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Capitolo 7

Scott indagava su tutti. Insegnanti, compagni di scuola, amici... tutti.
Passava le giornate a cercare nuovi indizi e nuove prove. Chiedeva alla polizia di indagare su certe persone e usava il proprio olfatto su chiunque per individuare almeno un po' del mio odore addosso a loro.
Parrish e compagnia bella non erano da meno. Facevano domande anche a chi mi aveva chiesto di prestargli la penna una sola volta. Alla fine, ogni casa di Beacon Hills aveva aperto le porte per far entrare la polizia.
Compresa la casa verde di Theo Raeken.
-Mi dispiace, ma... io non ho né visto né sentito niente.- confermò Theo, seduto sul divano di casa sua e con affianco Parrish, il quale teneva in mano una cartella. -Il che mi sembra un po' strano, perché di certo... avrà urlato, quel povero ragazzo.- i suoi occhi chiari stavano ingannando anche Parrish, mentre i colleghi di mio padre si guardavano in giro per casa per notare qualcosa di anomalo.
Io ed Allison eravamo in salone insieme a loro e desideravo con tutte le mie forze di spingere la polizia verso lo scantinato, dove c'era il mio corpo dentro la cassaforte.
-Stiles indossava questi vestiti il giorno in cui è scomparso.- Parrish mostrò al mio assassino delle pagine di riviste dove c'erano i miei abiti, provocando in lui un moto di passione perversa. Deglutii a vuoto. Mi faceva schifo.
-Che giorno era?-
-Il 15 marzo. Era un venerdì. È scomparso fra le tre e le otto di sera.- Theo scosse la testa e ridiede le pagine con i vestiti a Parrish. -No, purtroppo quel giorno non ho visto niente di strano. Lo ammetto, io e Stiles andavamo nella stessa scuola, ma non frequentavamo gli stessi corsi. Non ho mai avuto modo di parlare con lui, solo con suo padre.- era tranquillo, rilassato, come se non avesse niente da nascondere.
La polizia uscì da casa sua a mani vuote ed Allison dovette trattenermi per non scatenare una bufera nel mio Cielo.
-Cerca di calmarti!-
-Come posso?!- le urlai, intorno a noi prese a nevicare, le onde del mare a pochi metri di distanza si alzarono a dismisura. -Sta ingannando tutti! Nessuno sospetta di lui, nessuno! Voglio giustizia. E l'avrò, costi quel che costi!- le diedi le spalle e presi a camminare sulla sabbia. Era fredda e potevo percepirla anche sotto le scarpe.
Ero arrabbiato. Ogni cosa mi era stata tolta e la vendetta era l'unica pace che potevo avere. Ma non stava arrivando. Dopo un mese dalla mia morte, ancora niente.
Il mare attirò la mia attenzione, come riflesso c'era l'immagine di mio padre. Era il 28 aprile. Dopo il ritrovamento del mio braccialetto d'argento e della mia Jeep, mio padre aveva capito che non c'era alcuna possibilità che io potessi tornare indietro. Per questo svuotò la prima, la seconda e poi la terza bottiglia d'alcol.
Le altre le ruppe tutte.
Battezzò il tavolo, la mobilia, la porta della cucina e finì colmo di graffi e schegge sulle braccia e sul viso, le lacrime a rendere il tutto ancora più orribile.
-Papà!- urlai, inginocchiandomi nell'acqua. Le mie mani tentarono di toccarlo, ma andai a vuoto, bagnandomi la pelle. -Papà, fermati! Che cosa stai facendo?! No! Papà!- le mie lacrime mi offuscarono la vista e caddero nell'acqua salata. Tremavo e urlavo. Urlavo e tremavo. Mi sembrava di rivederlo quando ero piccolo.
Quando era morta mamma, si ubriacava e mi feriva moralmente. Quando ero morto io, non era cambiato niente.
-Papà, smettila! Ti fai male! Papà, ti prego!- volevo che mi sentisse, che si rendesse conto che io ero sempre lì a guardarlo, e che adesso mi stava facendo soffrire. Potevo solo immaginare quello che stava passando. I suoi genitori erano morti, sua moglie era morta e adesso anche suo figlio.
Però a me aveva visto crescere.
Aveva visto i miei primi passi, mi aveva accompagnato al mio primo giorno di scuola, mi aveva insegnato a parlare e non avevo più smesso. Ero rimasto con lui solo per diciotto anni. E per entrambi erano fin troppo pochi.
La porta di casa mia venne abbattuta, Derek e Scott entrarono con la forza e allontanarono mio padre dalle bottiglie. Tornai a respirare e per sbaglio, proprio in quel momento, mi mostrai a loro. La mia immagine venne vista da tutti e tre sui cocci di vetro sparsi sul pavimento. Neanche quando il branco li raggiunse riuscirono a spiegare cos'era successo. Non l'avevo fatto apposta. Non sapevo neanche come ci fossi riuscito.
Allison mi prese per il colletto e per un braccio, tirandomi su e allontanandomi dall'acqua. -Ma sei pazzo?! Adesso ti porteranno con loro per il resto delle loro vite.- mi spiegò, intanto che tentavo di respirare profondamente.
Evitando una sua presunta sfuriata, corsi velocemente verso il gazebo, il quale era apparso vicino a noi. Quando ne avevo bisogno, c'era sempre. Allison salì con me e chiusi gli occhi, lasciando libera la mente. In un attimo, eravamo di fronte casa mia.
-Stiles, aspetta!- Allison tentò di non mettermi fretta, ma io ne avevo tanta. Volevo sapere se mio padre stava bene, quando un abbaio familiare fece bloccare entrambi. Ci voltammo e la mia teoria venne confermata. Prada, il cane di Lydia, stava abbaiando e lei tentava di zittirlo. Mi avvicinai a lei, affiancato da Allison e sgranai gli occhi quando vidi a che cosa stava abbaiando il cane.
Alla casa verde.
-Prada, buono.- Lydia lo tirava per il guinzaglio, ma lui era irremovibile. Lydia guardò la casa che Prada stava odiando con tutte le sue forze e le voci nella sua testa si risvegliarono. Delle domande stavano nascendo dentro di lei, mentre Theo prendeva la spesa dalla sua macchina parcheggiata di fronte al garage. -Va bene, va bene.- disse amichevole, rivolto a Prada.
Desideravo che sparisse, ma fu troppo tardi, perché aveva già visto la mia amica. -Ehi, sei la figlia della Martin, vero?- Lydia ebbe un sussulto. In un certo senso, era la stessa domanda che aveva rivolto a me qualche minuto prima di uccidermi.
Theo alzò le mani, in segno di innocenza nei confronti del cane ed entrò in casa. Anche se Lydia andò a casa mia subito dopo per parlare dell'accaduto, sia io che Allison non ci sentivamo tranquilli. E potevamo confermarlo quando lo vedemmo fissare Lydia attraverso la finestra.
Aveva messo gli occhi su di lei.

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-Kitta <3

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