Capitolo 6- Dove una dolce voce si posa:
Lucy era al settimo cielo e Peter si divertiva a saltare nella neve.
Edmund rimaneva ancora abbastanza schivo e Susan non faceva altro che guardarsi intorno, come in attesa di un possibile pericolo.
Emily si ricordava bene la strada per la casa del fauno e così li accompagnò là.
-Era tutto un tuo piano, non è vero?- le chiese Peter, avvicinandosi a lei mentre gli altri tre erano lontani.
Emily cercò di non tradirsi con una smorfia.- In che senso?-
-La palla, il vetro...Era tutto un tuo piano per farci entrare dentro l'armadio.- gli disse il maggiore, con un sopracciglio alzato.
La ragazza fece spallucce.- Non so di cosa stai parlando.- aggiunse, nascondendo un sorrisetto dentro la pelliccia.
-Il signor Tumnus vi piacerà molto: prepara un thè buonissimo e ci saranno tante tante...-
Ad un certo punto, la bambina fu costretta a fermarsi ed Emily capì il perché: la porta d'entrata della casa era sfondata, come se qualcuno fosse entrato con la forza.
Senza pensarci due volte, Emily corse dentro e Lucy con lei.
La casa era stata tutta messa a soqquadro: il quadro del padre del signor Tumnus giaceva a terra con vari graffi sopra, le pentole e i bicchieri erano tutti rotti e le poltrone sottosopra.
Per un attimo, Emily ebbe come un flashback dell'incubo che aveva avuto la sera prima.
Allora era stato come una specie di previsione: Emily aveva visto Tumnus venir portato via.
-Era questo, Peter...- sussurrò, vicino a lui.
-Cosa?- le domandò lui, accigliato.
-Era questo il mio sogno...-
-Chi può aver fatto una cosa del genere?- mugugnò Lucy, intristita.
Subito dopo, frugando in giro, Peter si accorse di un pezzo di pergamena che era stato attaccato al muro.
Lo prese e lesse cosa ci fosse scritto sopra.- Il fauno Tumnus è stato arrestato per alto tradimento, ha conferito con un umano trasgredendo alle regole di Jedis, regina di Narnia. Firmato Mougrim, capo della polizia segreta. Lunga vita alla regina.-
Emily credeva che il fauno sarebbe stato bene dato che aveva saputo che Lucy era andata da lui una seconda volta.
Ma, a quanto sembrava, la stessa notte del proprio sogno, era stato portato via.
-Allora dovremmo tornare indietro subito.- affermò Susan.
-Ma che si fa con il signor Tumnus?- chiese Lucy, preoccupata.
-Beh, se è stato arrestato solo per aver conferito con un umano, non credo che ci sia molto da fare...-
-No.- intervenne Emily, guardandola.- Non capisci? Siamo noi le umane. Jedis deve aver scoperto che ha aiutato me e Lucy. La regina aveva emanato un ordine, che chiunque avesse incontrato degli umani, avrebbe dovuto consegnarli a lei, ma lui non lo ha fatto, ci ha aiutato a scappare e io non ho intenzione di non fare niente.-
-Potremmo chiamare la polizia.- propose Peter.
-Ma sono loro la polizia.- fece notare Susan.
-Perché dovremmo aiutarlo?- intervenne Edmund.- Insomma...E' un criminale.-
Da quando erano giunti a Narnia, Emily aveva subito pensato che Edmund non gliela raccontava giusta.
Prima che potesse ribattere, si udì una vocina provenire da fuori.
Susan vide un uccellino su un albero che sembrava aver detto qualcosa verso di loro.- Quel passero ha detto Psst a noi?-
Emily fu la prima ad uscire fuori e tutti gli altri rimasero dietro le sue spalle.
Se un fauno poteva parlare, allora anche tutti gli altri animali potevano comunicare?
Magari l'uccello voleva dirgli qualcosa.
Emily si avvicinò lentamente all'albero e porse gentilmente la mano verso di lui.
Il passero volò subito sul suo dito ed Emily lo guardò sorridendo: il piumaggio rossiccio e gli occhietti neri.
Di solito gli uccelli hanno paura delle persone, ma questo no.
Pochi attimi dopo, ecco spuntare un secondo animale da un cumoletto di neve: era un castoro marrone e grassottello.
L'uccello volò via quando Peter andò vicino al castoro, cercando di imitare gli stessi gesti di Emily.
-Ciao piccolo, vieni pure.- continuava a dirgli Peter, avvicinandogli una mano al muso.
-Non intendo annusarla se è questo che pensi.-
Quando il castoro parlò, tutti sobbalzarono e sgranarono gli occhi.
Emily aveva ragione, anche gli animali parlavano a Narnia.
-Ops, scusa.- ridacchiò Peter, imbarazzato.
-Emily Pevensie?- domandò successivamente l'animale.
Non appena udì il proprio nome, Emily si avvicinò e il castoro le fece vedere il fazzoletto di seta che aveva dato al fauno.
-E' il fazzoletto che ho regalato al signor...-
-Tumnus, sì...Me lo ha dato prima che lo arrestassero.-
-Ma sta bene?- gli chiese Lucy.
Il castoro si guardò intorno.- E' meglio non parlare qui, non è sicuro.-
Emily si ricordò di quello che Tumnus gli aveva spiegato sulle spie della Strega.- Sta parlando degli alberi.-
-Dove state andando?- esclamò Susan, dopo che Lucy, Peter ed Emily fecero per seguire il castoro.
-Già...Chi ci dice che possiamo fidarci di lui?- fece eco Edmund.
-Ha detto che conosce il fauno.- rispose Peter.
-E' un castoro...Lui non dovrebbe nemmeno parlare!-
Emily guardò Edmund di sottecchi, studiandolo, ma ancora non aveva capito perché si stesse comportando così.- Devi andare da qualche altra parte, Ed?-
Il ragazzo deglutì nervosamente.- N-No...-
-Bene, io vado con lui.- affermò, seguita da Peter e Lucy.
Vedendo che la maggior parte dei fratelli volesse farlo, Susan ed Edmund si arresero e andarono con loro.
***
Quando il sole tramontò, il castoro giunse con i fratelli sopra una collinetta dalla quale si vide un lago ghiacciato sopra la quale vi era una casetta costruita tutta di legno circondata da una diga.
-Oh bene, la signora ha messo su il bollitore!- esclamò il castoro, alludendo al fumo che usciva dal camino.
-Che carina!- commentò Lucy.
-Oh, c'è ancora molto da fare, ma quando sarà finita, sarà perfetta.-
Scesi lungo la collina, i 5 udirono una voce femminile venire verso di loro.
-Castoro, sei tu?! E' tardissimo! Se mi dici che sei stato di nuovo a zonzo con Tasso, io...-
Davanti a loro sbucò una castorina in carne alla quale si illuminarono gli occhi non appena li vide.
-Oh, ma questi non sono tassi...-
-Credo che dovremmo cucinare per qualcuno in più, stasera.- aggiunse l'altro.
La castora prese ad allisciarsi il pelo.- Non credevo che questo giorno sarebbe mai arrivato! Accidenti, guarda in che stato sono, potevi avvertirmi prima!-
-Anche una settimana prima se fosse necessario!- scherzò il castoro, ridacchiando.
Emily non capiva il perché vedere 5 umani fosse per loro un avvenimento importante, ma forse centrava la Strega Bianca,
Così, i due castori li fecero entrare nella casetta ed Emily osservò che Edmund continuava a guardare in un punto preciso, oltre le montagne.
La casetta era troppo bassa per i ragazzi, infatti furono costretti ad accovacciarsi per togliersi le pellicce e tutti quanti, tranne Edmund, si sedettero intorno ad un piccolo tavolo già apparecchiato per la cena.
Il camino era acceso e le candele sparse intorno a loro illuminavano la stanza.
-Possiamo fare qualcosa per il signor Tumnus?- chiese subito Lucy.
-Sarà stato portato al castello della regina e da lì sono veramente pochi quelli che sono tornati.- rispose il castoro.
-E dove si trova?-
-Tra le due colline a nord, non lontano da qui.-
Proprio dove continuava a guardare Edmund, pensò Emily.
-Ma non ti preoccupare, cara, c'è ancora speranza.- intervenne la castora, distribuendo dei piccoli piatti pieni di pesciolini al forno e patatine fritte.
-Oh, più che una speranza!- esclamò il castoro, sorseggiando da una mezza pinta.- Aslan sta tornando ormai.- gli sussurrò, come fosse un segreto.
Non appena Emily udì quel nome, iniziò a sentirsi in modo strano.
Il cuore le batteva a mille, la pelle le rabbrividì.
Non seppe dire se fosse una bella o una brutta sensazione.
-Chi è Aslan?- intervenne Edmund, digrignando i denti, come se quel nome gli facesse ribrezzo.
Il castoro prese a ridere.- Chi è Aslan?! Ah, divertente!-
Tuttavia, la castora gli fece notare dagli sguardi dei ragazzi che davvero non avessero idea di chi fosse Aslan.
-D-Davvero non lo sapete?-
-Beh, non è che siamo qui da molto.- commentò Peter.
-E' solo l'autorità massima...Il vero re di Narnia!- affermò il castoro, con tono fiero.
-Lui è stato lontano per tanto tempo, ma ora è ricomparso e vi sta aspettando alla Tavola di Pietra.-
-Aspetta noi?- balbettò Lucy.
-Che mi tocca sentire! Non sanno nemmeno dell'antica profezia!- sospirò il castoro.
-Bene, quindi signor castoro, sarà meglio illuminarli.- gli disse l'altra.
-Quindi...Aslan che ritorna, Tumnus arrestato, la polizia segreta, tutto sta accadendo a causa vostra!-
Susan lo guardò sbalordita.- Incolpa noi?-
-No! Non vi incolpa, vi sta ringraziando.- rispose la castora, sorridendo.
-C'è una profezia: quando sul trono di Cair Palver vi siederà di Adamo il discendente, il male verrà sconfitto all'istante.-
-E' stato predetto, molto tempo fa, che due figli di Adamo e due figlie di Eva avrebbero sconfitto la Strega Bianca e riportato la pace a Narnia.-
Ora finalmente Emily capiva il motivo per cui i castori erano affascinati nel vedere degli umani e soprattutto perché Jedis li rinnegasse.
Aveva paura che avrebbero potuto mettere fine al suo regno.
Tuttavia, dei ragazzi grandi come Peter e Susan non avrebbero mai creduto ad una cosa del genere.
E, soprattutto, si era parlato di due figli di Adamo e due figlie di Eva, non tre.
Probabilmente Emily non centrava in tutto questo e ciò la fece sentire un po' triste.
-Aslan sta già radunando le vostre truppe.- aggiunse il castoro.
-Le nostre cosa...? Ascoltate, deve esserci un errore, noi non siamo eroi...- balbettò Peter.
-Nostra madre ci ha allontanati per salvarci dalla guerra: è impensabile per noi una cosa del genere!- esclamò Susan.
Proprio come credeva Emily, loro avevano paura.
-Mi dispiace, ma noi dobbiamo tornare a casa.- continuò Peter, alzandosi da terra.
-Ma non potete andarvene!-
-Ha ragione! Dobbiamo aiutare il signor Tumnus!- gli disse Lucy.
-Noi non ne siamo in grado, Lucy...Mi dispiace.-
Emily capì che Peter non si aspettasse di dover combattere una vera e propria guerra per salvare il fauno.
Nonostante tutto però, quando Peter fece per chiamare Edmund per tornare a casa, il ragazzo non si trovò da nessuna parte.
-Ed?!-
La casetta era piccola, perciò Edmund non poteva esser lì dentro e Peter crebbe che fosse andato via, lasciandoli lì.
-Ma io lo uccido.- borbottò, stringendo i pugni.
Emily ci rifletté su.- Non credo che ce ne sia bisogno...- gli disse, guardandolo negli occhi.- Forse so dov'è andato.-
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