🌹Il Sole🌹
"Alfred Woods mi ha chiesto in moglie!"
Urlò Georgiana sorridente. Era passato un altro giorno, le sue condizioni dopo la passeggiata erano precipitate e aveva dovuto rifugiarsi nuovamente nel buio della sua dimora. Era stata presente alla sua "vendita" come l'aveva soprannominata lei, Alfred di fatto si era presentato a suo padre e aveva iniziato a elencare le sue proprietà, la posizione sociale e i benefici che il matrimonio avrebbe portato non solo a Georgiana ma a tutta la famiglia, un'ora interminabile in cui la giovane aveva solo desiderato quello scambio di merci finisse al più presto. Solo a notte fonda Rebecca era scappata dalla sua stanza per raggiungerla. La notizia della proposta la rendeva piena di gioia per la sua amica ma, ciò che aveva visto alcune lune prima, la preoccupava al contempo. Quell'uomo era lascivo, si notava da come si rivolgeva con facilità al cuore di una donna, lo si intuiva dagli sguardi viscidi che lanciava anche alla signora Cordelia.
Georgiana a sua volta era piena d'ansia e di tormenti, era felice ma preoccupata per la piccola Hampton.
"Rebecca, siete sicura di aver fatto la scelta giusta?"
Domandò d'un tratto provocando in Rebecca un dolore acuto alla bocca dello stomaco.
"No. Ieri sera ho provato a far leva sui sensi di colpa di Duncan ma lui è stato inflessibile. Come si può condannare così qualcuno che si ama? Io non potrei mai vivere felice, serena!"
"Lawrence non dovrà mai preoccuparsi di ciò"
"Certo che non dovrà farlo!"
Le parole uscirono veloci come una saetta e l'imbarazzo per ciò che aveva detto la costrinse a nascondere il viso tra le mani.
Lady Wellington sorrise dolcemente, era facile intuire i sentimenti della sua amica e del giovane lord, li trovava infinitamente adorabili.
"Rebecca, perché vi ostinate a rifiutarlo?"
La rossa divenne seria in volto e mordendosi il labbro inferiore si alzò dal letto in cui era comodamente adagiata.
"Ho paura. Io voglio essere libera e nonostante lord Baeliah mi attiri a sé con una forza che non riesco a spiegarmi ho paura di non essere felice."
Finalmente lo aveva ammesso, ciò che provava era genuino, vero. Non sapeva se era amore e in fondo come avrebbe potuto? Non conosceva nulla di quel sentimento.
La graziosa Wellington si alzò a sua volta facendo scivolare sul piccolo corpo la sottana bianca.
A passo lento raggiunse Rebecca che si trovava davanti la finestra intenda ad osservare le stelle.
Georgiana non amava i contatti fisici, era molto restia dal lasciarsi andare in manifestazioni affettuose eppure, in quel momento, voleva solo abbracciare la sua unica amica. Così le cinse i fianchi con le braccia e poggiò il mento sulla spalla sinistra di Rebecca.
"Essere libera non vuol dire privarsi di amare, al contrario significa trovare la nostra libertà al fianco di chi noi, senza forze esterne, scegliamo."
Una sensazione di sollievo si impadronì del cuore di Rebecca, forse era ciò che aveva bisogno di sentirsi dire. Georgiana era saggia e più tempo passava in sua compagnia più aumentava la sua amministrazione. Sì voltò di scatto e avvolse con le sue braccia il collo esile.
"Domani torneremo alle nostre vite, giuratemi che mi scriverete! Vi prego!"
Supplicò mentre il respiro diveniva pesante e la voce rotta dall'emozione. Georgiana di rimando la strinse a sé.
"Ve lo giuro, lo farò di nascosto ma non appena avrò l'opportunità vi scriverò, mi mancherete!"
Le due ragazze rimaserò così, avvinghiate per diversi minuti poi l'ora tarda le costrinse a lasciarsi con la promessa di rivedersi presto.
*********
5/10/1870
Carissima Rebecca,
La data del matrimonio è stata decisa è avverrà il venticinque di questo mese, ci credete? Sarò la signora Woods! Sono felice, il corteggiamento è stato lungo ma mi ha rassicurata, ho parlato spesso con Alfred del mio amore per la lettura, l'arte e ne è rimasto piacevolmente sorpreso. Tuttavia c'è qualcosa in lui che non comprendo, non parla molto e quelle poche volte che mi ha accennato al suo passato ha assunto un'aura triste, piena di malinconia. Sono venuta a conoscenza che sua madre è venuta a mancare in circostanze poco chiare e quest'argomento lo colpisce profondamente, doveva volerle molto bene. Aspetto vostre notizie impaziente, mia madre mi ha messo a conoscenza del grande avvenimento, mia cara sono lieta che infine avete accettato!
La vostra amica,
Georgiana Wellington
10/10/1870
Carissima Georgiana,
Sì, ho accettato la proposta di lord Lawrence ed egli è felice come un fanciullo. Io stessa sono lieta di aver ceduto, ma non sarebbe mai successo senza ciò che mi avete detto la nostra ultima sera insieme. Il nostro matrimonio è previsto per la fine di quest'anno ma lord Beliah insiste per anticiparlo all'ultima settimana di questo mese. Voi e il vostro futuro consorte siete chiaramente invitati alle nozze ma, sono consapevole che non vi vedrò tra gli ospiti. Grazie a voi sembra che il sole stia sorgendo per la prima volta nella mia vita e, da ciò che leggo, anche nella vostra. Spero di potervi incontrare presto.
La vostra,
Rebecca Hampton
*Spazio autrice*
Il capitolo è un po' scarno e forse troppo veloce ma è l'ultimo di questo genere, dal prossimo dimenticate l'aura da salotto perché inizieremo a inoltrarci tra la polvere e il fango delle strade londinesi.
Ah un piccolo appunto, in età vittoriana era d'obbligo accertarsi che il matrimonio convenisse ad entrambe le famiglie. Solo i poveri si sposavano per amore e per i ricchi tale scopo nuziale era considerato grossolano, quasi di cattivo gusto.
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