Chapter Five: Unpleasant experiences||✔
Hogsmeade era ciò che di più magico Lily avesse mai visto. L'aria natalizia aleggiava tra le strade colme di vita, mentre maghi e streghe decoravano le insegne dei negozi.
Lily sorrise, sistemandosi meglio la sua sciarpa rossa e oro attorno al collo. Faceva freddo ma non avrebbe rinunciato per nulla al mondo a quell'uscita.
Le uscite ad Hogsmeade erano sempre molto attese dagli studenti di Hogwarts, forse perchè spezzavano la monotona routine alla quale erano abituati o perché offrivano una scusa perfetta per non fare i compiti di Trasfigurazione.
La Grifondoro adocchiò altri loro compagni aggirarsi per negozi, alla disperata ricerca di un regalo da acquistare per chissà chi. Sarebbe stata un'impresa riuscire a comperare qualcosa visto la quantità di gente che affolla le strada.
Mark, affianco a lei, si girò ad osservare la strada nella quale si trovavano, ispezionando il luogo alla ricerca di un bar in cui entrare. La sua espressione sorprese, comunque sia, Lily: com'era possibile non rimanere affascinati da tutta quella magia? Si disse che Mark, in quanto figlio di maghi, fosse abituato a spettacoli del genere.
Ma per Lily era diverso, ancora non era abituata a tutti quei colori, a tutta quella magia. I suoi pensieri vagarono lontano, raggiungendo il ricordo di sei anni prima, quando ricevette la sua lettera per Hogwarts.
Si prese un attimo per ricordare quel momento, o meglio: il momento. Se non avesse ricevuto la lettera ora sarebbe stata in una scuola babbana, magari con Petunia, a trascorrere una vita normale. Una vita che non lo apparteneva e che non voleva le appartenesse.
-Che ne dici di quel bar lì in fondo?- Il ragazzo le toccò una spalla, indicandole il locale in questione. Dall'esterno pareva estremamente caldo e accogliente, dalle vetrate Lily riuscì a vedere i rotondi tavoli in legno ed un camino all'angolo.
Alzò quindi il pollice in aria esclamando un: "perfetto!" per poi incamminarsi assieme a Mark.
Si fecero velocemente largo tra lo folla, raggiungendo la porta in mogano con una certa lentezza. La quantità di persone presenti ad Hogsmeade era terrificante, pareva si fossero riversati tutti lì in una volta sola.
Nonostante questo i due trovarono il locale semi-vuoto, Lily pensò fosse per l'aspetto trasandato e vecchio del luogo. Ma a lei piacque e Mark non fece commenti.
-Cosa prendi?- Le sorrise in un modo talmente tenero che, per un attimo, Lily pensò che si sarebbe sentita male. Rispose quindi con un: -una cioccolata calda,- puntando lo sguardo da tutt'altra parte.
Mark annuì, incamminandosi verso il bancone.
-Ti va di prendere due posti a sedere? Io intanto ordino.-
E lei non poté far altro che annuire.
La sua scelta ricadde su un tavolo per due, vicino alla vetrata del bar che dava sulla strada principale di Hogsmeade. Da lì si potevano vedere i negozi principali di scherzi, di dolciumi e qualcuno di vestiario.
Mark la raggiunse in fretta, sedendosi davanti a lei con un bel sorriso stampato in viso.
Lily sospirò mentre le veniva servita una cioccolata calda, ringraziò la commessa mentre Mark osservava il cielo dalla finestra. -Hai visto la luna piena di ieri?- Lily annuì, prendendo un sorso della sua bevanda. -Mi sarebbe piaciuto guardarla con te.- Mark si passò una mano tra i capelli, aspettando ansioso una risposta da parte della rossa.
Mark era un bravo ragazzo, di questo era sicura, ma non sapeva se fosse esattamente il suo tipo. Lily socchiuse le labbra mentre il suo volto assumeva una sfumatura tra il rosso ed il rosato, facendola apparire ancora più piccola.
Il romanticismo non era esattamente il suo campo e, nonostante non l'avrebbe mai ammesso, non le piaceva particolarmente.
-Uhm, si, credo che sarebbe stato...carino.- Terminò la frase con un tono di voce esitante, calcando sull'ultima parola in modo che Mark trovò ambiguo. In realtà non era sicura che sarebbe stato anche solo minimamente "carino", ma non aveva importanza. Stava bene in compagnia di Mark, ma non così tanto da infrangere il Coprifuoco per vedere la luna piena assieme a lui.
Mark ribatté con uno scherzoso: -Ma mai quanto guardarla con James.-
Lily si lasciò andare ad una risatina, finendo la sua cioccolata il più velocemente possibile. La ragazza puntò lo sguardo sulla porta, accigliata. Sempre più gente iniziava a farsi spazio nel locale, alla ricerca di un po' di conforto dal freddo e, mano a mano, anche Mark e Lily iniziarono a sentirsi piuttosto stretti.
-Andiamo?- Mark le porse il braccio, osservando l'espressione infastidita di lei per poi alzarsi dalla sedia con un sorriso timido. Di tutta risposta Lily gli fissò il braccio, insicura se accettare o meno, per poi afferrarlo con un lieve sospiro, uscendo dal locale per avviarsi lungo le stradine di Hogsmeade.
**
Sirius sfoderò la bacchetta nell'esatto momento in cui Severus puntò la propria contro la nuca di James, minacciandolo di schiantarlo.
-Posa la bacchetta, Mocciosus.- Sibilò Sirius mentre James sorrideva divertito.
-Subito.- ritrattò Sirius con la mascella tesa e gli occhi scintillanti di rabbia. Eppure, si disse Severus, in quegli occhi così accesi v'era una punta di paura.
Che sia per Potter? Si domandò Severus senza accennare ad abbassare la bacchetta. Non era giusto, non era dannatamente giusto che lo trattassero in quel modo.
In quel momento non gli importava di ferire James ne tanto meno di farlo a Sirius; gli avrebbe dato ciò che meritavano, una volta per tutte.
-Expelliarmus!- Severus non fu abbastanza lesto dal contraccambiare che la sua bacchetta era ormai a terra, a diversi metri di distanza.
Diamine. Si rimproverò Severus, arricciando le labbra per il disappunto. Era solo contro i due Malandrini, senza bacchetta e, di conseguenza, senza protezione. Non andava bene, non andava affatto bene.
-Te la sei cercata, Mocciosus.-
Un attimo dopo Severus si ritrovò a contorcersi in aria, alla ricerca di un qualche appiglio sul quale tenersi. Temeva l'impatto contro il pavimento duro, aveva paura che quella volta si sarebbe fatto davvero male.
Sirius mosse la bacchetta con un fluido movimento della mano, facendo si che Severus roteasse su se stesso un paio di volte. Era furioso con il Serpeverde per aver minacciato James, per avergli puntato contro la sua lurida bacchetta.
Non gliela avrebbe fatta passare liscia, no signore!
-Chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?- urlò Sirius*, mentre un coro d'assenso si diffondeva nel giardino del Castello.
Severus chiuse gli occhi, lo sguardo vitreo rivolto al cielo. Non gli importava delle risate che lo circondavano, né del sorriso sornione di Potter. Era, in un certo senso, abbattuto. Ancora una volta non l'aveva battuto, ancora una volta si era lasciato sopraffare.
L'unico sollievo che riuscì a trovare fu il pensiero che Lily non fosse lì ad assistere.
**
Remus osservò la scena con un senso di nausea mista a soddisfazione.
Nausea nel vedere quello spettacolo non gradito e soddisfazione nel riconoscere il senso di fratellanza che accomunava i due Malandrini. Aveva assistito a tutto il battibecco, prima ancora che arrivassero gli altri studenti ad osservare. Ricordava Severus che si era parato davanti a James, sfidandolo a duello, per poi prenderlo alle spalle e minacciarlo.
Non voleva giustificare ciò che Sirius stava facendo nonostante continuasse a ripetersi che era stato Severus ad iniziare. Eppure, aveva pensato Remus, in qualche modo avrebbe ripagato Sirius, con la sua stessa moneta.
Aspettò pazientemente la fine dello scontro tra Sirius e Severus, osservando il Malandrino salire le scale per dirigersi al dormitorio. Remus si avvolse quindi attorno al mantello dell'invisibilità di James, prestatogli qualche giorno prima, correndo in camera per nascondersi.
-Lunastorta? Codaliscia? Diamine, ma dove sono finiti..?-
Sbuffò Sirius, lanciandosi sul letto. Gli occhi gli si erano chiusi per la stanchezza mentre poggiava la guancia sul cuscino, pronto a farsi un bel sonnellino. Severus l'aveva davvero stancato, doveva ammettere che il ragazzo se la cavava bene con gli incantesimi non verbali, e che era quindi stato difficile tenerlo fermo in aria.
-Sirius Black.- Remus si puntò la bacchetta alla gola, camuffando la sua voce. Ora suonava roca e vagamente invitante. Sirius spalancò gli occhi, circospetto, mentre passava a rassegna ogni angolo della camera.
-Ramoso? Già di ritorno?- Asserì dubbioso, non era affatto certo che fosse stato James a parlare. Remus ghignò dietro al mantello, mentre continuava a parlare.
-Sono la tua coscienza, ragazzo.- Sirius distese le labbra in un accenno di sorriso. Remus si avvicinò lentamente, abbassando il tono della voce.
-Io non ho una coscienza, amico.- Sirius si strofinò gli occhi, sicuro. Non si era mai pentito di una sua azione, proprio perché, secondo lui, non vi era nulla di sbagliato in tutto ciò che faceva.
Probabilmente stava sognando, o magari stava avendo un'allucinazione. In qualsiasi caso non riusciva a credere alle sue orecchie.
-Eppure, Sirius, se sono qui è proprio perchè tu hai dei forti sensi di colpa verso qualcosa o verso qualcuno.- Remus si ritenne profondamente soddisfatto. Non perchè le sue parole avessero fatto tacere Sirius, ma bensì perchè, per una volta, si era sentito un vero Malandrino.
Non più colui che rimediava alle stupidaggini degli altri tre, ma solo un semplice ragazzo che, al contrario delle aspettative altrui, riusciva a burlarsi degli altri.
-Quindi... se è vero che sei la mia conoscenza sicuramente sarai a conoscenza di quello.- Lo sguardo di Sirius indugiò per un istante di troppo su Remus, che credette d'esser caduto in fallo.
-Io so tante cose, caro ragazzo, posso sapere con esattezza a cosa ti riferisci?- Remus si sentì profondamente sollevato quando Sirius spostò lo sguardo, annuendo distratto. -Forse sei solo un allucinazione, dovuta a tutto quel gel che James mette ma è okay. Te lo dirò, è un segreto che tengo con me da tanto. Nemmeno i ragazzi ne sono a conoscenza.- Remus restò sulle spine, cosa poteva aver fatto di così grave Sirius? -Faccio sogni erotici su Remus.- Il ragazzo preso in questione ammutolì, Sirius faceva cosa?!
-Come?- La voce gli si fece leggermente stridula, mentre spalancava gli occhi. Si scoprì inconsciamente interessato alla risposta. Non perchè Sirius lo attraesse in alcun modo, ma perchè avvertiva un profondo disagio. -Si, hai capito. Non hai idea di ciò che gli farei...- Sirius sospirò, mentre Remus tratteneva un urletto. Questo è profondamente sbagliato. Si disse Remus, muovendosi a disagio sotto il mantello. -Mi immagino scene in cui siamo io e lui nel bagno ed io che- Remus lo interruppe, uscendo da sotto il mantello. Il volto pallido e gli occhi spalancati. -TU COSA?!-
Sirius ridacchiò, dando una pacca amichevole all'amico. -Coscienza, eh.- Remus continuò a boccheggiare, profondamente sconvolto dalle parole dell'amico. -Remus, calmati. Pensavi davvero di avermela fatta?- Disse Sirius, lanciandogli uno sguardo divertito. -Quindi era tutto uno scherzo?- Remus vagò con lo sguardo sulle pareti della camera, evitando le iridi scintillanti dell'amico. -Oh, per Godric, si!- Remus sospirò, venendo assalito subito dopo da un dubbio. -Come facevi a sapere che ero io?- Sirius parve riflettere sulla risposta da dare, poi parlò, con voce calma e stanca. -Ti ho visto entrare in stanza e, per la cronaca, io non ho una coscienza.- Remus fece per ribattere quando Sirius uscì dalla stanza, sbattendo la porta dietro di se. Non sono così bravo a fare scherzi, eh. Si disse, sedendosi sconvolto sul letto.
**
Mark accompagnò Lily sino al giardino, dove l'erba era coperta da uno spesso strato di neve.
-Beh, ci vediamo in giro?- Lily annuì, più a se stessa che al ragazzo davanti a lei, sorridendogli.
James era sdraiato a terra, con il mento poggiato contro le braccia incrociate e lo sguardo concentrato puntato dinnanzi a se.
-Ehi, Bambi, che guardi?- Il ragazzo seguì lo sguardo di James, avvistando una disordinata chioma vermiglia ed un'altra bionda.
-Non è irritante, per te? Voglio dire, sono sette anni che la inviti e la risposta è sempre 'no'. Poi arriva il biondino e- James gli scoccò un occhiata truce, fermando sul nascere la frecciatina di Sirius.
-La Evans è solo una sfida, Felpato, ed io ci sto mettendo decisamente troppo tempo a vincerla.- Sirius sogghignò, camminando lentamente verso la ragazza.
-Quindi non ti dispiace se partecipo a questa sfida, giusto?- James fece per ribattere quando la sua visuale fu riempita dal volto di Lily.
Amava infastidire James, e ancora di più amava vederlo così confuso sui suoi stessi sentimenti. James fece per ribattere quando la sua visuale fu attirata dal viso della Evans.
Più precisamente dal volto di Lily incollato a quello di Mark.
Seguì i movimenti del ragazzo con sguardo critico, osservando come le mani di lui avvolgessero la vita sottile della rossa. Era infastidito? Eccome se lo era.
Lily sentì l'aria mancarle: un attimo prima le sue labbra era su quelle del biondo e l'attimo dopo era sotto un cumulo, di altezza considerevole, di neve. Lily si mosse a tentoni, bloccata al suolo da chissà che cosa. Con la mano libera cercò la propria bacchetta, tremando di freddo nel sentire la neve insinuarsi sotto la sua maglia per scontrarsi con la sua pelle.
James guardò corrucciato la scena, come diavolo ho fatto a mancarlo? Si domandò, passandosi una mano tra i capelli. Insomma, Mark era lì, e lui era certo che quella montagna di neve lo avesse colpito invece... Cercò con lo sguardo Sirius, oh, per Godric! Si disse. Ho appena ucciso la Evans e il mio migliore amico!
Intanto, sotto alla neve, Lily si mosse alla ricerca di una via di fuga.
-Luomos Maxima!- Agitò, muovendosi in avanti per andare a scontrarsi con qualcosa. Un qualcosa che, a quanto pare, aveva appena grugnito di dolore.
-Ma che diamine..- Si spostò lateralmente e con leggera fatica, puntando la sottile bacchetta in alto per creare una piccola barriera, giusto per non morire sepolta viva. Poi illuminò.lo spazio davanti a lei, rimanendo scioccata.
-Black? Cosa diamine ci fai sotto di me?- Il tono di Lily si fece accusatorio, mentre puntava i suoi occhi chiari verso Sirius. -Credi che a me piaccia essere schiacciato da te, Evans?- La ragazza ci rifletté, continuando a fissare gli occhi del ragazzo. -Sei troppo vicino, ed io non riesco a respirare.-
Mormorò alla fine, lasciandosi andare ad un imprecazione.
Anche Sirius era furioso.
Furioso con James per aver lanciato un incantesimo così stupido ma, sopratutto, per averlo colpito anche se accidentalmente.
-Sei tu che sei troppo vicina, Evans.- schioccò le dita davanti al suo viso, spalancando gli occhi per sfidarla a controbattere.
Di tutta risposta lei socchiuse le labbra, reprimendo la voglia di schiantarlo. E l'avrebbe volentieri stato se non fosse stato che era troppo vicino e che lo spazio era ridotto; se l'avesse fatto lui le sarebbe finito contro e si sarebbe fatta davvero male. Decise quindi di girarsi per non guardarlo, facendo attenzione a non tirargli un calcio in pieno viso.
-Evans,- La voce del ragazzo si fece tirata, quasi implorante, -non ti muovere, ti scongiuro.-
Lily roteò gli occhi, ignorando i continui commenti del ragazzo.
-Black, non ho intenzione di rimanere con il tuo gomito piantato nelle mie costole, quindi...- Si girò nuovamente, producendo un moto di commenti di disapprovazione da parte Sirius.
-Oh Godric, Evans! Sollevati lentamente con i gomiti non..per Dio, Evans. Ti ho detto sollevati, non 'cerca di ammazzarmi con gli stivali'!-
Lily digrignò i denti, grugnendo con impazienza.
-Posso sapere quale è il tuo problema, Black? Non posso alzarmi visto che la tua massa corporea occupa quasi tutto lo spazio di questa maledetta barriera!- Lily si lasciò andare ad un urlo soffocato: avrebbe ucciso il responsabile di tutto quello.
-Il mio problema, Evans, è sepolto sotto un cumulo di neve e, per di più, è a breve contatto con te, quindi, se ti dico di non muoverti è perchè stai facendo qualcosa che non dovresti fare.- Sirius scoccò un occhiata significativa alla rossa, che prese ad arrossire. -Oh.- Annuì decisa a non muovere nemmeno un muscolo quando sentì il contatto con l'aria. James agitò la bacchetta e il cumulo di neve scomparve.
Di quel passo avrebbe finito per castrarlo, ne era sicuro. Sirius mandò giù un groppo di agitazione mentre osservava la punta dello stivale di Lily farsi sempre più vicino.
Perfetto, assolutamente perfetto! Sarebbe diventato sterile e tutto grazie a James!
Lily fece per muoversi e tentare un incantesimo quando avvertì il contatto con l'aria. Chiuse velocemente gli occhi, abbagliata dall'improvvisa luce del sole, per aprirli qualche secondo dopo.
Potter era davanti a lei, con la bacchetta inclinata e l'espressione concentrata mentre sollevava il cumulo di neve per liberare i due.
-Sirius, cosa diavolo stai facendo sotto la Evans? E tu,- James puntò un dito contro il viso di Lily. -Cosa ci fai sopra Sirius.-
Lily sfruttò velocemente la situazione, rotolando verso destra per distanziarsi il più possibile dai due Grifondoro mentre starnutiva. Le sarebbe venuto un raffreddore, diamine.
-Il problema, Potter, è come io sia finita sopra Black e chi mi abbia sepolta viva assieme a quest'idiota.- Indicò il viso oltraggiato di Sirius, intento a tenersi il cavallo dei pantaloni con le mani.
James deglutì in fretta, osservando Lily. -Sai, ho visto Mark svignarsela, poco fa. Fossi in te mi farei due domande.- Asserì mellifluo James, sorridendo soddisfatto.
Angolo Me:
(*)la frase Sirius: chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus? La frase è di JAMES. Ma ho deciso di prendermi la libertà di farla pronunciare da Sirius perchè sarebbe stato un collegamento necessario per tutta la storia della coscienza ecc. Questo capitolo è stato un vero e proprio parto... ma va bene così. Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto :)
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