Capitolo 3
«Non può essere.» La voce di Nica, la compagna con cui condividevo appartamento e malanni, mi ridestò dal via vai incessante dei miei pensieri.
La guardai: i lucenti capelli rossi che le ricadevano in avanti come un torrente di fuoco, le dita che carezzavano la superficie liscia della porcellana, una tazza di infuso con fiori di sambuco tra le mani, lo sguardo assorto di chi ha troppi pensieri per accorgersi della realtà.
«E se invece fosse...» Tentò di proseguire, le parole le morirono in gola prima che potesse aggiungere altro.
«Di cosa parli?» Stavolta fui io a dissipare il pensiero in cui era immersa riportandola da me.
Mi guardò. E nei suoi occhi potei scorgere una luce che era dolore e speranza al tempo stesso, un bagliore tale da far dolere anche l' anima soltanto a guardarla.
Silenzio. Le parole finite chissà dove.
«Sai...» Iniziò, nel momento esatto in cui fui sul punto di pensare che non avrebbe più parlato affatto. «Hai presente il sensore al piano di sopra?»
Sì, avevo presente.
Quello abbarbicato sul biancore smunto delle pareti del corridoio, tra le nostre camere. Quello che attivavamo di rado, quando nessuna di noi era in casa, ma che si illuminava ugualmente, sensibile ad ogni movimento.
Lampeggio verde: corpo freddo in movimento.
Rosso: corpo caldo in movimento.
«Lampeggiava verde.»
Silenzio. Le sue parole, il tono con cui aveva parlato, che lasciavano presagire un sottinteso che non avrebbe mai potuto sfuggirmi.
Non poteva essere vero.
«Lampeggiava verde» ripeté. «Stanotte, ma anche le notti passate.Qualche ora prima dell' alba, sempre alla solita ora.»
«Magari una finestra dimenticata aperta...» Azzardai.
«No.» Non riuscii a terminare la frase. «Ho controllato. Nessuna finestra aperta, il climatizzatore spento. Nessuna porta e nient'altro aveva motivo di spostarsi. Entrambe dormivamo.»
Silenzio. Le parole abbarbicate in gola, incapaci di uscire. La colazione che aveva perso ogni attrattiva.
«Mi piace pensare che sia lei » riprese.
Lei. Che ci aveva lasciato troppo presto, tra dolori indicibili.
Lei. Che non avevamo avuto possibilità di salutare.
Lei. Avrebbe potuto essere lei.
«Un ultimo saluto» proseguì.
«Un ultimo addio» le feci eco.
Forse.
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