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Stava fissando quella porta, dura come la sua testardaggine e sapeva mentre la guardava, che Katsuki aveva completamente ragione.
Aveva commesso l'unico peccato che si era ripromesso di non commettere mai in vita sua, era stato un'ipocrita trattando il proprio compagno come non voleva mai essere trattato e lo aveva fatto per primo per non subire quella stessa ingiustizia.
Si era creduto superiore a lui perché lo aveva piegato al suo volere grazie al suo secondo genere e lo aveva costretto ad allontanarsi per non farlo diventare cattivo nei suoi confronti.
Quando aveva accettato di diventare prete e prendere i voti si era imposto una linea da seguire così ferrea e retta con il pensiero stupido che essendo forte d'animo, non avrebbe mai perso la via, invece non aveva neppure aspettato un attacco da parte del proprio Alpha, oppure un'accusa, aveva abbandonato quella parte di sé essere buona per attaccare l'unica persona che credeva in lui ciecamente e che voleva aiutarlo.
Izuku si sentì uno stupido al pensiero di quello che aveva commesso, conscio che se non rimediava immediatamente, le cose avrebbero potuto solo peggiorare, così, dopo mezz'ora che fissava quella porta senza mai staccarne lo sguardo, si decise ad oltrepassarla, trovandovi dall'altra parte Katsuki che non si era mosso di un passo per tutto quel tempo, fissando al di fuori della finestra il sole ormai calato dietro i palazzi.
Quando aveva sentito il meccanismo della maniglia abbassarsi, aveva sobbalzato, timoroso di sentir dire a quel ragazzo, che poco alla volta gli stava cambiando la vita, che voleva andarsene, che voleva tornare al monastero da cui era stato costretto ad andarsene per colpa sua.
«Sai, quando mia madre mi ha abbandonato, Don Torino mi ha preso con sé, facendomi da padre, così come il Monsignore, Don Keigo e anche Don Toshinori. Loro hanno plasmato la mia vita più di chiunque altro e non appena hanno scoperto della mia natura e della forza del mio genere, mi hanno addestrato affinché potessi difendermi e uccidere qualunque Alpha mi avrebbe potuto portare via da loro e dalla vita serene che mi stavano offrendo.» iniziò a dire con voce bassa, lenta affinché l'altro ragazzo non potesse sentire la disperazione che vi nascondeva dentro, «Don Keigo studiava rimedi a base di erbe per creare soppressori in modo che quando i miei calori si sarebbero risvegliati, sarebbero stati in grado di controllarli, Don Toshinori mi allenava dalla mattina alla sera nell'uso di armi e in allenamenti fisici in modo da rendere il mio corpo abbastanza flessibile e duro nei combattimenti, poi studiavo per migliorare il mio intelletto, cercando di risolvere enigmi in modo da poter essere in grado di sviluppare dei piani nei momenti più difficili, tutto pur di non soccombere a te, inculcandomi nella mente il principio indissolubile che tutti gli Alpha sono solo capaci di sfruttare gli Omega per i loro vili scopi, inoltre vi erano i fedeli della chiesa che venivano a confessarsi da me, loro mi raccontavano il peggio di ciò che succedeva nel mondo che li circondava, come potevo anche solo sperare di trovare un compagno dolce e premuroso se quello che sentivo erano solo malignità.»
Il silenzio di Katsuki era assoluto, ma non si perdeva neanche una parola del suo compagno, nonostante non gli stesse rivolgendo lo sguardo.
«Quando ho preso i voti ero così sicuro che avrei preferito morire piuttosto che lasciarmi andare al mio secondo genere, che quando mi sei apparso davanti, con il tuo profumo che si sposava con il mio così bene, in modo così giusto, che ho agito d'istinto, ti dovevo uccidere per mantenere la mia libertà.» si fermò un secondo, le lacrime avevano preso la via delle sue guance, rigandole e scendendo per precipitare giù dalla mascella fino a terra, «Mi sono sentito morire ogni volta che ti facevo del male, il mio corpo non riusciva ad accettare il dolore che ti imponevo e me lo rimandava indietro moltiplicato, facendomi percepire la colpa di quello che stavo facendo, così instauravo il mio legame con te, tra il dolore e il sangue, ma tu continuavi a seguirmi, continuavi a perseverare e non mi volevi lasciar andare, nonostante ti odiassi per il semplice fatto che io fossi destinato a te, non pensando mai che anche tu fossi mio, non accettando mai completamente chi sono veramente.»
Izuku fissava il pavimento e quando il biondo si voltò a guardarlo e trovando il suo volto stravolto, fece un passo avanti, ma non abbastanza vicino affinché l'altro lo vedesse.
«Ti ho rinnegato, ho quasi sperato che quel proiettile ti uccidesse, mentre quella parte di me che continuavo a sopprimere, non voleva fare altro che accettare quell'unione così bella che sarebbe nata se solo mi fossi lasciato andare come il mio Omega pregava. Ma nonostante questo ancora cerco di metterlo a tacere, nonostante mi sono legato a te io ancora non riesco ad accettarmi e mi odio per questo e sento che dovresti farlo anche tu, perché non sono alla tua altezza.»
«Tu sei alla mia altezza, sei l'Omega più forte, caparbio ed eccitante di tutto il pianeta, sei perfetto per me in modi che tu non puoi neanche capire, ma riuscirò a dimostrarti che tu sei degno di questo.» e nel dirlo si indicò il cuore, «Come io sono degno di metterti la corona che ti spetta sulla testa.» si inginocchiò davanti a lui con quelle ultime parole, prendendogli una gamba e facendosi posare il piede addosso, piegandosi davanti a lui, sottomettendosi come nessun altro Alpha avrebbe fatto davanti ad Izuku. Dandogli il potere che in parte il verdino bramava nonostante il suo animo ricercasse ancora la via pia che aveva seguito scegliendo la chiesa.
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