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XVIII




PRESENT



H. 17:25

... Tornati ai nostri lettini notai di aver lasciato il cellulare in bella vista sopra l'asciugamano, " Cazzo, qualcuno avrebbe potuto rubarlo!", lo presi per controllare se fosse arrivato qualche messaggio e in effetti ne era arrivato uno, aprii la notifica ed era Lucrezia.



From: Lucrezia
"Mi hai lasciata sola Ander"
"Proprio ora che avevo più bisogno di te"


Rimasi immobile davanti al cellulare sbarrando gli occhi, non riuscivo a capire il perché di quel messaggio da parte di Lucrezia, ero completamente bloccato, le sue parole continuavano a risuonare nella mia testa, feci uno scatto indietro portando entrambe le mani sulle orecchie tentando di farla smettere, subito tutti i ragazzi corsero nella mia direzione vedendomi fare quel gesto, cercando di capire cosa stesse succedendo, li vedevo parlarmi ma riuscivo ad sentire le loro voci, « Cosa mi sta succedendo? » urlai poco prima di udire un silenzio assordante.




QUALCHE ORA PRIMA...



14-11-19
H. 16:00


....Iniziarono a salirmi brutti pensieri, il nostro quartiere era sempre stato tranquillo, non riuscivo a capire chi poteva essere stato, " E se tutto questo fosse collegato? Lucrezia aggredita, Omàr scomparso nel nulla, e se fosse stata la stessa persona che ha rubato la mia lista?", scossi la testa energicamente per scrollare via tutti i pensieri e tornare lucido avvicinandomi sempre più all'enorme porta bianca.

Continuai a chiamare nuovamente Omàr, nel mentre poggiai la testa sulla porta ed inizia a darle dei calci per sfogare il nervoso, improvvisamente avvertii un calore sulla schiena, tentai di girarmi ma riconobbi la sua chioma bionda, era Carla che mi stava abbracciando, « Ander calmati! Io sono qui con te ».
"Perché deve succedermi tutto questo? Trovo la ragazza che mi piace e perdo i miei amici, la ragazza che mi piace continua a rifiutarmi ed i miei amici vengono aggrediti,  ed ora la persona che meno mi aspettavo è qui dietro di me ad abbracciarmi?".
« Smettila Ander e fai l'uomo, devi reagire! » aggiunse stringendomi ancora più forte cercando di limitare i miei movimenti, le lacrime erano tornate a scendere e non riuscivo a fermarle, «Ora girati e andiamo a cercare il tuo amico!» disse contro la mia schiena, mi voltai lentamente e ci ritrovammo faccia a faccia, con una mano asciugò entrambi i miei occhi e con estrema dolcezza mi stampò un bacio casto sulle labbra, «Andiamo dal tuo amico Ander! » disse poco prima di iniziare a camminare con passo veloce verso l'uscita dell'ospedale.

Mentre mi lasciavo trascinare dal suo braccio verso l'esterno dell'ospedale notai che prese il cellulare dalla sua borsetta e fece una chiamata di qualche secondo, di cui non riuscii ad ascoltare il contenuto perché i miei pensieri e le mie paura superavamo il livello della sua voce.
Una volta usciti ritrovammo nuovamente l'autista con la macchina che ci aveva scortato precedentemente, "Ci ha aspettati tutto questo tempo?", mi chiesi ma smisi subito di farmi domande ed entrammo velocemente in auto.
Iniziammo subito ad avviarci verso casa di Omàr, sentivo Carla bisbigliare qualcosa all'autista ma non riuscii a capire bene, ero completamente estraniato, il mio corpo era in quella macchina ma la mia testa era altrove, così iniziai a guardare fuori dal finestrino per cercare di isolarmi e assimilare tutta la situazione.




H. 17:25

BARCELLONA

« Andiamo a farci un ultimo bagno? » le dissi poco prima di alzarmi di scatto dal lettino ed avvicinarmi al suo, « Dai sù, alza le chiappe piccola Carla» provai ad insistere vedendola rimanere impassibile al mio invito, cominciai a smuoverle il lettino dove continuava a fingere di non sentirmi,  « Dai non ignorarmi» aggiunsi, poco prima di ricevere un enorme cocktail gelido in pieno viso, «Questo è tutto per te Ander così la smetti di disturbarmi! » disse iniziando a correre verso il mare.
I brividi iniziarono a percorrere ogni angolo del mio corpo, rimasi qualche istante immobile per poi iniziare a correrle dietro, « Adesso ti faccio vedere io! » le urlai raggiungendola sul bagnasciuga, la presi in braccio caricandola su una spalla ed iniziai a correre dentro l'acqua, fermandomi improvvisamente nel bel mezzo.
« Adesso vediamo come ne uscirai piccola Carla » esclamai, « Ti prego Ander, non farlo » tentò di dirmi quando senza farla finire la gettai in acqua.
« Questa me la paghi Ander, ti giuro » disse non appena uscì da sott'acqua, « Ti assicuro che questa non te la faccio passare piccolo stronzetto » continuò, cominciai a ridere iniziando a schizzarle l'acqua in faccia, immediatamente si girò di schiena per evitare che l'acqua le entrasse nuovamente negli occhi così io ne approfittai per avvicinarmi ad abbracciarla, iniziò subito a sgomitare ma riuscii a calmarla quando le afferrai il viso e la baciai.
« Ragazzi! » un voce lontana sembrava richiamarci, «Ander! Carla! parliamo con voi » continuò, ci staccammo ed erano Nadia e Omàr, « Raggiungeteci anche voi! » risposi agitando le braccia, iniziando ad avvicinarmi, « Dai ragazzi un ultimo bagno prima
di andare in Ospedale da Lucrezia » aggiunsi, « No Ander, dobbiamo andare da Lucrezia » rispose Nadia, « Esci fuori immediatamente che altrimenti non facciamo in tempo ad asciugarci » aggiunse iniziando ad avanzare all'interno dell'acqua, « Dai Omàr buttati, tanto abbiamo ancora un po' di tempo » urlai ad entrambi provocando degli sguardi straniti da parte di tutta la spiaggia.
« Posso continuare ad urlare se volete ragazzi, oppure preferite entrare? » provai a minacciarli, si guardarono per qualche secondo bisbigliando qualcosa e finalmente entrarono in acqua, « Eccoci Ander basta che la finisci » aggiunse Nadia.
Rimanemmo per un bel po' di tempo in acqua, fin quando Carla ci fece notare che avevamo quasi tutti entrambe le mani lesse così decidemmo di uscire e tornare ai nostri lettini per asciugarci e goderci le ultime ore di sole prima di tornare verso casa, oggi era il nostro ultimo giorno al mare.
Tornati ai nostri lettini notai di aver lasciato il cellulare in bella vista sopra l'asciugamano, " Cazzo, qualcuno avrebbe potuto rubarlo!", lo presi per controllare se fosse arrivato qualche messaggio e in effetti ne era arrivato uno, aprii la notifica ed era Lucrezia.


From: Lucrezia
"Mi hai lasciata sola Ander"
"Proprio ora che avevo più bisogno di te"


Rimasi immobile davanti al cellulare sbarrando gli occhi, non riuscivo a capire il motivo di quel messaggio da parte di Lucrezia, ero completamente bloccato, le sue parole continuavano a risuonare nella mia testa, feci uno scatto indietro portando entrambe le mani sulle orecchie tentando di farla smettere, subito tutti i ragazzi corsero nella mia direzione vedendomi fare quel gesto, iniziarono a cercare di capire cosa stesse succedendo, li vedevo parlarmi ma riuscivo a sentire le loro voci, « Cosa mi sta succedendo? » urlai poco prima di udire un silenzio assordante, chiusi gli occhi e li riaprii dopo qualche secondo.

I ragazzi erano sdraiati sui loro lettini ad asciugarsi, guardai nuovamente il cellulare che era ancora nelle mie mani ed erano passati all'incirca 10 minuti dall'ultima volta che lo avevo visto, sembrava fosse successo tutto nella mia testa, così provai a sdraiarmi sul lettino e chiusi nuovamente gli occhi quando udii una voce in lontananza chiamare il mio nome, aprii immediatamente gli occhi e da seduto tentai di capire chi fosse ma non vidi nessuno di mia conoscenza, rimasi seduto ed udii nuovamente quella voce questa volta provenire da molto più vicino, cominciai a girarmi nervosamente in tutte le direzioni, notavo i miei amici rimanere impassibili come se quella voce fosse solo nelle mie orecchie, nella mia testa, così quando la udii nuovamente e sempre più vicino mi alzai di scatto provocandomi dei capogiri, iniziai nuovamente a guardarmi intorno sempre più nervosamente fin quando non vidi tutto nero.

«Ander, Ander svegliati! Siamo arrivati davanti casa di Omàr » esclamò una voce femminile, « Ander ti prego svegliati » aggiunse mentre iniziavo ad aprire gli occhi riconobbi la voce, era quella di Carla, ed eravamo nella macchina con cui eravamo andati all'ospedale, solo che ora ci trovavamo davanti casa di Omàr.

"Avevo appena avuto un incubo".



H. 17:45


Eravamo davanti casa di Omàr, ero ancora completamente scosso dall'incubo che avevo appena avuto e dalla situazione di Lucrezia, mi feci coraggio e scesi dalla macchina e cominciai a camminare spedito verso il suo appartamento, " Ti prego fa che sta bene!", nel frattempo continuavo a chiamare ma ancora nessuna risposta, mi voltai per vedere se Carla fosse con me ed era qualche metro più dietro che scriveva sul cellulare.
Arrivato davanti alla porta di casa mi bloccai, non sapevo se bussare oppure no per la paura che fosse successo qualcosa anche a lui, non me lo sarei perdonato, improvvisamente una mano spuntò dalle mie spalle bussando energicamente, era Carla, aveva notato che mi ero bloccato di nuovo, mi girai accennandole un sorriso e attendemmo immobili lì davanti, dopo qualche istante che non ricevemmo nessuna risposta provammo nuovamente ma questa volta sia suonando il campanello che bussando alla porta con forza, « Omàr sono Ander, aprimi ti prego» cominciai ad urlare fin quando non udimmo un piccolo lamento provenire dall'interno, accostai l'orecchio alla porta per ascoltare meglio o se ci fossimo sbagliati ma lo sentii di nuovo, « Omàr aprimi! » urlai, « Qualcuno gli sta facendo del male Carla, dobbiamo fare qualcosa! » aggiunsi guardandola, iniziammo a calciare e bussare urlando il suo nome fin quando non udimmo il rumore della serratura, qualcuno stava aprendo la porta, era Omàr.

Gli saltai addosso d'istinto abbracciandolo forte, «Ehy ehy Amico, a cosa devo tutto questo affetto?» disse con voce assonnata, mi scansai leggermente continuando a tenerlo fra le mie braccia per guardarlo meglio « Stai bene? Stai bene amico? » sbottai cominciando a scrutare ogni parte del suo corpo, «Ehy Ander sto iniziando a preoccuparmi, vuoi dirmi cosa sta succedendo? » disse quasi stizzito, « Sono felice che stai bene, ma vuoi dirmi perché non rispondi al cellulare? » esclamai abbracciandolo di nuovo, «Credo di aver lasciato il mio cellulare nella tua camera del college quando siamo stati lì questa mattina » disse liberandosi dal mio abbraccio, « Ma avevo intenzione di venire a riprenderlo questa sera! » aggiunse, « No assolutamente! Non devi uscire » gli risposi quasi con le lacrime agli occhi, « Amico mi stai facendo paura ora » disse iniziando ad indietreggiare, « Puoi dirmi cosa cazzo sta succedendo? Perché hai preso a pugni la mi porta? Perché sei venuto accompagnato e soprattutto perché mi dici di non uscire? » sbottò con voce alta, abbassai la testa e non riuscii a trattenere le lacrime che iniziarono a scendere bloccandomi nuovamente, « La tua amica è stata aggredita ed ora è in terapia intensiva, ecco perché Ander è in questo stato » la voce di Carla proveniente dalle mie spalle fu come una lama nel petto, «Avevamo paura ti fosse successo qualcosa anche a te, per questo abbiamo preso a calci la porta » continuò avvicinandosi a me abbracciandomi.
Dopo qualche istante di silenzio alzai la testa e vidi Omàr con gli occhi sbarrati immobile a fissare il vuoto, « Scusa amico, avevo paura per te! » sussurrai con un filo di voce, lo vidi cambiare sguardo e correre verso la sua camera senza dire nulla, tornato disse solamente una frase « Andiamo subito da Lucrezia ».
Ci avviamo velocemente verso la macchina e ci dirigemmo immediatamente verso l'ospedale.

Arrivati corremmo subito al reparto dov'era Lucrezia, la mamma accolse Omàr con un grande abbraccio ed entrambi esplosero in un pianto liberatorio, mi avvicinai e delicatamente mi inserii nell'abbraccio, «Lucrezia ne uscirà più forte di prima » sbottai trattenendo a stento le lacrime, « Devo scoprire chi è stato, devo fargliela pagare » continuai guardando la madre di Lucrezia, «Vi prego ragazzi non fate nulla di insensato, ci penserà la polizia » mi rispose iniziando ad accarezzarmi con dolcezza mentre le lacrime continuavano a solcare il suo viso, « Ora se volete potete entrare a vederla, ma solo uno alla volta » ci avvisò poco prima di avviarsi verso altre persone che erano appena arrivate, " Stanno arrivando tutti i parenti, la cosa si sta facendo troppo seria ed ho troppa paura per Lù", una voce mi richiamò dai miei pensieri, era Omàr che nel frattempo si era avvicinato alla porta bianca, «Posso entrare per primo Ander? » disse con gli occhi lucidi e la voce tremolante, « Okay vai Omàr io entrerò subito dopo » gli risposi poco prima di vederlo sparire dietro la porta.

Mi girai cercando Carla, l'avevo trascurata lasciandola sola in disparte, non l'avevo resa partecipe di tutto questo, ma avevo notato il grande gesto che aveva fatto per me, " Non me lo aspettavo proprio!".
Iniziai a cercarla perché non riuscivo a vederla nel corridoio dove eravamo, svoltai l'angolo ed era proprio lì a parlare al cellulare, attesi che finisse e mi avvicinai abbracciandola forte a me, « Grazie Carla, grazie davvero » le sussurrai vicino l'orecchio, tirandosi indietro mi stampò un bacio sulle labbra e mi disse «Non devi ringraziarmi, ora devi pensare a Lucrezia», la abbracciai ancora più forte quando udii il rumore della porta bianca aprirsi e Omàr camminare a passo svelto verso il corridoio dove ci trovavamo poco prima, "Okay allora la situazione è davvero più grave di quello che pensavo", mi staccai da Carla e mi avviai velocemente verso la porta ed entrai.
Un lungo corridoio proseguiva dietro essa con tante stanze messe in fila una dietro l'altra, iniziai a camminare cercando di capire dove fosse, non avevo chiesto nessuna informazione perciò ero totalmente alla cieca, cominciai a sbirciare dall'uscio delle porte e dopo qualche tentativo, la trovai.

Era completamente livida in viso, un enorme ematoma le ricopriva la parte sinistra dell'occhio, aveva tutte escoriazioni sulle braccia e sul viso, non potevo avvicinarmi e toccarla per paura di provocarle qualche infezione, « Lù... » tentai di chiamarla, « Ti ricordi quello che ci eravamo promessi? Ti ricordi di tutto quello che abbiamo passato insieme? Ci eravamo promessi di esserci sempre l'uno per l'altra e che non ci saremmo mai abbandonati, ricordo ancora quando mi dicesti che mi facevo troppe paranoie, che questo mi avrebbe portato a non vivere a pieno la mia vita ma vedi,  se ieri io ti avessi accompagnato a casa, questo non sarebbe mai accaduto e ti giuro troverò quel pezzo di merda che ti ha conciata in questo modo e gliela farò pagare»  le dissi poco prima di girarmi e sferrare un pugno verso il muro della stanza, « Lù ti prego se mi stai ascoltando muovi un dito, una mano, ti prego fammelo capire? » continuai, attesi qualche istante ma nulla, nessuna risposta.

Con uno scatto uscii dalla stanza e corsi nel corridoio verso la porta bianca, l'attraversai con impeto e continuai verso la madre di Lucrezia, «Fernanda, dimmi cosa è successo a Lucrezia, ti prego dimmelo!» le dissi quasi urlando per la rabbia che mi aveva scaturito vederla in quel modo, « Ander calmati, ho parlato da poco con i dottori e...» si bloccò, fece un grande sospiro per trattenere le lacrime e continuò , «...E molto probabilmente è stata violentata», quelle parole mi fecero mancare un battito al cuore, mi voltai nuovamente verso il muro e iniziai a prenderlo a pugni finché qualcuno da dietro mi bloccò, era Carla, «Smettila Ander, ti farai male » mi disse nell'orecchio, « Ti prometto che lo troveremo insieme questo bastardo! » continuò, mi girai e mi lasciai cadere con le spalle verso il muro, notai Carla scrivere nuovamente al cellulare poco prima di tornare accanto a me ed iniziare ad accarezzarmi il viso, mi lasciai scivolare fino a terra esplodendo in un pianto liberatorio, " Devo fargliela pagare!".





*SPAZIO AUTORE*
" Spero non mi vogliate male ma la situazione di Lucrezia è ben più complicata, ci sono diversi fattori dietro che purtroppo non potevo raccontare perché si svilupperanno nei capitoli successivi, ora però sapete cosa le è successo, poverina."

Scusate il ritardo, proverò a postare il prima possibile il nuovo capitolo.

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