050
Aveva appena ucciso un uomo e la consapevolezza di quel gesto lo colpì così forte che si ritrovò ad annaspare alla ricerca di quell'aria che sembrava essere sparita dai suoi polmoni.
Gli occhi sfarfallarono quando si fissarono sulla macchia rossa che iniziava a colorare il bel pavimento di marmo bianco della stanza che ancora occupava.
Izuku non voleva uccidere quell'uomo, il suo unico obbiettivo era il suo Alpha, lui e nessun altro, ma la sua mano si era mossa in automatico quando aveva avvertito il dolore e la minaccia che la ferita aveva portato con sé.
Ora doveva colmarsi e ritornare con la mente nel suo corpo, ovviamente in tutto il piano avevano sentito il tuono scatenato dall'arma senza silenziatore del morto, dopotutto non era una sua prerogativa l'incognita, ma per l'Omega era una priorità, così con un movimento rapido e il cuore di nuovo avvolto dal muro che si era costruito attorno, si voltò per puntare con fermezza di nuovo l'arma contro il ragazzo a terra.
Una bestemmia lasciò le labbra del verdino quando i suoi occhi fissarono il pavimento vuoto dove un attimo primo giaceva Katsuki immobile, al suo posto solo alcune gocce di sangue e saliva, oltre che i ferormoni che si era lasciato dietro.
Una seconda imprecazione risuonò per la stanza quando passi concitati arrivarono a lui dalla porta spalancata. Non aveva più tempo da perdere e la sua unica via di uscita era occupata da coloro che lo stavano per raggiungere.
L'unica altra alternativa erano le enormi vetrate che davano sul vuoto assoluto per almeno cinquanta piani.
Aveva scartato quella possibilità per tutto il tempo, pensando di avere almeno la decenza o l'opportunità di risolvere quel piano in meno di cinque minuti, ma ovviamente tutto era andato a puttane quando le sue labbra avevano sfiorato quelle del suo Alpha, dandogli uno dei più grandi piaceri della sua intera vita.
Se ci pensava poteva ancora sentire il calore che proveniva dal corpo del biondo, della morbidezza di quella bocca e di come i loro odori si fossero uniti creando un aroma unico ed eccitante.
Quando aveva capito che Katsuki non fosse semplicemente il suo Mate, ma qualcosa di più, aveva provato disgusto e un dolore al ventre che lo aveva piegato, fino a quando l'Omega dentro di lui non aveva preso il comando, accettando quel fatto e impedendo un rigetto che probabilmente lo avrebbe potuto uccidere.
Mai nella storia si era sentito parlare di un'Omega che avesse rifiutato il proprio Alpha scoperto che fosse il proprio Soulmate, la loro unione era destinata a funzionare sotto ogni punto di vista possibile, chimicamente e biologicamente parlando, ma Izuku era diverso, lui esigeva la sua libertà e sapeva che in quella realtà in cui le persone come lui erano rapite o vendute in tenera età per essere rinchiuse in centri di addestramento per Omega, dove solo un Alpha poteva salvarti sborsando soldi, sapeva che con quell'Alpha non poteva aspirare ad ottenerla.
La mano si sollevò di nuovo questa volta il proiettile perforò lo spesso strato di vetro producendo un rumore assordante che mise maggiormente in allarme coloro che erano stati richiamati.
Sapeva di essere forte e che i suoi ferormoni avrebbero potuto guadagnare tempo, ma in parte ne dubitava, quelli che stavano arrivando di sicuro erano imbottiti di soppressori abbastanza potenti da annullare la sua carica di sottomissione che avrebbe instillato nel proprio odore, così senza voltarsi indietro per ricercare quegli occhi rossi che sapeva lo stessero fissando, si lanciò fuori dalla finestra dopo una breve rincorsa.
Pochi piani sotto di lui una corda era stata fatta scorrere per unire i due palazzi, Izuku doveva afferrala in volo prima di precipitare nel vuoto.
Un piano che aveva abolito, ma che il capo dell'organizzazione aveva comunque voluto attuare nel caso le cose si fossero complicate e lo aveva mandato a fanculo per la sfiga che stava lanciando.
Ora voleva ringraziarlo, anche se a malincuore, per non averlo ascoltato.
Con mossa incredibilmente agile, il verdino riuscì ad afferrare la fune, spellandosi i palmi della mano per l'irruenza del gesto, ma almeno era riuscito a fermare la caduta, prima però di perdere la presa per l'umidità del sangue che stava sgorgando dai tagli sulle mani, estrasse lo stesso coltello con cui aveva ferito il proprio Alpha e recise la corda, che lo fece precipitare verso l'edificio di fronte a quello che aveva appena invaso. La finestra era spalancata e riuscì a caderci dentro prima che gli spari che provenivano dal palazzo di fronte lo colpissero.
Ma non poteva ancora tirare un sospiro di sollievo, la sua vita sarebbe ancora stata in pericolo fino a quando non fosse stato all'interno del covo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro