Aquila
David e Kathy stavano puntando dritti a sud - ovest. A Kathy sembrava assurdo che David ora riuscisse a percorrere tutti quei chilometri in un solo giorno, riposandosi così poco. Forse era la paura, forse era veramente il miracolo del quarto stadio. Stavano salendo un pendio sotto il sole pieno del tardo pomeriggio: Kathy sentiva l'acqua di un ruscello gorgogliare nelle vicinanze, si stirò lentamente la schiena e poi cominciò ad avvicinare le mani tra di loro. I fulmini si fusero fino a creare un'unica grande palla. Kathy stava per richiamare l'attenzione di David soddisfatta quando vide in lontananza un elicottero che si avvicinava dalla valle.
- Ce n'è un altro, ore 15- disse Kathy decisa. David le aveva insegnato quel gergo il giorno precedente chiedendole di fare da sentinella per lui ora che avrebbe dovuto voltare le spalle alla valle per trascinarla. A Kathy faceva molto ridere, anche se sapeva che quegli elicotteri non erano affatto un gioco. David si voltò indietro senza fiato. Poi si guardò attorno e cambiò direzione accelerando verso il bosco.
- Tieniti - urlò. Entrò nella foresta fitta e corse finché si trovò di fronte il fiumiciattolo. Trasportò Kathy dietro un cespuglio al riparo e poi si sedette esausto accanto a lei. Tirò fuori il cannocchiale dalla borsa e controllò la vallata.
- Un altro elicottero noleggiato - sospirò col fiato corto.
- Sei certo che non sia sempre lo stesso di ieri? - chiese Kathy. David inspirò e ammise che non ne aveva idea.
- Non possiamo stare sul sentiero, tra meno di un'ora la valle sprofonderà nell'ombra e tu attirerai quegli elicotteri come un faro. Devo trovare un rifugio. Aspettami qui e niente giochini coi fulmini. - disse severo. Kathy lo guardò sbalordito, come aveva fatto a vederla?
Kathy rimase lì nascosta nell'ombra senza osare muoversi studiando i rumori del bosco. Sentiva diversi fruscii nella foresta e poi udì il grido di un'aquila sopra di lei. Era lì da diversi giorni: David diceva che sentiva l'odore del suo sangue e la stava tenendo d'occhio come possibile preda. Il solo pensiero le faceva venire la pelle d'oca: si chiedeva se si trattasse dell'aquila nominata da Simon. Notò diversi uccelli prendere il volo dalle cime degli alberi e poi l'aquila calò in picchiata fino al fiume e si fermò sul cespuglio a fissarla intensamente. Quegli occhi gialli le davano i brividi. Non poté che immaginare il suo cadavere a terra con quell'uccello che le beccava la carne rosso vivo. Il fulmine partì senza preavviso diretto verso l'uccello dalle sue mani. L'uccello scattò in volo e gridò pesantemente. Il fulmine incenerì la cupola del cespuglio e si scaricò sulle rocce del fiume. La foresta precipitò nel silenzio. Un rumore la fece voltare verso monte di scatto, aveva già un braccio pronto a scagliare.
- Non avevo detto niente giochini coi fulmini? - disse David procedendo verso lei a mani alzate lentamente. Kathy arrossì.
- Ma c'era l'aquila là sul cespuglio. - protestò.
- Non ti mangerà finché sei viva, ti sta solo tenendo d'occhio. - le disse David lanciando gli occhi al cielo. Per quanto inquietante fosse e questo lo capiva, lanciare fulmini non era il miglior modo per passare inosservati ed uscire da quella valle il prima possibile.
- Beh, forse adesso non mi terrà più d'occhio. - disse decisa Kathy un po' arrabbiata.
- L' elicottero comunque è tornato indietro, meglio accamparci per la notte e mangiare qualcosa: c'è una grotta qui su, seguendo il fiume. In una trentina di minuti dovrei farcela. Non...- cominciò David.
- Giocare coi fulmini, ho capito. Non sono una bambina - sbuffò Kathy. David fece un profondo respiro, liberò il materassino da sotto il cespuglio e prese a seguire il fiume. C'era qualcosa in quell'acqua che cadeva rotolando verso valle che gli ricordava i primi tempi al sito B. Sua moglie lo seguiva spesso nelle passeggiate e gli leggeva in testa come nessuna donna aveva mai saputo fare, d'altronde era una LWF W mutata, una bianca. Era ovvio che lo sapesse fare. Si chiese come stesse andando al sito B. Se solo fosse riuscito a rifare quello che aveva fatto la notte della mutazione quando era certo di aver visto Angela, avrebbe potuto controllare la situazione.
Quando arrivarono alla grotta David nascose il materassino in un angolo dietro una roccia e aiutò Kathy a scendere e sgranchirsi un po' le gambe. Riusciva a muovere le dita dei piedi e questo era quasi un miracolo. Il dolore alla schiena era aumentato in quei giorni, ma per David non era affatto un brutto segno, anzi. Controllò la sua ferita sulla schiena e la pulì. Le bruciature sulle gambe andavano meglio, ma non sapeva cosa fare per le braccia ancora coperte a folate dalla nube elettrica: aveva dovuto togliere le bende per paura che prendessero fuoco o che si attaccassero alla carne. Aiutò Kathy a mangiare e quindi rimasero lì nell'oscurità calante a guardare la valle che sprofondava nel buio. Con Kathy non serviva nemmeno il fuoco, bastavano le sue mani a rischiarare la caverna e tenere lontano gli animali. In fondo David pensò che quell'aquila non si sarebbe più fatta vedere, riconosceva un essere più mortale di lui e Kathy al momento lo era sicuramente. Notò la luce di un elicottero più a valle che girava in circolo a partire dalla capanna che lui aveva distrutto.
- Un turista non andrebbe mai in volo di notte- sospirò.
- Cosa vuole ancora la Humans? - chiese Kathy spazientita. David la guardò soltanto.
- NO, basta, non ne posso più di loro, sono stanca - fece Kathy al limite delle lacrime dopo aver letto la mente di David.
- Sta tranquilla, se andiamo via da questa valle non ci troveranno e il crinale è vicino, sono pacatamente ottimista - aggiunse David studiando l'orizzonte. La scuola ormai era lontana, non più visibile nemmeno col cannocchiale, nascosta dietro una vetta montuosa.
- Posso farti una domanda? - intervenne dopo un attimo di silenzio. Kathy lo invitò a proseguire.
- Roxy mi ha detto che continuavi a guardare e riguardare il video della mutazione di Jacob, lei pensava fosse per paura, ma io non credo, se ti conosco abbastanza bene ormai, come penso. Tu cercavi qualcosa... ma cosa? - aggiunse David curioso.
- Ho trovato quello che cercavo... Il volto di un uomo che il mondo intero riteneva morto- disse decisa. David la guardò perplessa.
- Nel video di Jacob c'era un altro medico che controllava la sua mutazione: si vede dalla porta a vetri. Per il riconoscimento facciale e per il mio occhio quell'uomo è George Feltman. Tom però non era d'accordo... - ricordò Kathy. David la guardò stupito.
- Tu ti ricordi del suo incidente? Io ero troppo piccola- chiese Kathy.
- Si certo, ero ben attento a quel nome in quegli anni. Avevo appena scoperto di essere un LWF: mi avevano escluso dall'esercito e messo nella "lista". Non avevo nulla da fare, mi ero rintanato in uno squallido motel a Dallas: lavoravo alcune ore al giorno da un meccanico di auto elettriche e per il resto me ne stavo lì sul letto a mangiare cibo spazzatura e a bere birra. Ero mezzo ubriaco quasi tutto il tempo. Penso che quell'uomo non mi abbia licenziato solo per pietà. Se Ariel mi avesse visto così probabilmente sarebbe scappata. Comunque, ho guardato quelle dirette per notti intere. Se non ricordo male, era finito fuori strada contro un pilone di un cavalcavia a Washington. La sua auto era esplosa prima che arrivassero i soccorsi. Avevano tirato fuori il suo cadavere carbonizzato e irriconoscibile. So cosa pensi... ma la macchina era la sua e hanno trovato sciolto attaccato ai denti del cadavere un impianto che lui aveva fatto anni prima e il numero di serie coincideva. Lo ricordo esattamente perché so di aver pensato che io probabilmente sarei rimasto catalogato come sconosciuto in una situazione del genere e il pensiero era molto triste- ammise David.
- David sono certa che fosse lui nel video, era invecchiato certo, era pelato, ma ti giuro che era lui- disse convinta la ragazza.
- E se avesse messo il suo impianto a qualcun altro da sacrificare il suo posto? - propose Kathy.
- Mi sembra un po' stiracchiata come ipotesi. Però mi ricordo che il momento non era buono nemmeno per lui, nonostante il Nobel, anzi. L'FDA gli aveva appena rigettato la proposta di sperimentazione umana del siero, mentre in Europa la sperimentazione dei cerotti di Lorenz era ormai certa. Molti avevano pensato si fosse suicidato. Un premio Nobel che si suicida... Ai tempi era stata una vera bomba mediatica. Poi era uscito quel manuale e tutti avevano pensato che fosse per quello che era stato ucciso da qualcuno. - aggiunse David ricordando.
- Tu lo sapevi che l'ultima versione di quel manuale risale a meno di tre anni fa? - chiese Kathy
- No- ammise David.
- Dal funerale di Feltman, forse falsificando la sua firma, è già stato modificato in 15 versioni diverse. Quando sono arrivati quegli uomini, stavo confrontando le varie versioni con Simon e c'erano tantissime differenze, in realtà quelle 15 versioni e quel programma per i confronti sono persi per sempre sul mio tablet, a scuola - curvò le spalle Kathy.
- Quello che sicuramente posso dire è che dopo Jacob quel manuale è stato modificato ancora e o l'ha fatto un vate o c'è qualcuno che sta facendo esperimenti su altri LWF, anche dopo che voi avete liberato Michael, Tom, Roxy e gli altri, quindi io credo che il laboratorio che avete assaltato non fosse l'unico- concluse Kathy.
- In realtà credo che il tuo tablet ce l'abbia Roxy. Mi ha contatto con quello e sono abbastanza certo di averla vista salire sull'elicottero col tablet sulle ginocchia. Penso l'abbia trovato in biblioteca. Potresti ripartire con le tue ricerche una volta arrivati al sito B- propose David. Le sembrava una buona idea che non si fissasse troppo sui fulmini e sulla sua mutazione.
- Potrei farlo con Simon, certo! - disse Kathy speranzosa. Vide David abbassare le spalle.
- Cos'è successo a Simon? - chiese lei allora. David tentennò per un attimo, non voleva che avesse una crisi, ma doveva dirle la verità.
- È stato colpito da quattro siringhe. Quando è partito per il sito B era sotto antisiero, come altri ragazzi, ma non devi perdere la speranza: sento che lui è vivo. - disse infine inspirando profondamente.
- E come lo sai? È uno dei tuoi nuovi poteri? - chiese Kathy curiosa.
- Non ne sono ancora certo, ma intendo riprovarci, questa notte. Tranquilla, non sarà qualcosa che possa farti del male. Niente onde, niente tornado... che ne dici se proviamo a dormire? - propose David con un sorriso incoraggiante. Kathy sbadigliò sfinita. David la aiutò a sdraiarsi e a girarla sul fianco e le mise una giacca sotto alla testa come cuscino. Le nuvole delle sue mani tremolavano nel buio. David si sdraiò poco distante.
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