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018

Izuku era in estasi, l'odore che il prete stava emettendo, nonostante fosse fievole e non prepotente come quello di un vero Alpha, stava dando al ragazzo la giusta spinta nella direzione da prendere per sfogare quel calore così precoce.

Don Keigo invece era immobile con il verdino in braccio che, a cavalcioni sulla sua gamba, si muoveva avanti e in dietro con il bacino, strusciando l'erezione umida ancora chiusa nei pantaloni della tuta che indossava per l'allenamento.

Aveva rischiato prendendo quell'intruglio biancastro, ma non aveva alternative, sapeva che molto probabilmente il dosaggio creato per il soppressore, fosse troppo blando, però rischiare dandogliene troppo era un azzardo che non era pronto a commettere, meglio che il rischio lo subisse in prima persona, almeno avrebbe aiutato il ragazzo in un altro modo se tutto fosse filato nel verso giusto.

Quel liquido veniva di solito usato dagli Alpha per aumentare la dose dei loro ferormoni e assoggettare gli Omega più irrequieti nei momenti in cui il calore era troppo forte, invece nei Beta si diceva che avrebbe manifestato un leggero odore che poteva essere scambiato per quello di un Alpha, ma la dose che ne potevano assumere era molto poca, un eccessivo dosaggio avrebbe potuto provocare vari danni al sistema nervoso con conseguenze disastrose.

Era contento che nulla fosse andato storno, ma comunque avere Izuku in braccio in quelle condizione, per lui che si era votato a Dio anima e corpo, era molto difficile da gestire.

Sentiva il suo fiato caldo sul collo per via che il ragazzo vi avesse piazzato il volto alla ricerca di quell'odore che gli alleviava la sofferenza che provava, sentiva le sue unghie graffiargli la schiena al di sopra della tonaca che indossava e che gli si era appiccicata addosso per il sudore.

«Zuzu, vai piano.» ansimò il biondo quando con un movimento esagerato il minore gli sfiorò l'inguine con il ginocchio.

«Alpha.» rispose con un gemito Izuku estraendo la lingua e leccando il maggiore dalla giugulare fino all'orecchio, in un gesto voluttuoso mentre l'altro gli afferrava i fianchi per immobilizzarlo.

«Questo è sbagliato, ti devi fermare.» disse Don Keigo sollevando da se il verdino e facendolo sdraiare nuovamente sulla brandina, ma le mani del minore lo attirarono a sé, con una forza che non si aspettava, «Fermo, io non posso farti questo.» tornò a dire quando l'altro gli afferrò la mano per portarsela fra le gambe, i pantaloni umidi per il liquido di preparazione che aveva preso a sgorgare rendendo il suo odore ancora più marcato.

«Ti prego Kei, non so come fare...» gemette Izuku con un briciolo di lucidità riacquisita, «Insegnami, per favore.»

Don Keigo si ritrovò a inghiottire un grosso grumo di saliva che rischiava di soffocarlo, la tentazione di fuggire, di lasciare il ragazzo a sé stesso e fargli affrontare quel calore da solo era molto forte, ma voleva troppo bene a quel cucciolo che aveva contribuito a far crescere, accudendolo quando passava a trovarlo nelle serre, giocando con lui in ogni momento possibile.

«Va bene, ma dovrai fare da solo.» rispose il biondo tornando a sedersi alle sue spalle.

Il verdino tenne gli occhi ben serrati quando sentì il petto del maggiore contro la sua schiena, concentrato a mantenere il controllo di sé e per non morire dall'imbarazzo che sentiva serpeggiargli sotto pelle al pensiero di quello che stava per fare.

«Abbassati i pantaloni e gli slip.» disse Don Keigo attento ai movimenti dell'altro e quando vide la tuta arrotolata attorno alle sue caviglie, afferrò con dolcezza i polsi del verdino e lo guido verso il suo inguine dove l'erezione dura e gocciolante fremeva in cerca di contatto, «Afferralo e stringilo dolcemente.» continuò a dire prendendo un profondo respiro, pessima mossa perché sentì l'odore dell'Omega affievolire per un secondo il suo autocontrollo.

«E ora?» chiese Izuku richiamando il biondo che prese a fargli muovere il polso prima in movimenti rotatori, in seguito a salire e scendere sull'erezione, facendo boccheggiare il ragazzo che non si era di certo aspettato un piacere simile.

L'altra mano il maggiore la indirizzò più in basso fino, avvolgendogliela con la propria e spingendola fra le natiche umide di umori.

«Kei...cosa?» provò a chiedere il verdino non sapendo cosa l'altro intendesse fare.

«Fidati di me.» rispose Don Keigo facendo prendere all'indice del minore la via verso il suo anello di muscoli e facendoglielo penetrare con una falange, mentre Izuku si riversava con il suo primo orgasmo nella mano con cui si stava dando piacere.

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