Prologo
Angolo autrice***
Salve a tutti e benvenuti in questa storia ri-scritta sulle Cronache di Narnia.
Dico ri-scritta perché molto tempo fa, all'età di 12 anni, scrissi già 3 storie riguardante questo mondo che ho deciso di lasciare sul mio profilo.
Tuttavia, ho deciso anche di rivisitare un pochino la mia versione, dove ovviamente anche il modo in cui lo racconto sarà diverso dato che sono cresciuta.
La trama è sempre più o meno la stessa e spero che vi piaccia.
Buona lettura! :D
C'erano poche cose che spaventavano Emily ed una di queste erano le sirene.
In particolare, le sirene dell'allarme che indicavano un imminente attacco aereo da parte degli stormi nemici.
Dal giorno del grave incidente, Emily aveva incubi continui e le uniche volte che riusciva a dormire era quando Peter le cantava la sua ninna nanna.
L'aveva inventata totalmente da capo e infatti sua sorella Susan aveva commentato più volte la sua enorme fantasia.
Però, quella sera, purtroppo non ci fu molto tempo per cantare le ninne nanne.
Uno stormo di aerei era proprio sopra il loro quartiere e la sirena suonava incessantemente.
Fortunatamente, la famiglia Pevensie possedeva un piccolo rifugio dove si nascondeva fino al cessato attacco.
Essa era formata da cinque fratelli e la loro mamma.
Peter, il più grande e praticamente capo famiglia, avrebbe compiuto 16 anni a breve.
Mentre la madre prendeva le torce per farsi luce nel buio, Peter si assicurò di portare fuori tutti gli altri.
Dopo di lui, di un anno più piccola, c'era Emily: dopo l'incidente, Peter era l'unico della famiglia con la quale si intendeva di più.
Subito dopo, c'era Susan, quella intelligente, quella che cercava sempre una soluzione a tutti, quella che andava bene a scuola.
A metà c'era Edmund, l'ultimo maschio: la guerra aveva accentuato il suo carattere irriverente e a stento ubbidiva alla madre, per non parlare dell'antipatia che riservava al fratello maggiore.
Infine, Lucy, la più piccola, aveva solo 8 anni e avrebbe voluto che la propria vita fosse spensierata, piena di libri di fantasia e giochi.
Tuttavia, quella sera fu trascinata da Susan fuori dal letto per raggiungere il rifugio.
Edmund, invece, parve affascinato dalle luci delle macchine e degli aerei, tanto da restare fisso alla finestra.
-Edmund! Che stai facendo?!- esclamò Peter, chiudendo le tende della finestra.- Sbrigati!-
Susan, Lucy e mamma Helen erano già davanti alla porta in attesa, ma mancava qualcuno.
-Dov'è Emily?- si domandò Lucy, guardandosi intorno.
Aveva ancora la camicia da notte bianca e stringeva il suo orsacchiotto di peluche.
Peter si scambiò uno sguardo di intesa con la madre.- So dove cercare, voi andate!-
Peter immaginò che quello che stesse succedendo stesse paralizzando la povera Emily.
Era la prima volta che succedeva dopo l'incidente.
Così, Peter salì al piano di sopra, sapendo già dove dovesse andare; corse nella camera delle ragazze e aprì l'armadio.
Emily era rannicchiata sotto i vestiti, con le lacrime agli occhi.
-Ehi, sono qui, ti porto via adesso.- le sussurrò, prendendola in braccio con decisione.
Emily era troppo spaventata per parlare e si strinse con le mani al suo collo.
-Ascolta, adesso andremo al rifugio. Tu non guardarti intorno, guarda solo me, va bene?-
La ragazza annuì, deglutendo nervosamente mentre affondava i propri occhi color nocciola nei suoi blu mare.- Non guardo...-
-Sì, bravissima.-
Peter ripercorse le scale in discesa con Emily in braccio, quando si accorse che in tutto quel tempo, Edmund non era ancora uscito di casa.
-Che ti ho detto, Ed?! Va via di lì!-
Edmund stava armeggiando con una foto in bianco e nero di suo padre e, incoraggiato dagli urli furiosi di Peter, entrarono tutti quanti nel rifugio.
-Ma perché non fai mai quello che ti dico?! Potevano ucciderci!- gridò Peter, rosso in viso.- Potevano far del male ad Emily!-
-Peter, smettila!- intervenne Helen, osservando che Edmund non lo aveva fatto apposta, voleva solo tenere con se una foto di suo padre.
Egli era partito per la guerra e non lo vedevano da tanto tempo, per quanto ne sapevano, poteva esser morto.
Dopo essersi calmato, Peter si chinò su Emily che aveva lasciato su un materasso di fortuna. -Va tutto bene, sei stata bravissima.- le disse sorridendo.
Emily continuò a guardarlo negli occhi, calmandosi; ancora non aveva mai riflettuto sul perché quel ragazzo fosse l'unico che la faceva sentire così.
***
Pochi giorni dopo, fu emanato un ordine: tutti i bambini dovevano lasciare la città per la loro sicurezza.
La stazione dei treni si riempì velocemente di bambini di tutte le età, tranne i maggiorenni che erano stati chiamati per partecipare alla guerra.
Peter, Edmund, Emily, Susan e Lucy aveva portato una valigia a testa dato che non possedevano molto.
Dopo aver pagato il biglietto, ad ognuno di loro era stata messa una targhetta al collo per evidenziare la stazione dove sarebbero scesi.
Helen era da molto tempo in contatto con un professore che possedeva una bellissima villa tra le colline che avrebbe ospitato la famiglia.
Mancava poco alla partenza e la donna si assicurò che stessero tutti bene, controllando la giacca di Lucy e il cappellino che le aveva messo sopra i capelli a caschetto marroni.
Li salutò uno ad uno, accarezzando la guancia pallida di Peter e sistemandogli il lungo ciuffo di capelli biondi.
-Ti prenderai cura di loro?-
-Ma certo, mamma.- assicurò lui, abbracciandola.
In quel momento, passò una truppa di soldati che marciavano all'unisono ed Edmund li notò.- Se papà fosse qui non ci farebbe partire.-
-Se papà fosse qui la guerra sarebbe finita e non dovremmo partire.- fece notare Peter.
-Per favore, ascolta tuo fratello.- intervenne Helen, ma quando fece per baciargli la guancia, Edmund si spostò, come imbarazzato.
Infine, Helen si inginocchiò all'altezza di Emily e le prese le mani.- Non importa ciò che succederà...Tu rimarrai la mia bambina.- le sussurrò, guardandola negli occhi.
Emily le sorrise appena.- Grazie...mamma.-
Emily non l'aveva mai chiamata così e quel nome le venne dal cuore, dopo che Helen era stata tanto gentile con lei e le aveva dato un tetto sopra la testa.
A quel punto, il treno sbuffò: Peter prese la piccola Lucy in una mano e quella di Emily con l'altra mentre si dirigevano verso l'entrata, passando tra la folla di persone.
Edmund continuava a ripetere a Susan di non aver bisogno di aiuto e così i fratelli salirono sul treno.
Durante la partenza, riuscirono a trovare un piccolo finestrino alla quale affacciarsi tutti per salutare Helen con la mano.
Emily la vide farsi piccola piccola e al contempo anche il proprio cuore si faceva piccolo piccolo.
Stava andando via di casa, di nuovo, senza sapere dove.
Solo che, questa volta, sarebbe andata molto più lontano.
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