'ometto non perse tempo a leggerle.
Leggendo quelle poche righe stese nelle due pagine capì subito che doveva cercare una specie di passaggio sotteraneo che lo avrebbe catapultato in un'altra parte.
La lettura lì si interrompeva, era poco ma tanto per iniziare al ritrovo di questo famoso sotterraneo in mezzo a quell'immenso belvedere.
Riprese l'arpa e il libro e conservò tutto nuovamente dentro il suo fardello ed iniziò la discesa verso il verde brillante.
Ogni passo che muoveva in mezzo quelle distese era un soffice massaggio per i suoi piedi.
Camminò cosi tanto che neanche se ne accorse e nell'arrivare tra quelle distese ove si andavano a fondere i colori trovò il passaggio misterioso ricoperto da fogliame grossolano.
Si chinò, scansò il fogliame e si infilò dentro quel passaggio.
Il passaggio era quasi largo ed alto quanto la sua altezza ma leggermente ripido.
Ancora una volta Clark rivive la sensazione di essere in un passaggio di cui difficilmente dimentica l'odore fuoriuscire da esso; quella specie di tanfo antico racchiuso tra le pareti quasi tonde lasciava al viaggiatore sempre una sensazione di mistero.
Tra le umide pareti Clark pensava a dove lo avrebbe portato e decise di fermarsi un attimo e di riprendere il Libro - forse già sarebbe stata scritta la meta - sperò.
Aprì il libro e mentre alcune goccioline di sudore impregnavano la sua fronte, riaprendo l'ultima pagina si accorse che vi era disegnata una figura; una figura sfocata che non riuscì ad interprentarne alcuna forma sia essa umana sia essa animale o anche lontanamente mitologica.
Sospirò e richiuse il libro.
...continua
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