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Palle di neve

Roxy si svegliò di soprassalto. Si accorse che anche Liam si era drizzato a sedere accanto a lei.
- Sarà Simon, se vuoi, vado io- propose Liam. Roxy annuì incerta. Non capiva bene cosa l'aveva svegliata. Rimase ferma sul letto a studiare i rumori della casa. Un bruciore improvviso e continuo le tranciò il respiro, per un attimo temette che fosse il bambino, ma poi la sua testa registrò il punto esatto di provenienza. Non era affatto la pancia. Era come se le sue mani, la sua faccia, le gambe andassero letteralmente a fuoco. Il dolore era talmente forte che non riusciva a muoversi o a parlare, col fiato mozzato. Il segnale terminò all'improvviso. Fece tre profondi respiri incamerando più aria possibile. Fuori si sentiva ancora il frinire degli animali nel bosco vicino e il rumore del vento. Si guardò le cicatrici che aveva sulle braccia e capì: Kathy! Il respiro le si mozzò in gola. Liam era andato al piano sbagliato e Kathy era sola e probabilmente era esplosa in camera sua. Doveva controllare, non aveva tempo di chiamare qualcuno. Si alzò facendo attenzione alla gamba, prese le stampelle e percorse il corridoio fino a girare l'angolo. La camera della ragazza era socchiusa. Aprì la porta e rimase allibita:  il letto era diventato un falò di fiamme blu. C'era un fumo pesante nella stanza. Si coprì il volto con un braccio ed entrò nella stanza.
- Kathy, dove sei? - chiese respirando a fatica. Alla fine la trovò svenuta nella vasca da bagno,  le braccia e le gambe lividi. La nuvola era ancora attorno a lei e rischiarava le mattonelle chiare  lanciando ombre allungate. Roxy lanciò un pugno contro la parete, odiava non poterla aiutare, ma se restava lì sarebbe svenuta anche lei nel giro di poco. Si affrettò verso la porta. Liam doveva aver scoperto anche lui che non si trattava di Simon perché tornò poco dopo portando un estintore. Entrò deciso nella stanza e spense l'incendio. Quindi aprì tutte le finestre. Mrs. Lorenz arrivò poco dopo dal piano di sotto accompagnata da Tom. Era stato l'urlo di Kathy a svegliarli.

- Aspettiamo qui- suggerì Roxy a Tom cercando di incamerare aria sporgendosi dalla finestra. Tossiva senza riuscire a fermarsi.

- Non dovevi entrare nelle tue condizioni- la rimproverò Liam. Roxy annuì senza fiato. Odiava non poter essere di aiuto: Kathy le aveva salvato la vita e ora si sentiva impotente davanti a quella mutazione e ai suoi effetti collaterali. Era così vivo in lei il ricordo dei suoi primi giorni da quarto livello che il pensiero che Kathy fosse in quella situazione perché non aveva saputo arginare Michael la faceva sentire terribilmente in colpa. 
- Dovremmo spostarla- disse Tom vedendo la stanza coperta di fumo .
- Tom, non puoi toccarla!- le ricordo Roxy.
- Posso prenderla in braccio senza toccare le mani...- propose Tom.
- Non sono solo le mani- rispose loro Mrs. Lorenz uscendo dalla stanza tossendo. 
- E' di nuovo completamente coperta dalla nuvola e, poveretta, ha ustioni dappertutto - ammise.
- Ma con Jacob come facevano? - chiese Tom perplesso a Roxy.
- Avevano riempito la stanza di materiale ignifugo e isolante e dormiva a terra, chiuso nella stanza. Quando non si controllava ed esplodeva rimaneva immobile a terra per giorni , a volte sveniva, altre piangeva e basta - sospirò Roxy.
- Noi non la chiuderemo in un stanza -  disse deciso Tom.
- E' anche per la sua sicurezza,  si è fatta molto male. Le coperte hanno funto da accelerante - sospirò Mrs.  Lorenz.
- In palestra tutto sommato era andata meglio- ammise Roxy.
- Non è giusto, lei l'ha fatto solo per colpa di Micheal- sbottò Tom.
- Mi dispiace tanto, Tom - tentò di avvicinarsi a lui Mrs. Lorenz, ma Tom si divincolò dal suo abbraccio e sparì verso i piani bassi. 
- Andate pure a letto, la controllo io - sospirò Mrs. Lorenz. Roxy sentiva il suo senso di colpa come un velo che copriva la sua anima. Quella donna non si sarebbe più liberata dai suoi fantasmi. Michael aveva davvero toccato il fondo. Non aveva più scusanti.
- Se si sveglia, chiamaci! - aggiunse Roxy annuendo, quindi tornò alla loro stanza. Sapeva che, a meno di grossi problemi, Mrs. Lorenz non l'avrebbe affatto chiamata. Quel piccolo fagiolino che le cresceva nella pancia e che rimaneva li appeso alla vita con tutta la sua forza avrebbe cambiato tutto. Forse aveva già iniziato a farlo. Per fortuna David era tornato e lei poteva fare un passo indietro. 
- E' pazzesca quella mutazione, perfino peggio di quella di Micheal e non pensavo fosse possibile - ammise Liam. Roxy non era così stupita, ma Liam non aveva mai visto Jacob nel loro lungo periodo alla Humans. La aiutò a rimettersi a letto.  Roxy si sdraiò accanto a lui.
- Se non potessi toccarti, non so cosa farei- ammise Liam abbattuto massaggiandole la pancia. 
- All'inizio anche tu non sopportavi che ti toccassero. La mutazione è un momento complicato, non vuol dire che sarà così  per sempre - ricordò Roxy.
- Anche io potrei ucciderti, se non stessi molto attenta, ogni volta, specie quando combini qualcuna delle tue... e sai che la gravidanza rende molto nervosi!- ammise Roxy mettendo la mano sopra la sua.
- Per me è solo un incentivo a rigare dritto- sorrise Liam.
- Non stavo parlando solo di te. Ti ricordi in Colorado? - sospirò Roxy.
- Oh, sì, abbiamo distrutto quella camera- sorrise arrossendo Liam.
- Ti ho fatto male- sospirò Roxy.
- Ma non hai fatto apposta... - puntualizzò Liam.
- Quando hai il potere di Kathy o il mio, il "non l'ho fatto apposta" non basta. Dobbiamo pensare a un'altra soluzione... e non solo per lei, ma anche per me, specie con un bambino piccolo in giro per casa che non sarà sempre carino e accomodante. Pensi che nascerà con dei poteri?- aggiunse Roxy cercando di rilassarsi sul cuscino.
- Con le gemelle è stato così, sarà rosso come un diavoletto- annuì Liam grattandole la pancia.

- Appunto le gemelle sono LWF W e David non era mutato quando le hanno concepite. Se questo fagiolino comincia a sparare onde per casa che facciamo? - gli chiese Roxy preoccupata.

-Vedrai che Lorenz saprà cosa fare- disse Liam per tranquillizzarla.
- Lo spero tanto - Roxy chiuse gli occhi e si impose di calmarsi. Povera Kathy!

Quando Kathy si svegliò era nella vasca e si sentiva un bruciore insistente alle braccia e alle gambe. Aprì gli occhi e si bloccò.  La nuvola le arrivava fino alla vita. Provò ad inspirare profondamente e a calmare il battito incessante del suo cuore, ma senza successo.  Perché non se ne andava?!  Si alzò lentamente.  I bordi della vasca erano tutti anneriti, così come le mattonelle del bagno, in parte crepate. Spostò la porta che dava verso la camera e rimase incredula a guardare il letto. Allora ricordò l'incubo: Liv era chiusa in una stanza di vetro e urlava di dolore, una polvere cadeva su di lei dal soffitto. Kathy cercava in ogni modo di entrare, di rompere quel vetro, ma sembrava indistruttibile.  Alla fine il suo fulmine le era rimbalzato addosso: aveva sentito il suo corpo prendere fuoco. Era caduta a terra e aveva teso la sua mano verso Liv, ma lei non l'aveva nemmeno guardata,  le aveva voltato le spalle e l'aveva lasciata lì sola a piangere di dolore. Prima di andarsene però aveva detto: - io morirò ed è tutta colpa tua- .

Kathy sentì la vampate salire di nuovo dentro di lei. Non poteva esplodere ancora lì dentro. Quindi prese la porta e corse nel corridoio ignorando Mrs. Lorenz seduta per terra a pochi passi dalla sua porta. Uscì dalla baita nell'aria fresca del mattino presto. Il sole stava sorgendo all'orizzonte. Corse lontano dalla casa e poi si guardò attorno persa. Vide un sentiero dietro la baita che puntava dritto verso la cima. Col fiatone in gola cominciò a correre,  inciampava e cadeva, ma si rialzava e ripartiva di nuovo, finché non si trovò di fronte ad un lago, esausta. L'acqua era tinta dal rosso profondo del sole che stava bucando l'orizzonte. Si mise a sedere sulla riva e cominciò solo a tirare i sassi. Si sentiva meglio lì. Non si sentiva soffocare come succedeva invece nella baita.

Lì, sola, poteva esplodere senza preoccuparsi, senza controllarsi, senza sentirsi sbagliata. In fine dei conti poteva perdonare a Micheal la prima esplosione: era così tremendamente difficile controllarsi, ma vendere la scuola alla Humans, tradirla per la dottoressa, condannare Liv a quella prigione:questo non poteva perdonarlo. La nuvola lentamente si dissolse fino a rimanere solo appesa alle sue braccia. Si stese a terra e iniziò a respirare. Bruciò l'erba attorno, creando un vago odore d'incenso e cercò di dormire un pochino.

Era ancora lì ad occhi chiusi quando sentì una presenza incombere su di lei. Aprì gli occhi e vide la faccia sorridente di David.
- Nottataccia, mi hanno detto, stai meglio qui? - chiese lui.  Kathy annuì. 
- Mrs. Lorenz aveva paura che fossi scappata- confessò. 
- E dove diavolo potrei andarmene? Non sono suo figlio, non ci tengo ad esplodere il mondo - sbuffò Kathy.  David sorrise. 
- Già che siamo qui, perché non sperimentare un po' - sospirò dopo un attimo di silenzio.
- Che cosa intendi? - fece Kathy stupita.
- Vediamo se troviamo qualcosa che calmi le tue onde, l'acqua aveva funzionato nel ruscello- aggiunse indicando il lago. 
- Finirei per friggere i pesci, ricordi? - negò con la testa Kathy.
- E la neve?- aggiunse curioso.
- E dove sarebbe la neve? - fece stupita  Kathy.
- Proprio dietro quel dislivello c'è un ghiacciaio- indicò David. Kathy sospirò,  ma alla fine si lasciò convincere a provare. Infondo non aveva niente da perdere.
Impiegarono una mezz'ora buona a raggiungere il ghiacciaio. Arrivati là,  David si tolse la maglietta e i pantaloni  e si buttò nella neve facendo l'angelo.
- Sei matto? Ti congelerai!!! - disse Kathy. 
- In realtà è  l'unica cosa che mi fa tornare la sensibilità alla pelle dopo la mia mutazione al terzo livello. Un sollievo che non immagini! Con quelle bruciature dovrebbe darne anche a te- indicò David. Kathy lo guardò indecisa, poi infilò la mano nella neve e finalmente sorrise. Si gettò anche lei sdraiata nella neve. I fulmini scomparvero e finalmente sentiva che il bruciore scemava pian piano.
- Sei un genio! - fece Kathy colpita.
- Affatto, io facevo questa cosa della neve anche quando ero normale, ho sempre adorato cacciare nella neve da ragazzo nella riserva - confessò ridendo con tutti i capelli umidi.
- Allora sei solo strano- rise Kathy.
- Se Mrs Lorenz mi mette il ghiaccio nella vasca forse potrei stare meglio- Kathy pensava ad alta voce. 
- Esatto e potrebbe darti un'occhiata, così capiamo cosa fare- confermò David. A Kathy piaceva che avesse usato il plurale,  che non la abbandonasse al suo problema. 
- Tu come fai a trattenerla?- chiese poi curiosa.
- In realtà io faccio più fatica a scatenarla: penso che si manifesti solo in aiuto di qualcuno che mi sta a cuore. Quel tornado però non è il potere più interessante che ho avuto in dono. - sospirò. 
- Ti riferisci al tuo esperimento? - chiese Kathy curiosa.
- Esatto.Io vi vedo, Kathy, vi vedo tutti- sorrise David.
- Certo, anche io ti vedo, per quello basta il siero, non serve essere mutanti- disse Kathy alzandosi dalla neve e passando la mano nei capelli bagnati. Era una sensazione meravigliosa.
- Non solo tu che sei davanti a me, Kathy, io vedo tutti voi, tutti i miei ragazzi mutanti, percepisco dove sono, se stanno male, se hanno bisogno di me e posso provare a dare loro sollievo- spiegò meglio David.
- Aspetta, allora possiamo trovare Liv e gli altri!- disse Kathy eccitata.
- Temo siano troppo lontani, ma se dovessi avvicinarmi, presumo sarebbe possibile- ammise.
- Questo non c'è scritto!- disse Kathy eccitata.
- Dove?- chiese David. 
- Questo potere e la tua onda, il tornado insomma... non ci sono nel manuale! Come ho fatto a non accorgermene prima! E' come se il quarto e il quinto livello fossero ignorati per gli oro completi, probabilmente perché non ci è ancora arrivato nessuno, probabilmente perché non sono mai riusciti a far sopravvivere un oro completo oltre il terzo livello- disse Kathy pensando ad alta voce.
- Se stai dicendo che sono un miracolato, tranquilla, mi ci sento ogni giorno, specie dopo l'ultima mutazione: mi sento come rinato. Se l'avessi fatto prima di quell'orribile giorno, forse avrei potuto rispedire quegli uomini da dove erano venuti e salvare tutti voi... e questo ti giuro non me lo perdonerò mai- ammise David. Kathy si stese nuovamente  nella neve e respirò profondamente.  Non sapeva cosa rispondergli: l'infausto destino che era toccato a Liv la tormentava.

- Hai già ripreso a guardare i manuali? Ogni distrazione per non pensare all'onda è una buona idea. Passeggiate, tablet, capriole nella neve: tutto quello che ti viene in mente e che non ti fa scattare è il benvenuto. Forse Simon e Tom possono aiutarti coi manuali ... - alzò le spalle David.
- Tom è sempre occupato -  rispose alzando le spalle Kathy.
- Tom era sempre occupato, fare bricolage non è un impiego - puntualizzò David ridendo.
- In ogni caso penso che nemmeno una bomba atomica riuscirebbe a staccarlo da te al momento - sospirò David.
- E' che ho davvero il terrore di fargli male, specie dopo questa notte, non so se è una buona idea che mi stia vicino - confessò agitata Kathy alzandosi dalla neve. 
- Potete sempre fare a pallate! - scherzò David tirandole un pezzo di neve in faccia. Kathy lo guardò irritata e poi rispose al fuoco. David la guardava ridere e cercare di nascondersi dietro le rocce.  In quel momento si rese conto di quanto gli fosse mancato il suo ruolo. Adorava davvero ognuno di quei ragazzi, dal profondo del cuore ed era pronto a tutto per proteggere chi era rimasto e per cercare chi era stato rapito. Non aveva più paura.  Aveva di nuovo uno scopo nella vita.




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