11
"Posso farmi perdonare?"
"Non hai solo questa da farti perdonare Carter. Questo non cambia niente."
Questo fu lo scambio di parole non appena rientrati nella fortezza. C'era una strano silenzio tuttavia grazie ai miei sensi amplificati per via della trasformazione, riuscii a percepire la presenza se non di tutto di buona parte del branco nella sala.
"Carter oh mio Dio, tesoro mi sei mancato. Spostati idiota, fai passare la tua regina."
Non feci neanche in tempo a realizzare che vidi una ragazza fiondarsi nella braccia del Re per baciarlo.
Amanda.
Sentii la stanza riempirsi di mormorii.
Rimasi di stucco, volevo solamente che quella gallina si staccasse dal mio compagno.
La cosa più divertente comunque valutai essere Carter che non stava facendo niente, certo non stava rispondendo al bacio ma non si stava neanche sottraendo.
Lo guardai disgustata.
"Prendetevi una camera e non obbligate il branco ad assistere a questo spettacolo. Siete ridicoli."
Detto questo il silenzio piombò nella sala ed io mi diressi verso le scale.
Entrai nella mia camera solo dopo essermi assicurata di aver sbattuto la porta e chiusi a chiave.
"Bastardo. Maledetto bastardo. Facesse il cavolo che vuole con quella gatta morta."
Ero una corda di violino, tesa all'ennesima potenza.
Decisi di andarmi a sedere sul balcone della mia stanza.
Era sera e l'aria fresca mi accarezzava delicatamente il viso, spostandomi gentilmente delle ciocche di capelli. Chiusi gli occhi cercando di cacciare indietro delle lacrime, lacrime che però per la prima volta non erano di tristezza ma di rabbia e di frustrazione. Ogni volta che riuscivo a fare un passo nella sua direzione, succedeva qualcosa che me ne faceva fare altri dieci indietro.
Perché diavolo aveva lasciato che accadesse? Ma non pensava a me? A come mi sarei potuta sentire?
Beh io non ci avevo pensato quando ero scappata...più volte.
Ma dannazione io non avevo baciato qualcuno davanti ai suoi occhi senza fare una piega.
Cercai di captare i suoi pensieri ma era come battere la testa contro un muro, il Re si era assicurato che i suoi pensieri fossero ben al sicuro. Dal canto mio ero sicura che lui potesse sentire tutto, non sapevo minimamente come proteggere la mia mente e questa cosa mi faceva sentire vulnerabile.
Beh almeno avrebbe sentito tutto il disgusto che in questo momento stavo provando per lui.
Ad interrompere il mio flusso di pensieri fu un odore nuovo. Mai sentito nel branco. Era un odore delizioso, fresco e piacevole.
Guardai furiosamente e vidi appoggiata ad un albero una figura di un ragazzo bellissimo che mi sorrideva furbamente.
Fu in quel momento che sentii bussare, o meglio battere furiosamente alla mia porta.
"Victoria. Apri la porta."
Non risposi ma continuai a guardare quel ragazzo che ricambiava il mio sguardo.
Aveva i capelli castani dorati e gli occhi ambrati, il fisico era atletico e asciutto al contrario di quello del Re che era muscoloso e massiccio. C'era un qualcosa in lui che mi attirava. Non riuscivo a non guardarlo o a non annusare il suo odore.
"Victoria non te lo chiederò un'altra volta, apri la porta o sfondo la porta."
"Sai che me ne importa, la casa è tua. Già finito con quella? Pensavo reggessi di più sinceramente, dopo una plurisecolare esperienza..."
Lasciai la frase in sospeso quando il ragazzo dopo una leggera risatina, mi fece un cenno come a dire "seguimi" e sparì tra la vegetazione.
Mi voltai un attimo verso la porta che stava per essere sfondata e poi decisi.
Avrei seguito quel ragazzo.
Con un balzo saltai giù dal cornicione atterrando senza un graffio, un vantaggio della trasformazione.
Appena iniziai a correre verso il bosco sentii il tonfo della porta e non potei fare altro che ridere.
Seguii quell'odore, temendo tuttavia di aver perso tra la fitta vegetazione il ragazzo.
Stavo per perdere la speranza quando lo vidi in mezzo alla radura.
Bello e giovane, era di profilo. Guardava verso il tramonto e i raggi caldi del sole gli accarezzavano la pelle rendendo i suoi capelli e i suoi occhi di un colore simile all'oro liquido.
Mi si mozzò il respiro e non potei più trattenermi.
"Chi sei?" Gli dissi forse troppo debolmente.
In quel momento si voltò e mi regalò un sorriso enorme, che fece sorridere anche me.
"Io sono Aidan. Il tuo compagno. " Mi disse continuando a sorridere.
Panico.
Che cosa?
Che stava blaterando? Non poteva essere vero. Giusto?
"Non è possibile. Io ho già un compagno."
Detto questo il sorriso sul volto di Aidan venne sostituito con una smorfia.
"Quello lo chiami compagno? Perché io lo chiamo troglodita."
Non potei fare a meno di ridere. Dopo aver sentito la mia risata, lo sguardo di Aidan si illuminò e lo sguardo tornò giocoso come prima tanto che anche lui si unì a me.
"Vieni facciamo due passi Victoria." Mi disse facendomi un cenno.
Io lo raggiunsi velocemente e iniziai a camminare al suo fianco.
"Come fai a sapere il mio nome?"
"Beh sei la compagna del Re, lo sanno tipo tutti."
Rimasi in silenzio, non capacitandomi di come potesse essere possibile.
"Come hai fatto ad entrare qui dentro? Voglio dire il territorio del branco è perlustrato costantemente."
"Beh diciamo che giro da queste parti da un po', sono cresciuto in questi boschi, sono la mia casa. So come passare inosservato."
Aidan era cresciuto in questi boschi però non faceva parte del branco. Era un ribelle, un esiliato? O cos'altro?
Stavo camminando silenziosamente quando il ragazzo d'oro si fermò e si girò di scatto nella mia direzione.
"Ho sentito che sei un'Alpha ma sembri così mansueta, vediamo se riesci a prendermi." Detto questo iniziò a correre come un bambino, lanciando di tanto in tanto degli urli liberatori.
Da parte mia non me lo feci ripetere due volte e iniziai a corrergli dietro, il più veloce possibile urlando a mia volta.
"Attenta a non affaticarti troppo principessina" urlò ridendo di gusto.
"Oh non preoccuparti Aidan sto benissimo." Risposi ridendo anche io.
Più correvamo più continuavamo a ridere.
Ero quasi riuscita a raggiungerlo, mi mamcava poco più di mezzo metro.
Così gli balzai addosso.
Aidan probabilmente per la sorpresa crollò a terra portandomi di conseguenza giù con lui.
Non facemmo in tempo a guardarci che scoppiammo a ridere come due bambini, e per la prima volta dopo mesi, anzi anni, mi sentii senza pensieri.
Eravamo arrivati nei pressi di un fiumiciattolo.
"Potrebbe essere sempre così se tu volessi."
Aidan ruppe il silenzio, improvvisamente serio.
"So cosa ti ha fatto, lo sanno tutti maledizione. Ti ha marchiato senza dirti nulla neanche fossi stata un oggetto. Ha profanato il gesto più sacro per noi. Victoria questo è un gesto estremamente intimo, che implica una fusione di due anime. In genere due compagni se lo donano durante la loro prima unione, cosicché oltre ad un'unione fisica si possa avere anche un'unione spirituale. È un gesto che dovrebbe essere donato con rispetto e completa dedizione per l'altra persona."
Rimasi senza parole perché mi accorsi che in quel momento, nonostante Aidan stesse facendo un discorso generale, stava pensando a noi due.
"Aidan io non so cosa dirti. Non riesco nemmeno ad accettare l'idea di avere un compagno, figuriamoci due. Non so nemmeno come possa essere possibile, cosa dovrei fare? Dovrei scegliere uno di voi? Io ho già il morso di Carter."
"Potresti rifiutarlo Victoria, così ogni legame si dissolverebbe."
"Rifiutarlo?"
"Sì basterebbero poche frasi per liberarti per sempre di quel bastardo."
Rimasi in silenzio e osserva il cielo.
Era buio.
"Aidan io devo ritornare. Ti rivedrò?"
"D'accordo. Mi farò trovare ogni sera a quest'ora qui, se vorrai saprai dove trovarmi."
Detto questo si avvicinò e mi baciò la fronte per poi sussurrarmi all'orecchio
"Io al contrario suo non ti priverò mai della libertà di poter fare le tue scelte, anche dovesse portarmi a morire di dolore." Poi si allontanò trasformandosi e sparendo in mezzo alla vegetazione.
Ritornai verso casa più confusa che mai.
Aprii il portone di ingresso e sentii subito delle urla provenire dal piano di sopra.
Alice mi fu addosso in un momento.
"Victoria ma che cazzo hai deciso di fare eh? Muoviti vai su prima che butti giù tutto il palazzo, è nel suo ufficio con Gabriel."
Sentite queste parole mi fiondai per le scale.
"Basta. La vado a cercare, le ho dato il suo tempo pensavo avesse bisogno di qualche minuto ma adesso basta."
"Carter calmati non è scappata, non se n'è andata"
Un tonfo.
"Grande campione ti sei giocato la scrivania, hai finito di spaccare cose? Sarà qui a momenti fatto una calmata."
Aprii la porta dello studio, rimanendo stravolta nel vedere le condizioni della stanza.
Completamente all'aria.
"Ma che diavolo sta succedendo qui dentro?"
"Ecco hai visto, è qui va tutto bene. Te l'avevo detto che non era scappata."
Il Re tuonò
"Tu. Spiegami perché diavolo hai questa abitudine di sparire così. Aspetta cos'è questo odore?" Mi si avvicinò pericolosamente e iniziò ad annusarmi.
"Carter dobbiamo parlare."
"Victoria perché hai questo odore adddoso. Con chi eri nel bosco?" Mi prese per le spalle "Victoria dimmi chi diavolo era con te nel bosco e perché il suo odore e ovunque addosso a te. Adesso"
"Carter amico calmat-" Un ringhio così basso e profondo costrinse Gabriel a zittarsi.
"Esci di qui. Immediatamente."
Gabriel non se lo fece ripetere due volte e uscì chiudendosi dietro la porta.
"Inizia a spiegare Victoria."
"Carter, ho trovato il mio compagno."
Beh che dire. Lascio a voi i commenti
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro