IV
Avviso: questo capitolo conterrà contenuti sessualmente espliciti.
PRESENT
12/11/19
Provai nuovamente a girarmi ma con un gesto dominante diede un altra tirata ai capelli e mi spinse la testa in avanti, mi ritrovai attaccato al muro del bagno dove ci trovavamo, « Shhhhh ragazzino... » disse alzando l'indice mentre un sorriso malizioso si formava sulle sue labbra.
Sentii un forte calore salire, mi spinsi in avanti per baciarla con passione ma lei cinse la mia testa con entrambe le mani e la spinse verso il basso, iniziai a baciarle i seni, prima con baci e poi con piccoli morsi, quando provai ad usare le mani mi fermò sussurrandomi « Queste non devi usarle...», lasciando scivolare con molta sensualità il suo tubino rosso fino a terra, sembrava fosse passata un eternità.
Indossava solo un paio di mutandine di pizzo, l'istinto di usare le mani per toccarle il corpo si faceva sempre più forte, "....fermo Ander, ha detto di non usarle", continuai a baciarle il ventre e con la lingua formavo piccoli cerchi concentrici intorno ai suoi capezzoli, che nel frattempo si fecero turgidi, alternavo i morsi ai piccoli cerchi con la lingua quando la sentii gemere, alzai gli occhi e notai la sua testa inarcarsi all' indietro, « Non fermarti....» sussurrò e con una mano spinse la mia testa ancora più in basso, m all'altezza dell'ombelico.
Continuai a leccare tutto il suo ventre e con un piccolo morso tentai di sfilarle le mutande, lei con un movimento in avanti mi aiutò, ora il suo corpo era completamente nudo davanti a me, la mia erezione continuava a spingere violentemente contro gli jeans, stava per esplodere.
Mi ritrovai in ginocchio davanti a lei che continuava ad emettere piccoli gemiti, continuai leccando il suo pube liscio fino in basso, la sua mano finí nei miei capelli e cominciò ad indirizzarmi, spinse in tutte le direzioni quando preso da un altro calore mi alzai di colpo, "non ne posso più, devo possederti..." e con un gesto fulmineo slacciai i miei pantaloni per liberare la mia erezione.
Nel frattempo iniziò a fissarmi con uno sguardo di sfida come se le avessi interrotto il suo momento di piacere e senza pensarci troppo la penetrai, entrambi emettemmo un gemito, " sono dentro di lei, che sensazione bellissima ", cominciai a muovermi lentamente per far aumentare il piacere un poco alla volta, presi le sue mani e le spinsi verso l'alto contro il muro, " ora comando io..." e cominciai a baciarla sul collo sempre con più passione mentre aumentavo la velocità con cui entravo dentro di lei poi improvvisamente rallentavo, sentivo il suo corpo supplicarmi di non smettere, continuavo a tenerle stretti i polsi quando con il movimento del bacino mi spinse e uscii da lei, ora ci trovavamo sui lati opposti delle pareti, improvvisamente prese il mio viso e cominciò a baciarmi con passione, con una mano prese la mia erezione e cominciò a masturbarmi, "non smettere, più veloce...".
Mentre il piacere continuava a salire, le tolsi la mano e mi infilai di nuovo dentro di lei, questa volta con movimenti veloci e decisi, continuammo a baciarci con passione quando con uno scatto veloce uscii da lei ed il piacere esplose, entrambi soddisfatti restammo qualche secondo ad ansimare a cercare di prendere fiato. Cominciammo a rivestirci, « Non ricordo di essermi mai fatto una scopata del genere, sei...», non feci in tempo a finire la frase che mi fulminò con lo sguardo ed il suo indice finí sopra le mie labbra bramose delle sue, « Cosa ti ho detto prima ragazzino? Non devi parlare», sbottó e molto velocemente si mise apposto il suo abito ed uscí dal bagno lasciandomi da solo, " cazzo, ma dove corre? Non le è piaciuto?", mi alzai i pantaloni e mi avviai verso l'uscita dei bagni " non le ho chiesto nemmeno il suo nome, è scappata senza dirmi nulla", rimasi perplesso per quello che era accaduto e mi diressi verso i miei amici, " Ander nessuno dovrà sapere quello che è accaduto dentro a qual bagno, assolutamente. " continuavo a ripetermi.
« Amico pensavano ci fossi caduto nel cesso, sono oltre 20 minuti che sei lì dentro e stavamo cominciando a preoccuparci, cosa stavi facendo?», tentai di distogliere i miei pensieri giusto in tempo per rispondere, «Venti minuti? Sul serio Omàr? Comunque se lo vuoi sapere ho vomitato », la prima scusa che mi venne in mente, aggiunsi «Che ne dite se torniamo a casa che non mi sento molto bene?», convinsi tutti a tornare verso casa ma la mia mente era ancora in quel bagno con la ragazza bionda.
Mentre ci accingevamo ad uscire dal locale sentii correre qualcuno alle mie spalle, pensai fosse il solito ubriaco e non mi girai, una mano sulla spalle mi richiamò « Ei tu...», era un barman «Guarda, hai dimenticato questo prima sul banco » e mi passò un piccolo bigliettino, lo ringraziai ma non badai molto al contenuto perché ero ancora scosso da quello che era accaduto poco prima, accompagnai Omàr, Lù e Nadia alla macchina e mi avviai a piedi verso il dormitorio mentre continuavo a giocare con quel bigliettino fra le mani, una volta entrato in camera lo lanciai sulla scrivania insieme ai miei vestiti e mi gettai sul letto senza dargli molta attenzione, crollai quasi subito in un sonno risanatore.
La mattina successiva mi svegliai distrutto, cominciai di nuovo a pensare a quello che era accaduto la sera prima, se fosse stato un sogno oppure realtà, frugai nei miei vestiti che avevo lanciato la notte prima ed il bigliettino era lì, " cazzo allora non era un sogno, è successo davvero" iniziai a scrutarlo con molta attenzione prima di provare a capire in quale momento della serata l'avessi dimenticato, " ma io non ricordo proprio di questo biglietto ", la mia testa era ancora occupata dalla ragazza bionda.
Decisi di aprire il bigliettino e c'era scritto ( RAGAZZINO QUESTO È IL MIO NUMERO).
" Era lei? Era davvero il suo numero?", andai subito in bagno e misi la testa sotto l'acqua, sembrava tutto troppo strano.
PAST
26/06/19
"Veloce a chiudere le valigie che sono tutti sotto casa ad aspettarti...", Omàr continuava a far rombare il motore della macchina per far sentire la sua presenza , ne sentivo il forte rumore dalla mia camera, erano circa 15 minuti che mi attendeva insieme a Nadia e Sol e sicuramente aveva perso la pazienza sia per le ragazze che per le alte temperature che c'erano quella mattina.
Mi affacciai velocemente alla finestra, «Perdonatemi sto arrivando, ora corro», vidi solamente il dito medio di Omàr uscire dal finestrino in risposta, "okay si è incazzato ma lui mi conosce meglio di chiunque altro come sono fatto, sono sbadato e sempre in ritardo", mi affrettai a scendere le scale di casa e corsi velocemente in macchina, il clima all'interno non era come mi sarei aspettato dalla risposta di Omàr con il dito medio ma abbastanza tranquillo. Partimmo immediatamente e all'incirca un oretta dopo arrivammo di fronte ad un enorme insegna con scritto 'Camping Rainbow', non c'era molta gente così non fu eccessiva l'attesa per entrare, decidemmo di mettere le tende vicino ad un albero secolare, con un tronco molto grande e una chioma altrettanto larga per proteggerci dalle forti temperature che c'erano quel giorno.
« Pensi che questa sera riusciremo ad accendere il fuoco Ander?» mi chiese Omàr con fare dubbioso, «Certo amico, dobbiamo solo cercare il posto adatto», mi allontanai un pochino dal punto dove Omàr, Nadia e Cayetana stavano montando le tende, cominciai a scrutare nei dintorni e vidi in lontananza arrivare un altro gruppo di ragazzi sicuramente diretti al nostro stesso albero.
Notai sin da subito una ragazza, capelli castani e ricci che le arrivavano all'altezza delle spalle, occhi grandi ed un bellissimo sorriso, indossava solo il reggiseno del bikini che era di color azzurro e un paio di shorts strappati, si notava molto per la sua esuberanza oltre che per la sua bellezza, la vidi avvicinarsi sempre di più nella mia direzione, cominciai a fissarla insistentemente, " non sta venendo da me, non sta venendo da...", « Ei ciao, ti ho visto arrivare da quell'albero, ti dispiace se prendiamo quello vicino al vostro?», rimasi per qualche secondo in silenzio a guardarla, « Ei tutto apposto amico? Io sono Sol...e tu sei?» e allungò la sua mano, riuscii a sbloccarmi e con molta goffaggine ,« Scusami ero troppo occupato a pensare a...» mi bloccai e mi diedi un bel pizzico sulla coscia "sei impazzito Ander? cosa le stavi dicendo?", « Sì sì certo che potete prendere l'albero vicino al nostro tranquilla » e le sorrisi, « Ti ringrazio ma non mi hai detto ancora il tuo nome » disse facendomi una linguaccia, « Oh scusami hai ragione, io sono Ander Muñoz» le risposi, scoppió a ridere ringraziandomi, «Grazie ancora Ander Muñoz» sottolineando il mio nome e si diresse verso l'albero.
Tornai al nostro piccolo accampamento senza alcun risultato nella ricerca per il fuoco, quella ragazza mi aveva turbato. Arrivò presto la sera e riuscimmo a fare un piccolo fuoco proprio nel mezzo delle nostre due tende, continuai per quasi tutto il pomeriggio ad osservare quella ragazza, notai con molto piacere che ogni tanto anche lei si girava nella mia direzione, finito di cenare decidemmo di andare subito nelle nostre tende per cercare di riposare in modo che la mattina successiva saremmo stati freschi e pieni di energie, fecero lo stesso i ragazzi che erano di fronte a noi, probabilmente erano stanchi per il viaggio, chissà da dove venivano.
All'incirca un oretta dopo esserci messi tutti nelle nostre rispettive tende sentii il bisogno di andare al bagno così uscii silenziosamente dalla tenda e mi avviai verso i bagni pubblici che sfortunatamente trovai tutti occupati, bussai all'ultimo che trovai per vedere se anche questo fosse occupato e nel mentre mi accingevo a controllare si aprì la porta ed era Sol, la ragazza con i capelli castani.
«Oh santo Dio scusami, pensavo fosse libero» lei alzo lo sguardo di poco per poi abbassarlo di nuovo e molto velocemente si diresse verso le tende dei suoi amici senza rivolgermi parola, un dubbio inizio a torturarmi, " aveva gli occhi lucidi o sbaglio?" continuavo a chiedermi, così una volta finito il mio bisogno decisi di andarle a parlare per cercare di esserle d'aiuto.
Era di fronte al loro fuoco tutta da sola, «Ciao Sol, tutto bene? Ti ho vista strana poco fa, ti è successo qualcosa?», alzò appena gli occhi, stava piangendo così mi abbassai e le presi una mano, « Sol cos'hai? Posso aiutarti in qualche...?» non feci in tempo a finire la frase che mi stampò un bacio sulle labbra, ricambiai immediatamente.
Presi sin da subito iniziativa sfiorandole la schiena quando arrivato alla clip del costume che indossava, glielo slacciai e cominciai a baciarle tutto il seno, lei mi spinse a terra e con molta passione mi tirò giù i calzoncini da mare che indossavo, si mise seduta sopra di me e presa la mia erezione la inserì dentro di lei cominciando a muoversi avanti ed indietro, sentivo sempre di più il piacere salire mentre lei continuava ad aumentare e rallentare il ritmo.
La sentivo gemere sopra di me, iniziai a toccarle i seni e le spingevo sempre con più forza la mia erezione dentro di lei quando con uno scatto mi tirai fuori ed esplosi.
Rimanemmo a chiacchierare e farci le coccole per un'ora circa, mi raccontò che non aveva un buon rapporto con il padre, che aveva avuto problemi di dipendenza con la droga ma che ne stava uscendo, la salutai con qualche bacio come se fossimo una coppia e notai che si era tranquillizzata, tornai verso la mia tenda ed appena poggiai la testa sul cuscino, crollai.
La mattina seguente mi alzai prima dei miei amici a causa di un raggio di sole che finiva dritto nei miei occhi, uscii dalla tenda e Sol era insieme ai suoi amici, feci un piccolo cenno per salutarla ma non mi rispose, " che cosa le ho fatto? ieri sera siamo stati benissimo?", mi avvicinai e la chiamai in disparte per chiederle spiegazioni, «È successo qualcosa ieri sera? Perché...non hai risposto al mio saluto?» le chiesi, la vidi sorridere «Ander tranquillo fra di noi non c'è stato nulla, è stata solo una scopata» rimasi scioccato per la freddezza con cui pronunciò quelle parole ma continuai, «Ma... ieri sera mi hai raccontato...» mi fermò subito «Ander smettila avevo solo voglia di sfogarmi e tu eri lì, fine.» continuò «Ora lasciami divertire con i miei amici e tu tornatene dai tuoi» rimasi bloccato tanto da non emettere un fiato e mi allontanai silenziosamente, "sono stato usato, mi ha usato " non facevo altro che ripetermi, " non succederà mai più".
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