VI
PAST
09/07/19
h. 09.30
La sveglia del cellulare che si trovava dalla parte opposta della mia camera continuava a suonare incessantemente quella mattina, ero troppo comodo sul letto per alzarmi, dopo qualche imprecazione presi coraggio e mi diressi a disattivarla, in quei momenti avrei voluto avere il potere di Mr. Fantastic per fare in modo di spegnerla senza essermi dovuto spostare.
"Proprio oggi che stavo dormendo cosí bene!", ultimamente mi svegliavo spesso durante la notte, ero irrequieto per questo quando riuscivo a dormire qualche ora di fila non mi svegliavo con molto entusiasmo.
Tornai barcollante verso il letto ma questa volta decisi di sedermi perché se mi fossi sdraiato, molto probabilmente sarei crollato di nuovo. Appoggiai i gomiti sulle ginocchia nude e con una mano mi asciugai il sudore dalla fronte, "okay oggi fa veramente caldo e questo non va bene ", gli ultimi giorni non erano stati dei migliori, dal college mi avevano da poco avvisato che sarei stato in stanza con un ragazzo completamente sconosciuto " spero davvero che si crei una buona intesa, non voglio litigi finendo come sempre per starci male", mi dissero anche che sarei dovuto andare lì nei giorni seguenti per provvedere ai libri di testo e per ritirare le chiavi della camera.
Quello che era successo al campeggio con Sol continuava a torturarmi perché non potevo parlarne con nessuno, "chi mi avrebbe creduto se gli avessi raccontato una storia simile? Un ragazzo come me che un mese e mezzo fa era ancora vergine e non aveva dato neanche un bacio, nel giro di poco tempo aveva avuto un rapporto sessuale con una ragazza appena conosciuta. Per giunta davanti al fuoco mentre tutti dormivano?".
Tutte queste emozioni insieme avevano risvegliato le mie paranoie, "se ci penso, Sol ha fatto bene a non volermi frequentare, chi vorrebbe mai stare con uno come me?", mi ripetevo mentre iniziavo a strofinare entrambe le mani sulla faccia nervosamente, " la prima ragazza che ho baciato ha preferito che rimanessimo amici, e la seconda ha in pratica abusato di me, non volendo più saperne niente, subito dopo.
Credevo di essere diventato un figo, ma confermo quello che pensavo un mese fa, sono un completo sfigato!", le mie mani iniziarono a scendere molto lentamente dal viso, mentre gli occhi si appannavano sempre di più per le lacrime.
La mie prime esperienze erano arrivate tutte troppo in fretta e mi sentivo così solo, non avevo nessuno con cui condividerle, " sono un cazzo di fallito, perché le persone scappano da me?", continuavo a domandarmi, "Comincio a pensare che non sia colpa degli altri se mi scaricano, ma solo ed esclusivamente la mia. Sbaglio sempre ad affezionarmi troppo in fretta".
Mi allungai per prendere il cellulare che avevo lasciato sulla scrivania, passai una mano sugli occhi per asciugare le lacrime e controllai se durante la notte mi avesse cercato qualcuno.
Nulla.
Aprii le finestre per lasciar entrare un po' di aria pulita e mi diressi verso il bagno per fare una doccia veloce, " non ho sentito il solito aroma di caffè che c'è la mattina, sicuramente mamma non è ancora tornata".
Una volta finita uscii dal bagno, con indosso solo l'asciugamano legato in vita, andai ad accertarmi se mia madre fosse arrivata dal viaggio di lavoro.
«Mamma, sei a casa?» urlai, non udii alcuna risposta.
"Strano".
Feci spallucce, e decisi di tornare in camera per uscire e mettere qualcosa sotto i denti.
Frugai velocemente tra i miei vestiti, scelsi di indossare uno skinny jeans tutto strappato, molto utile per le alte temperature ed una T-shirt bianca oversize, con una grande bocca rossa stampata al centro. Volevo stare il più fresco possibile e lo stomaco cominciava a brontolare.
Prima di uscire mi concessi l'ultimo sguardo allo specchio per aggiustarmi i capelli, li avevo lasciati asciugare senza phon e non mi dispiaceva il movimento che avevano preso.
Chiusi la porta di casa e scrissi un messaggio a mia madre per avvisarla che non mi avrebbe trovato al suo ritorno.
To: Mamma
«Oi mamma io sto andando a prendere un caffè da Starbucks. Fammi sapere quando arrivi. Un bacio»
Non feci in tempo ad inviare il messaggio che ricevetti subito la sua risposta.
From:Mamma
« Sono appena atterrata in aeroporto, Ander. Pensavo mi aspettassi a casa ma non c'è problema, ci vediamo dopo»
Lessi il messaggio, le risposi con una emoji e mi incamminai verso Starbucks.
Distava circa 15 minuti a piedi da casa mia, quindi misi le cuffie e cominciai ad ascoltare una playlist.
Mentre mi avvicinavo sempre di più alla caffetteria, un suono dal cellulare richiamò la mia attenzione dalla canzone che stavo ascoltando, così lo presi dalla tasca e controllai: era Omàr.
From: Omàr
« Buongiorno Amico, questa sera ci sei anche tu?»
« Mia sorella mi ha chiesto di uscire con lei ed io so che tu non mi lascerai da solo, vero?»
" Non se ne parla. Questa sera non ci sono, non sono dell'umore adatto",
Rimasi qualche istante a cercare la risposta adatta per declinare l'invito, quando arrivò un altro messaggio.
From: Omàr
«Amico non perdere tempo ad inventare scuse, ti vedo online e ti conosco bene, quindi stasera sei dei nostri»
"Odio quando si risponde da solo, non mi lascia mai libertà di scelta", gli inviai di getto un messaggio altrimenti mi avrebbe incastrato anche questa volta.
To: Omàr
« Omàr non stavo inventando nessuna scusa. È tornata mia madre dal suo viaggio di lavoro e vorrei stare un pochino con lei, non la vedo da una settimana»
Non badai alla strada che avevo percorso e mi ritrovai davanti alla caffetteria, misi il cellulare di nuovo nella tasca dei pantaloni e non attesi una sua risposta.
Entrato mi diressi con passo veloce verso al banco, avendo paura ci fosse molta fila, " non ci credo! Dove sono finiti tutti ?", avevo solo 2 persone davanti a me "sarà mica la mia mattina fortunata?".
Mentre attendevo cominciai a guardarmi attorno, era un posto enorme, sulla mia destra c'erano quattro file di tavoli da quattro persone divisi da una specie di libreria; alternati sugli scaffali c'erano piante e libri, in modo da creare un area per leggere con l'atmosfera soft, rilassante per chi decideva di rimanere. Accostati ai muri si trovavano svariati divani marroni di pelle dall'aspetto invecchiato, (appositamente invecchiata con venature per dare uno stile old ) e alle mie spalle un enorme vetrata con un piccolo banco per chi volesse leggere e guardare il panorama fuori dal locale.
Notai un gruppetto di persone che stava arrivando per ordinare, la ragazza dietro il banco mi distolse dal guardarmi intorno, era arrivato il mio turno, «Buongiorno, cosa posso servirle? » mentre un grande sorriso le si formava sul viso, «Salve a lei, vorrei un Frappuccino al caramello, Grazie », pagai e attesi la mia bevanda davanti al banco.
Per ingannare l'attesa presi il cellulare dalla tasca e andai a controllare se Omàr avesse letto il messaggio, « Mhhh....Prego, questo è il suo» la sua voce mi fece sobbalzare, alzai gli occhi e notai che la ragazza mi stava fissando con il frappuccino fra le mani, " solita figura di merda...".
Presi la bibita con l'unica mano libera e mi voltai velocemente senza accertarmi se non ci fosse nessuno dietro di me, " ho parlato troppo pres..." , quasi tutto il contenuto della bevanda si era appena rovesciato addosso ad una bellissima ragazza, " sei un coglione Ander, sei un grandissimo coglione!".
«Ma sei pazzo?» sbottò lei , «Mi devi scusare, non ho fatto caso fossi dietro di me, scusami davvero» mi gettai immediatamente a cercare di pulirle le scarpe.
Indossava un paio di shorts a vita alta con una cinta di corda beige ed una camicetta lilla legata da una parte sul fianco, lasciando scoperto l'ombelico. Aveva i capelli sciolti di un castano ramato che arrivavano fino al sedere; la vidi tentare di togliersi il liquido di dosso quando visibilmente infastidita mi scansò con la mano, « Lasciami! Lasciami faccio da sola, per oggi hai fatto già abbastanza danni» accennai un sorriso e accettai il suo consiglio dirigendomi verso un tavolo.
Arrivato al tavolo cominciai a sorseggiare quello che rimaneva del frappuccino, presi il cellulare e notai che non c'era ancora nessuna notifica, " meglio così, ha capito che stasera non ci sarò e non ha voglia di rispondermi", un piccolo rumore proveniente dalla parte opposta della libreria mi avvertí che non ero più solo ma che si era appena seduto qualcuno al mio fianco. Continuai a sorseggiare la bevanda senza prestare attenzione a chi fosse, scorsi la Home di Facebook quando udii un violento rumore provenire dall'alto, non feci in tempo ad alzare lo sguardo che mi caddero circa sei o sette libri in testa.
" Io dovevo andarmene quando ho rovesciato il frappuccino addosso a quella ragazza, non dovevo ostinarmi a rimanere qui" un viso familiare si affacciò dalla parte opposta della libreria, era la ragazza di prima, "no, non ci credo!".
Mi massaggiai la testa e strofinai gli occhi per riprendermi dal dolore, «Oddio scusami!» disse rimanendo sbigottita al vedermi «ma... sei ancora tu? Sembra che il karma abbia pareggiato i conti» cominciò a sorridere, " ma io non ti ho fatto male, ti ho solo sporcata!", accennai un piccolo sorriso «Tranquilla, mi hai solamente provocato un trauma cranico, ma sì, probabilmente ora siamo pari», scherzai e la vidi correre subito accanto a me comincinado a massaggiarmi la fronte con le sue mani vellutate, " ti prego non smettere!", chiusi gli occhi e mi feci coccolare per qualche istante, poi improvvisamente si bloccò «Ora siamo alla pari, no?» mi fece una linguaccia e la vidi tornare verso il suo lato del tavolo, i libri che mi erano caduti addosso erano rimasti nel mio lato, " è veramente carina. Avrei preferito che continuasse a massaggiarmi?".
«Senti scusa ehm», si fermò a pensare un attimo «non conosco ancora il tuo nome ma, potresti passarmi il mio libro? C'è una donna in copertina. Grazie » la vidi farmi l'occhiolino.
«Sí, sí certo. Comunque io sono Ander, è stato un piacere scontrarmi con te » le dissi mentre un ghigno si formava sulle mie labbra, « Che simpaticone! Io sono Lucrezia».
Cercai il libro in mezzo a quelli sul tavolo, " mi piacerebbe molto incontrarla di nuovo, come posso fare?, magari senza farci del male ", così decisi di scrivere il mio numero su un piccolo pezzo di carta, lo infilai nel libro e glielo passai.
" Okay l'ho fatto! Chissà se lo troverà e se mi chiamerà" continuavo a chiedermi quando sentii vibrare il cellulare, era un nuovo messaggio.
From: Mamma
«Ander sono a casa»
Non le risposi, bevvi l'ultimo sorso di frappuccino e riordinai il tavolo. Mi alzai e prima di uscire mi voltai a guardare un'ultima volta la ragazza con cui mi ero scontrato. La sorpresi a fissarmi, così le feci un cenno con il braccio per salutarla, " sul serio mi stava guardando? Probabilmente devo avere qualcosa attaccato al sedere!", mi voltai di nuovo, chiusi la porta alle mie spalle e mi avviai verso casa.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro