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«Niente monologo finale?» chiese Katsuki dopo essere tornato accanto al proprio Omega ed esserselo preso in braccio, «Sai quello che i cattivi fanno agli eroi poco prima di mettere in atto il loro piano finale?»
«Quello che va sempre a monte perché parlano troppo e l'eroe riesce a sventare il fatto con strategie assurde?» domandò a sua volta Dabi accasciandosi a terra privo di forze.
«A quello non ci avevo pensato.» e rise insieme al corvino mentre i soldati che erano svenuti, riprendevano conoscenza, per essere subito dopo raggiunti da quelli che si erano diretti verso le prigioni a recuperare Don Keigo e Tenko.
Il biondo sentiva su di sé il peso mortale delle condizioni del proprio compagno, ancora privo di sensi fra le sue braccia. Il terrore che potesse essere successo qualcosa al cucciolo che aveva in grembo, gli stava facendo mancare il fiato nei polmoni, ma cercava di mascherare la sua preoccupazione, soprattutto per via di Don Yagi che era appena risalito dalle scale con un prete dall'aspetto emaciato, caricato in spalla.
Aveva sempre pensato che il vecchio prete dai capelli biondi e il sorriso sempre incollato in faccia, sembrasse fin troppo magro e deperito, ma il confratello che portava sulla schiena aveva un'aria se possibile peggiore.
Se Izuku lo avesse visto in quel momento avrebbe avuto uno scoppio d'ira violento, o addirittura sarebbe svenuto come in quel momento.
Il suono di un'ambulanza lo riscosse dai suoi pensieri e si avvicinò al prete che lo fissava comunque con preoccupazione.
«Giovane Bakugou, cos'è successo a Zuzu?» domandò Don Yagi fissando il verdino e come sembrasse semplicemente addormentato.
Katsuki stava per rispondere, magari per balbettare qualche bugia che potesse sembrare credibile, quando cinque paramedici si precipitarono dentro la villa dei Midorya, gli sguardi indagatori alla ricerca dei feriti.
«Vai Don Yagi, porta Don Keigo a farsi vedere, non ha una bella cera.» disse invece il ragazzo indicando un Beta che faceva segno all'uomo, incoraggiandolo a seguirlo al si fuori dell'abitazione.
«Tu cosa farai invece?» domandò il maggiore fermandosi un istante per voltarsi verso il biondino.
«Porterò Izuku a casa, lì sapremo curarlo.» e con quelle parole, dopo un cenno di assenso, il prete se ne andò, lasciando Katsuki da solo con i suoi uomini.
I due cadaveri a terra sembravano accusarlo di non essere riuscito nel suo intento. Monito che alla fine non era riuscito a proteggere la sua famiglia.
Un'orda di uomini con un casco calato a coprire il volto, fece irruzione nel bordello della famiglia Todoroki.
Le armi vennero usate senza esclusione di colpi contro quegli Alpha che provarono ad attaccare quel piccolo gruppo di assalto, alla cui testa si vedeva un energumeno grosso come un armadio a due ante.
Con la sua brutalità sfondarono porte su porte, trovando decine su decine di Omega in stati pietosi nascosti o negli angoli delle stanze in cui erano rinchiusi, oppure sotto i letti con le braccia a coprire le orecchie. Alcune camere erano ancora occupate dagli acquirenti del mostro che a qualche chilometro di distanza si stava palesando davanti a un Izuku stupito e ad un Katsuki furente.
Scene da incubo si presentarono agli uomini che avevano seguito il figlio di mezzo di quella stessa famiglia che aveva compiuto tali empietà.
A nessuno uomo che aveva preso parte a quell'orrore fu concesso di vivere.
Una strage perpetrata da Natsuo che era alla ricerca dell'ultimo fratello, imprigionato da qualche parte fra quelle stanze, si avviava come la morte fra i corridoi, abbandonato dalla squadra che nel frattempo aveva cominciato a prendersi cura degli innocenti che l'albino si era lasciato alle spalle.
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