Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Dettagli

25 Luglio 2054, Svizzera, The Lotus Academy

Kathy si massaggiò gli occhi stanchi e si rassettò la coda: quelle morbide onde cineree fluttuavano spinte come da un vento invisibile. Sentiva l'aria condizionata accarezzarle il collo fino a farla rabbrividire. Allargò il video sul tablet e studiò le sigle sul fondo dell'immagine almeno per la millesima volta. La ragazza che vedeva riflessa nello schermo non era più solo una sedicenne che voleva con tutta sé stessa fare colpo su un talent scout di Harvard. Quei sei mesi l'avevano trasformata profondamente nell'animo e nel corpo. Portava scolpite sulla pelle le cicatrici dei suoi errori. Aveva dovuto mettere tutto in discussione, giorno dopo giorno, in quella pazza scuola. L'avevano mutata e ora che sapeva da cosa l'avevano salvata capiva di non poter più tornare indietro e fingere semplicemente che nulla fosse accaduto. Risalì versò il centro dell'immagine: un ragazzo legato a un lettino. Non aveva mai conosciuto Jacob. Non si faceva troppe illusioni: in un'altra vita forse a mala pena si sarebbe accorta di lui. Eppure, condividevano qualcosa di unico e rarissimo al mondo: una sequenza di geni LWF B e W. Fece ripartire il video. L'audio non lo metteva mai: troppo agghiacciante. Bloccò l'immagine sui fulmini di elettricità statica che dipartivano dal corpo esanime di Jacob.

Allargò sul volto di Jacob. Il colore dei suoi occhi la lasciava sempre senza fiato: era come se emanassero luce. Non era qualcosa di normale. Forse nessuno di loro lo era dopotutto, quanto meno dopo la mutazione. Sapeva di non poter più tornare indietro. Tutto sommato col suo potere le era andata abbastanza bene. In qualche modo riusciva a conviverci anche se ormai tutti non la guardavano più allo stesso modo. Non era mai stata popolare nella vecchia scuola, ma non era tanto quello a darle fastidio. Era che smettessero di parlare quando si avvicinava. A volte dai loro pensieri riusciva a ricostruire il discorso, altre volte invece sentiva solo pietà ed era ciò che più la irritava. I pensieri delle persone sono complicati, aveva imparato: non sempre filano dritti verso la meta, assomigliano più a quelle vecchie trasmissioni radio dove ogni tanto il segnale manca perché disturbato. I pensieri mutano, si trasformano, si interrompono. E quando si trovava in mezzo a tante persone aveva imparato a fingere che fossero come rumore di fondo. Era questione di sopravvivenza altrimenti rischiava di essere subissata dalle loro angosce, dai loro dubbi, tutti assieme riversati su di lei. Un fiume in piena da cui si sentiva soffocare.

Quella ragazza dagli occhi grigi non era più una sedicenne qualunque: ora mezzo mondo sapeva il suo nome, ma non era mai stato quello a interessarla. Voleva solo indietro la sua vita e al momento non c'era ancora riuscita. Il senato americano aveva istituito una commissione d'inchiesta. Helene Wolfe si era dimessa dall'incarico di governo. Poteva sembrare un gran risultato. A Kathy sembrava solo una mossa per distogliere l'attenzione dal vero obbiettivo: la lista. Per ora nessuno aveva ancora messo in calendario la loro proposta di cancellarla. Certo quella donna meritava la gogna, ma se quella "lista" non fosse caduta nessuno di loro sarebbe potuto mai tornare a casa, specialmente ora che il mondo sapeva cosa poteva fare un LWF mutato. L'anonimato era la loro unica speranza.

- Kathy, possiamo avere la tua attenzione? - la voce di Mrs. Sullivan piccata la riportò nella sua classe. Kathy sospirò e assentì. Da quando Mrs. Sullivan aveva preso il controllo della loro formazione si sentiva molto scorata. Studiò lo sguardo severo della sua professoressa sotto al caschetto castano. Ariel, la sua vecchia tutor, era sempre stata materna, comprensiva. Le bastava che non facesse confusione, guardasse la sua lezione e facesse i compiti. A Mrs. Sullivan quel ruolo era sempre stato stretto. Kathy non capiva come potesse anche solo fingere che la situazione fosse uguale a quella della sua vecchia scuola. Erano in guerra, in emergenza. Sapere come funziona esattamente un organo del suo corpo le sembrava una gran perdita di tempo. Tutti quei nomi di cellule le si mischiavano nella mente. Lei aveva quel filmato e molti buchi ancora da colmare. Se non fosse stato per Mrs. Sullivan e quel filmato che aveva contribuito a recuperare probabilmente la sua petizione sarebbe suonata come un urlo in un pozzo buio e vuoto.

Si aspettava che proprio lei capisse che la funzione degli epatociti del fegato poteva aspettare. Alice Sullivan aveva perso tutto a causa sua e della sua storia, questo lo sapeva, ma non aveva chiesto lei che sostituisse il sangue col suo. Poteva limitarsi a segnalarla alla Lotus. Anche se avesse imparato le cause di una cirrosi epatica, non avrebbe potuto in alcun modo cambiare la loro situazione o ridare alla professoressa la sua vita. La vera "bile" Kathy la sentiva in gola quando guardava quel filmato o una foto della dottoressa Helene Wolfe. C'erano molte parti della storia di quella donna che non riusciva a digerire, punti oscuri e molti dubbi. La verità è tutta questione di dettagli e non poteva fare a meno di pensare che un dettaglio fondamentale in quell'enorme indagine le fosse sfuggito. Ed era certa di averlo lì davanti ai suoi occhi, scritto a chiare lettere in quel video.

- Quindi giovedì faccio domande a tappeto sul funzionamento del fegato - concluse Mrs. Sullivan. La classe reagì esplicitando il generale malcontento. In realtà definirli classe non era esattamente corretto, ma comunque più appropriato che in precedenza: due nuovi LWF erano stati portati in salvo visto che ancora la lista non ne voleva sapere di cadere.

Liv si girò a squadrare la ragazza dietro a Kathy. Una cascata di capelli biondi e lisci su due occhi azzurri e un corpo nervoso. Josefine era tutto ciò che Kathy aveva perso: bella e normale. E lei non sarebbe cambiata essendo un blu, a parte gli occhi che sarebbe diventati sempre più profondamente blu. Questo un po' la irritava. Josefine era intelligente e solare. Sembrava fosse in gita scolastica alla Lotus: sorrideva sempre a parte quando portava i suoi occhi su Kathy. Kathy non l'aveva ancora colta in fragrante coi pensieri, ma era abbastanza certa di non starle per nulla simpatica. Con Liv invece sembrava andare d'amore e d'accordo, come se si conoscessero da sempre, condividevano l'amore smisurato per i manga giapponesi, parlavano solo di fumetti che lei non aveva nemmeno mai sentito nominare. Se non fosse che veniva da Houston, avrebbe giurato che fossero state a scuole insieme. Per non farsi mancare nulla era un genio della matematica e aiutava tutti coi compiti. Kathy non le aveva mai chiesto aiuto. Le bastava dove arrivava con la sua testa. Forse era orgogliosa, ma non poteva essere solo una sua impressione: quando Josefine la incrociava, il suo sorriso si tingeva in un ghigno.

Non ultimo, Josefine aveva un gemello di nome Simon. Stessi lineamenti nordici, stesso sorriso disegnato sulla faccia, stessi occhi di ghiaccio. Essendo gemelli ovviamente erano entrambi LWF B e avevano catalizzato abbastanza in fretta l'attenzione di tutta la scuola. Simon era più simpatico di sua sorella. Non le dava fastidio, anzi: era divertente. Però Liv davanti a lui era diversa. Rideva nervosamente o viceversa non spiccicava parola. Avrebbe voluto chiederle se le piaceva, ma parlare con Liv era diventata un'impresa ardua. Era vero che la sua storia con Tom stava proseguendo bene e anche lei aveva meno tempo da passare con Liv, ma quando Tom era impegnato avrebbe tanto voluto, invece aveva ricevuto un due di picche dietro l'altro.

A volte si sentiva trasparente, come se loro vivessero in un universo parallelo e lei fosse rimasta tagliata fuori. L'indagine non era più un segreto e nemmeno il forum e Liv si era disinteressata a quella storia ogni giorno di più. Erano tutti e tre blu, terribilmente blu. Troppo blu. Quando se ne era lamentata con Tom qualche sera prima, sdraiati sul divano del piano zero a chiacchierare, lui aveva sorriso: "il gene LWS B è il più comune e il più facile da individuare senza errori". Scientificamente lo capiva, per qualche motivo però la disturbava lo stesso.

Sentirsi diversa non le piaceva, aveva sempre preferito il gioco di squadra. Le piaceva essere parte di qualcosa, lottare per uno scopo. Era stato così con Michael e poi con Tom e Liv. Ma Liv ormai era uscita dai giochi e il pensiero di Michael la tormentava. Era sparito nel nulla. A Berlino la squadra della Lotus aveva trovato solo tracce di sangue e una TV accesa, oltre a molta droga. Sulla TV era bloccata il fermo immagine della firma di quella petizione: il logo della Lotus Academy. Eppure, Michael non era tornato. Perché? Forse era morto. Una parte di lei, nonostante tutto, a quel pensiero si sentiva franare le gambe. Ovviamente non aveva avuto il coraggio di parlarne con Tom. Era sempre stato molto geloso del suo rapporto precedente con Michael, anche se tra loro era finita prima di cominciare e nel peggiore dei modi possibili.

Kathy lasciò uscire gli altri per l'intervallo e riaccese il video sospirando. Mrs. Sullivan le chiese se non volesse uscire, ma Kathy era già persa nei suoi pensieri. Alice Sullivan non aveva bisogno di vedere il suo schermo per sapere che cosa Kathy stesse facendo: era più di un mese che la ragazza si distraeva a guardare quel filmato agghiacciante in classe. Era preoccupata per lei: aveva paura che si fosse persa in quella storia pur di scappare dalla sua realtà. D'altronde l'infermiera della scuola e moglie del fondatore, Mrs. Lorenz le aveva rivelato la verità: Kathy senza saperlo aveva ancora due frammenti di vetro nella schiena e nessuno sapeva se e quando si sarebbero mossi. Non sapeva mai cosa dirle. Di solito ci sapeva fare con gli adolescenti, ma Kathy non era più un adolescente qualsiasi era un mutante ed una sopravvissuta a rischio.

Aveva fatto di tutto per salvarla, ma sembrava non bastare mai. Era come se quei ragazzi fossero destinati a una morte infausta. Non voleva andare ad un altro funerale: le era bastato quello di Jacob. E ora che sapeva la verità, come tutti, non poteva più fingere. Aveva provato tante volte la tentazione di contattare i genitori di Kathy per dir loro che era al sicuro nella scuola, ma ogni volta cancellava quel messaggio. Non poteva mentire. Kathy rischiava ancora di morire, non era al sicuro e non poteva che sentirsi in parte responsabile di quello che le era capitato. Ritornò alla scrivania e finse di analizzare alcuni fogli: la studiava di sottecchi. Un'enorme cicatrice gli rigava la pelle chiara del braccio lasciata scoperta dalla maglietta a maniche corte col logo della scuola. Certi segni semplicemente sono per sempre: Kathy non sarebbe più tornata quella di prima, anche se fosse tornata a casa sulle sue gambe. E questo pensiero più di tutti la tormentava. Poteva tingersi i capelli o indossare delle lenti a contatto e fingere di non sentire cosa le altre persone pensassero, ma in fondo una mutazione è per sempre.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro