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Capitolo 3

Scivolavo via.
Questa era la sensazione. La vita mi abbandonava.
Ma non avevo paura.
Però desideravo sentire un ultimo calore, un ultimo tocco di vita. Così, prima di lasciare la Terra, toccai una mano di Lydia con la mia prima che lei svenisse e io me ne andassi.
Ero come svanito. E quando riaprii gli occhi, mi ritrovai in mezzo a un verde luminoso. Fin troppo verde per essere vero. Mi ricordai di Theo, del suo corpo che sovrastava il mio e delle sue labbra umidicce sulla mia pelle.
Intorno a me c'erano gli alberi del bosco di Beacon Hills, ma sapevo che non ero più a casa.
Non molto lontano da me, un lago.
Dentro l'acqua, fra le luci del sole riflesse, riuscivo a vedere i miei cari.
Volevo raggiungerli. Andare da loro. Dirgli cos' era successo.
Non mi tolsi i vestiti per immeggermi e, quando fui completamente avvolto dalla piacevole freschezza dell' acqua, non mi sorpresi nel scoprire che potevo respirare.
Poi presi a guardare la mia famiglia sulla Terra.

-Lydia! Lydia, stai bene?-
A Scott era preso il panico quando aveva visto la nostra amica cadere a terra, che sudava freddo e tremava come una foglia.
Melissa tentava di capire che cosa avesse, ma lasciò correre quando capì che era qualcosa di sovrannaturale. Infatti, Lydia si riprese dopo poco. Gli occhi erano pieni di dolore e ripeteva il mio nome come una cantilena.
-Stiles cosa, Lydia? Che gli è successo?- mio padre si agitò nel sentire il chiaro nome di suo figlio uscire dalle sue labbra. Sapeva che Lydia poteva prevedere la morte.
-Stiles è in pericolo. Gli è successo qualcosa...-
La forza che l'aveva travolta nel percepire la mia sofferenza le stava quasi bloccando la respirazione.
Intanto che Melissa l'aiutava nel riprendere fiato, il branco e mio padre si erano armati di telefono per cercarmi e chiedermi se stavo bene o almeno sapere dove fossi.
-Non mi risponde.- chiuse il telefono Kira.
-Neanche a me.- si allarmò Malia, cominciando a messaggiarmi. -Parte la segreteria telefonica.-
Sto bene. Per voi, io starò sempre bene.
-Non è a casa.- aggiunse mio padre.
-Nessuno della squadra di lacrosse sa dove sia, Mason compreso.- giunse dal corridoio Liam.
Vi prego, non cercatemi. Non trovatemi.
Scott sbuffò pesantemente e io, nonostante non fossi un lupo mannaro, riuscii comunque a percepire la sua rabbia e la sua preoccupazione nei miei confronti dal Cielo o dovunque fossi. -Stiles, dove diavolo sei finito?- sbraitò al vuoto mentre faceva un numero. Quel numero.
Io, sott'acqua, e in quello che sarebbe diventato il mio Cielo, sgranai gli occhi.
Scott aveva mandato un semplice messaggio: "Torna a Beacon Hills. C'è bisogno di te".
Ed è lì che le cose hanno iniziato a precipitare.
Derek si trovava a Los Angeles per rimanerci qualche settimana e godersi la città, ma sapeva che Scott lo avrebbe chiamato solo per emergenza.
Tutti i miei amici avevano un brutto presentimento, soprattutto Lydia e Scott, e si sentivano sperduti e confusi. Serviva ordine e controllo. Serviva Derek.
Mio padre era andato alla centrale a spargere la notizia della mia scomparsa per farmi ritrovare e mettere in moto la propria squadra. Scott andò a casa mia per vedere se ero veramente lì e per annusare i miei vestiti per poter cercare una traccia. Melissa chiamò il signor McCall per chiedergli aiuto, ottenendolo. Il resto del branco andò nei soliti luoghi che frequentavo, cercando la mia Jeep o almeno un oggetto che mi appartenesse e che avevo perso.
Tutto questo in tre ore. Il tempo che ci mise Derek ad arrivare a Beacon Hills.
Bussò alla porta di casa McCall e ad aprirgli fu Melissa. -Gli altri sono in salone.- disse solamente, senza neanche salutarlo.
Derek non era cambiato molto dall'ultima volta che il branco lo aveva visto. Era poco più alto, più robusto e la barba ispida era di qualche giorno.
Scott e il branco lo avevano aspettato dopo avermi cercato senza sosta - mio padre era ancora con la propria squadra di ricerca - e il mio migliore amico aveva preferito aspettare per potergli dire di me di persona, piuttosto che per telefono.
-Ciao, Derek.- sussurrò Scott. Voleva salutarlo veramente, con magari una stretta di mano, ma sapeva che non avevano molto tempo.
-Che è successo?- domandò l'ex Alfa, guardandosi attorno.
Lydia si era leggermente ripresa. Riusciva a stare in piedi, ma era ancora pallida.
Scott andò direttamente al punto: -Stiles è scomparso.-
-Si è messo in qualche guaio?-
-No. Nel senso scomparso scomparso. È da un po' che il Nemeton si è calmato e oggi era una giornata qualsiasi. Stiles doveva venire qui per cenare, ma non è mai arrivato. Non risponde al cellulare, non è in nessuno dei suoi soliti luoghi e nessuno ha più avuto sue notizie dopo che è uscito da scuola.- spiegò Scott, avvicinandosi lentamente a lui.
-Mi ha toccato la mano.-
Tutti si voltarono verso Lydia. I capelli color biondo fragola erano raccolti in una disordinata crocchia, lo sguardo era fisso nel vuoto nonostante davanti a sé stesse verificando il proprio palmo e le proprie dita.
-Era lui, ne sono sicura. Ma il suo tocco era diverso, quasi... freddo.- gli occhi le si riempirono di lacrime e guardò Scott e Derek. -Ho paura che sia troppo tardi.-
Mio fratello sgranò gli occhi, la mascella allentata per lo stupore. -Tardi in che senso?-
-Credo che sia morto.- sussurrò in modo appena udibile.
Il branco si irrigidì. Nessuno disse niente, tranne Malia che aveva iniziato a piangere. -Potresti anche sbagliarti, Lyds.-
-Non lo so. Non ne sono certa.-
-Per me non lo è.- ringhiò Scott, parlando poi al branco. -Finché non lo troviamo, io non ci crederò.- dichiarò.
Derek gli poggiò una mano sulla spalla e lo guardò fiducioso. -Sono con voi. Vi aiuterò a cercare il ragazzino. Devo tanto a tutti voi... e a lui.- confessò alla fine e se avessi avuto un cuore, sarebbe partito a razzo.
Mio padre entrò in casa McCall e, non notando Derek, si rivolse a tutti: -Parrish sta arrivando qui per interrogarvi. Io sono emotivamente coinvolto, quindi non posso partecipare alle ricerche. Ma, se avete un piano per trovare mio figlio, sono con voi.- la vena del suo collo pulsava. Aveva paura anche lui, forse più di tutti.
Dopo mia madre, di certo sarebbe crollato alla scoperta della mia morte.
Nel mio Cielo, qualcuno mi prese per il colletto della maglia e mi tirò fuori dall'acqua. Considerata l'ultima volta che ero stato toccato, urlai in preda al panico, finché non udì una voce.
La sua voce.
-Speravo di non incontrarti mai qui.- mi sorrise in modo radioso Allison Argent.



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-Kitta <3

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