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Izuku camminava spedito tra le vie malfamate della zona più in voga di Tokyo, il suo piano ormai era stato perfezionato, ma da solo per lui sarebbe stato impossibile, aveva bisogno di un alleato.

In quelle sei settimane era riuscito ad entrare in una sorta di organizzazione criminale, dove povere anime vessate dalla società dispotica, si radunavano alla ricerca di un luogo a cui appartenere, ma anche per escogitare piani per ribaltare il governo.

Era fra loro che si era rifugiato dal primo momento dopo la sua fuga dal convento.

Aveva sentito parlare di quella "banda" da alcuni fedeli durante le loro confessioni, ascoltando le voci che dicevano che fossero comandati da un'Omega riuscito a sfuggire alla legge e al controllo del collare.

Non era solito dare peso ai pettegolezzi, soprattutto se venivano dai pettegoli dei suoi fedeli, perché altrimenti avrebbe dovuto credere anche agli asini che volano o ai maiali che parlano, ma un'informazione del genere era meglio verificarla prima di procedere con il piano.

L'unico problema era che non sapeva come procedere o come entrare in quel gruppo di delinquenti, ma non gli servì aspettare o fare nulla, perché appena ebbe messo piedi nel vicolo più nascosto fra gli enormi edifici centrali della città, dove era certo che in uno di quelli ci fosse l'artefice delle sue disgrazie, era stato avvicinato da un uomo di mezza età, vestito con un completo viola parecchio appariscente, una sigaretta dall'odore nauseabondo in bocca e un sorriso inquietante in volto.

«Se li cerchi devi seguirmi, signor prete.» disse lui sfilandosi la sigaretta dalle labbra per soffiare fuori il fumo dritto in faccia al verdino.

«Non sono un prete e non credo che stia...» ma non poté completare la frase che l'uomo si mise a ridere.

«Possiamo saltare i convenevoli? Io sono qui per portarti dal gruppo perché so che tu sei qui per vedere loro, quindi andiamo perché non sono pagato a ore.» terminò voltandogli le spalle e avviandosi nelle profondità del vicolo verso la più fitta oscurità, nonostante fosse solo tardo pomeriggio.

Non vide bene dove lo stesse conducendo, i suoi sensi percepivano solo il tanfo dato dall'immondizia e dall'umidità che permeava i muri ravvicinati. L'unica fonte di luce, veniva dalla punta della sigaretta ormai esausta dell'uomo che non gli aveva ancora rivelato chi fosse.

Procedettero per un po' e Izuku fu sicuro che il motivo del perché ci stessero mettendo tanto, fosse solo perché lui lo stesse facendo girare in tondo, ma non sarebbe servito a nulla, grazie all'addestramento di Don Yagi.

Quindi quando alla fine si fermarono davanti ad un'anonima porta di legno verniciata di rosso scuro, poté essere convinto che si trovava a solo due vicoli da dove aveva incontrato l'uomo.

Con un sorrisino la sigaretta che stava quasi per bruciare il filtrino, venne gettata a terra e schiacciata con il tacco della scarpa, spegnendone la parte incandescente.

La porta venne aperta e davanti ai due si palesò un corridoio scarsamente illuminato al cui fondo si notavano le luci accese di una stanza.

«Prego.» fece l'uomo facendo un gesto con la mano al verdino perché lo precedesse.


Skip Time 6 settimane


Katsuki si muoveva avanti e indietro nel grande salone del suo appartamento, situato nell'attico del palazzo più alto di tutta Tokyo. I suoi passi pesanti risuonavano per la stanza infastidendo anche il suo amico Eijirou che ogni dieci minuti alzava gli occhi al cielo esasperato dal comportamento del biondo.

«Ti vuoi calmare una buona volta?» chiese il rosso alzandosi in piedi e ringhiando all'altro che stava emanando un tanfo di ferormoni carichi di dominio che stavano facendo impazzire il suo Alpha, «Se continui così giuro che me ne vado e ti mollo da solo.»

«Vedi di non rompere il cazzo anche tu. Sto per andare di nuovo in Rut e questo non è proprio un buon momento. Ok?» sbraitò in risposta lanciando un'occhiataccia all'amico che tornò a sedersi con uno sbuffo.

«Allora va a trovarti un'Omega che ti soddisfi, sono stanco di questa situazione.»

«Sai perfettamente che non funziona così. Devo trovarlo o continuerò a impazzire.» continuò sentendo l'ormai familiare dolore alle gengive dovuto alle zanne che bramavano di uscire, «Ma questa volta è diverso, come se lo sentissi vicino e il mio Alpha lo sente.»

«Secondo me sei semplicemente impazzito e ti stai immaginando tutto.» terminò Eijirou estraendo il cellulare dalla tasca interna della giacca nera che stava indossando, il messaggio che vi lesse lo fece sorridere mentre digitava una risposta.

«Se ti da tanto fastidio la situazione, va a scopare con il cazzone che ti sei scelto e lasciami in pace.» ringhiò Katsuki avvicinandosi all'enorme vetrata che dava una vista spettacolare su tutta la città sottostante.

«Come preferisci.» rispose il maggiore contento e digitando un altro messaggio, «Chiamami quando ti sarà passata, comunque ti lascio una guardia qui fuori.»

Il biondo rispose con un movimento della mano congedando l'amico nonché guardia del corpo e rimase in silenzio a guardare il panorama con i sintomi del Rut che s'intensificavano.

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