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Sussurro.

Collaborazione.
La cena organizzata da Oliver, finí con una sorpresa. La preside voleva sottolineare l'avvicinamento delle case creando una sorta di gruppo d'insegnamento tra i vari professori e nonché direttori delle case.
Hermione doveva lavorare con Draco, mentre Luna assieme ad un ex tassorosso, uno studente più vecchio che non avevano mai sentito nominare: Ken Thorn.
"Oh bene, ci mancava anche questa stupida iniziativa", brontolò la bella grifondoro davanti allo specchio mentre si lavava i denti sporgenti.
"Infondo, infondo avrai qualcosa da guardare", ridette il suo riflesso per poi sparire sapendo che sarebbe stato incantato.
In effetti, la donna doveva ammettere di non essere indifferente alla bellezza di Malfoy. Era quasi ultraterrena perfetta, per non dire divina. Il fisico asciutto ed i lineamenti delicati facevano ricordare l'aspetto aristocratico di Narcissa.
Se ad uno primo sguardo le era sembrato il padre Lucius, ora poteva dire che del padre aveva ereditato solo il colore dei capelli e l'atteggiamento duro su cui era stato plasmato.
Cosa vai a pensare Hermione, disse tra sé la grifondoro.
Lasciò cadere il proprio corpo su una poltrona nera, aprendo un grosso toma azzurro.
Doveva trovare un incantesimo che poteva essere fatto anche tramite una pozione, o magari lei poteva usare un incantesimo e Draco annullarne gli effetti tramite un bezoar...
Tic tic.
La donna alzò lo sguardo alla finestra vedendo una civetta nera dagli occhi gialla che la studiava.
Aprì la ribalta, accarezzò l'animale per poi prendere la lettera verde.
A lettere ordinate, scritte in un corsivo impeccabile, c'era scritto:

Buonasera collega,
Volevo sapere se domani nel tardi pomeriggio potresti venire da me, nel mio ufficio, per poter studiare la lezione congiunta.
Attendo presto una tua risposta.
Draco Malfoy.

La Granger prese un pezzo di pergamena, scrisse due lettere, per poi darla al gufo che la studiava intensamente.

***
Il giovane Malfoy, accomodato davanti al camino, beveva del whisky incendiario mentre era intento a anime animale. Ovvero, un collegamento grazie al quale un mago, in sintonia con la propria bestia addomesticata, può dividere il corpo della creatura, unendo le due anime.
In questo caso, attraverso gli occhi di Schwarz, stava guardando la bruna e folta chioma, della sua compagna di scuola, inclinata su un pezzo di carta.
Apprezzò di buon gusto la carezza sul muso che la donna le fece prima di raggiungere le calde coperte che l'attendevano.

Accetto il tuo invito.
Grazie Draco per aver fatto  tu il primo passo verso di me.
Buonanotte,
Hermione J. Granger.

Il ragazzo lesse la lettera una, due volte finché si addormentò con un sorriso ed una pace interna che non aveva da anni.

***
"Buongiorno Hermione. Dormito bene?", chiese Neville alla propria amica passandole delle frittelle di zucca.
"Sì", ammise la ragazza servendosi due salsicce, "grazie".
La ragazza stava leggendo il Cavillo- aveva iniziato a leggerlo perché Ginny, dopo la morte del signor Lovegood, era stata nominata, da Luna stessa, direttrice- quando un brivido le fece capire di essere studiata da qualcuno.
Alzò lo sguardo.
Nessuno dei ragazzi sembrava guardarla. Aveva un'ottima visione dalla tavolata degli insegnanti. Riusciva a vedere: il piccolo Leonard mangiare le sue omelette, Susan intenta a leggere delle pergamene che aveva sul tavolo. Ed infine, si girò verso il tavolo, semivuoto di casa serpeverde.
"L''ultimo pezzo di Voldemort è tra noi",  mormorò raucamente una voce femminile.
"O mio Dio", urlò la grifondoro, balzando in piedi, "Neville non hai sentito?".
Hermione era scioccata del comportamento menefreghista del collega nei confronti di quel sussurro.
Sicuramente, uno scherzo di qualche studente, non poteva essere.
Aveva ucciso il signor oscuro aiutando Harry. Avevano trovato tutti gli hocrux.
Perché per pezzo probabilmente intendevano quello... o ne mancava uno? Lord Voldermort si era spinto più in là del suo immaginato?
"Stai.. stai bene?", chiese il professore di erbologia, "perché non ho capito bene cosa dovevo sentire?".
"Quella voce gelida che parlava di una parte di tu sai chi... qui!".
"No, no.. lui è Vold è mort!", canticchiò il ragazzo bevendo del caffè italiano.
La scena era stata vista dall'intero corpo studentesco e dei docenti. Il silenzio piombo' nella sala grande, mentre un fulmine tuonò dal soffitto, colpendo la pergamena a mezz'aria.
"Devi venire con me!", ruggí suadente Malfoy alle spalle dell'insegnante, tirandola per un braccio.
"Ma sei impazzito?", gridò la ragazza, facendosi trascinare dall'uomo, "Malfoy, mollani! Non capisci? Sei fortunato, non ti schianto perché sono una signora!".
"Ragazzi va tutto bene. Tornate a fare colazione e poi correte alle aule. Granger non mi schianterai... non abbiamo tempo da perdere per queste frivolezze", affermò Draco, uscendo dalla stanza , a passo veloce e deciso, tirando la collega, verso i propri alloggi.
La loro discussione attirò più sguardi del dovuto.
"Malfoy, giuro che ti trasformo in una cacca secca di uccello. Lo giuro sulla testa di Merlino", ringhiò la donna cercando di resistere alla forza del biondo.
La mano calda e morbida del ragazzo, salda e sicura, guidava la grifondoro fino davanti ad una porta nera, accanto ai sotterranei di pozioni.
La camera di Draco era molto diversa da come Hermione la immaginava. Un letto rosso regnava il centro della camera spoglia addornata solo da un armadio e da una cornice con uno sfondo nero.
"Allora Malfoy, mi spieghi perché cazzo mi hai portato qui? Dobbiamo andare fuori. Hai sentito? Lí fuori c'è ancora l'oscuro signore. Devo fermarlo.. dobbiamo. Questa volta puoi fare pure tu qualcosa", affermò l'insegnante d' incantesimi, guardando gli occhi verdi e scintillanti del Serpeverde, brillare sotto la luce fiocca del candelabro che illuminava la stanza.
"Granger quando imparerai a non essere una sotutto io?", chiese una voce calda, dalla cornice che sembrava vuota.
"Professor Piton."

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