19 - He left it dead, and with its head
- L'abbiamo seminato? -
Chiese l'albino con affanno, piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato.
- Credo... Credo di sì. -
Rispose il maggiore, appoggiandosi stancamente con la schiena contro il muro di una delle case che formavano lo stretto vicolo nel quale si erano nascosti.
- Speriamo... -
Sospirò invece l'uomo, tergendosi con un gesto secco un lieve velo di sudore dalla fronte.
Dopo essere scappati dall'autobus, il presunto poliziotto in borghese (che si era rivelato essere non poi così presunto) dopo un primo istante di sbigottimento era subito uscito a sua volta dal veicolo, riuscendo a rintracciare il gruppo dopo appena pochi istanti e iniziando così ad inseguirli.
Nella fuga era stato inevitabile separarsi e così, dopo una lunga corsa a dir poco estenuante, benchè fossero riusciti a seminare l'agente di polizia, il White Rabbit, il Caterpillar e Unicorn avevano anche perso le tracce del resto del gruppo.
- Aspettiamo ancora un po', poi andremo a cercare gli altri. -
Propose l'uomo.
- No! Dobbiamo andare subito! -
Rispose di getto Sora, facendo sussultare entrambi gli altri.
Quindi, nel notare i loro sguardi sorpresi, chinò subito lo sguardo verso il basso e mormorò:
- Sì, insomma... Potrebbe succedere qualcosa a uno di loro se aspettiamo troppo. Sarebbe meglio ritrovarli il prima possibile. -
Il rosso annuì nel ricevere quella risposta, ma l'albino continuò ad osservare il maggiore con gli occhi assottigliati.
- Stai nascondendo qualcosa. -
Disse osservando il Caterpillar con sguardo sospettoso.
- Non è vero. -
Rispose subito lui, strabuzzando leggermente gli occhi.
- Non era una domanda. - Replicò il White Rabbit, per poi alzare lo sguardo al cielo e sospirare. - Hai avuto una visione, vero? -
- Non ne sono sicuro... -
- Chi muore 'sta volta? - Chiese Usaro senza troppi giri di parole, per poi, nel vedere lo sguardo sorpreso di Sora, sbuffare e scuotere leggermente il capo. - Dannazione, ma perchè per una volta non puoi avere una visione riguardo... Non saprei... Una festa a sorpresa, ad esempio? -
- Se avessi una visione del genere, non avrei motivo di dirvelo. -
Ribattè il ragazzo, mentre l'altro continuava ad osservarlo con le candide sopracciglia aggrottate e le braccia incrociate al petto, in attesa di ricevere una risposta alla sua prima domanda.
- Non lo so. - Rispose allora Sora, nel vedere lo sguardo pieno di rimprovero dell'altro. - Questa volta nella visione c'era solo un cimitero. Bill la Lucertola e la Mouse piangevano davanti ad una tomba, o meglio, lui piangeva e lei cercava di consolarlo, ma non so chi ci fosse sepolto. Trattandosi di loro due ho pensato che potesse essere la Jabberwocky, ma in realtà c'era molta altra gente lì nel cimitero oltre a loro, sono io che sono riuscito a vedere solo quei due.
Quindi alla fine potrebbe trattarsi di chiunque. -
- Devi smetterla di fare così... - Borbottò Usaro, alzando nuovamente lo sguardo al cielo. - Non capisco perchè tu debba sempre tenerti per te le tue visioni o i dettagli più importanti. Si può sapere perchè non ce l'hai detto questa mattina mentre c'eravamo tutti? -
- Non volevo mettervi ancora più ansia... Insomma, è inutile dire: "fate a attenzione a non morire, mi raccomando", no? Mi sembra fin troppo scontato... -
Rispose Sora, al che Usaro, in un primo momento pronto a ribattere, alla fine per non rischiare di fare al maggiore qualcosa della quale si sarebbe poi potuto pentire, si ritrovò a battere rapidamente il piede sul terreno, come una sorta di anti stress, in modo tale da sbollire la rabbia e darsi una calmata.
- Ehm... Scusate, ma... -
All'udire la voce di Unicorn, del quale si erano ormai quasi dimenticati, i due si voltarono verso di lui, osservandolo con sguardo interrogativo.
- ...Di cosa state parlando? -
~
- Di qua! -
Esclamò Yuki, mentre afferrava la mano del fratellino e scartava poi a sinistra, immettendosi in un piccolo vicolo deserto e affrettando il passo, con Haku e Shinzou che la seguivano a ruota.
Yoori, che a malapena riusciva a tenere il ritmo con il passo svelto della sorella, arrancava a fatica dietro di lei, volgendo di tanto in tanto dei rapidi sguardi alle sue spalle, chiedendosi quando avrebbero potuto fare una pausa.
Ogni volta che guardava indietro, però, oltre le due reginette, sempre a circa una decina di metri di distanza, vedeva anche il poliziotto e così con un sussulto si voltava e aumentava leggermente sia il passo, che la stretta sulla mano della sorella.
Già l'aver perso di vista Aki e Sumire aveva allarmato incredibilmente i due bambini, ma non era nulla in confronto all'ansia di avere alle calcagna quell'uomo, il quale mano a mano recuperava terreno, avvicinandosi a loro sempre un po' di più.
- Adesso basta! -
Sbottò d'un tratto la Queen of Hearts circa cinque minuti dopo, quando ormai tutti e quattro i bambini avevano iniziato a perdere sensibilità ai piedi.
E così dicendo si fermò di scatto, costringendo anche la sorella a fare lo stesso, dato che per non perdersi avevano pensato di correre tenendosi per mano, come Duck e Eagle.
Questi ultimi, nel sentire l'esclamazione della bambina, si voltarono a loro volta, sgranando gli occhi increduli nel vedere che si era fermata in mezzo al vicolo, con le mani puntate sui fianchi e lo sguardo assottigliato fisso sul poliziotto, il quale, nel vedere che si erano fermati, aveva rallentato il passo a sua volta, ormai certo di averli in pugno tutti e quattro.
- Cos'hai intenzione di fare? -
Chiese Yuki, osservando allarmata prima Shinzou e poi l'uomo, ormai a solo poco più di quattro metri di distanza da loro.
La rossa però non le rispose, nè reagì ai tentativi della sorella di scuoterla o trascinarla via, presa com'era dal guardare in cagnesco l'adulto.
Sia Duck che Eagle in quel momento sarebbero stati più che propensi a darsi nuovamente alla fuga e abbandonare lì la Queen of Hearts, perfino la White Queen ci avrebbe forse fatto un pensierino, ma alla fine nessuno di loro mosse un solo passo.
Per qualche motivo decisero semplicemente di fidarsi dello sguardo determinato e furibondo di quella bambina di appena dieci anni, la quale, con le mani ancora puntate sui fianchi, il viso tutto corrucciato e le gambe leggermente divaricate, con i piedi ben piantati nel terreno, in quel momento metteva loro quasi più timore di quanta non ne provassero alla vista di quel poliziotto in avvicinamento.
Perfino quest'ultimo tentennò leggermente quando ci fu un solo metro di distanza a separarlo dalla bambina, ma ovviamente non per questo si diede per vinto.
- Voi due siete Haku e Shinzou, non è vero? Fate parte di quel gruppo di ragazzi che ieri sera è scappato dall'ospedale psichiatrico di... -
Iniziò l'uomo, ma a quel punto venne interrotto bruscamente da un forte colpo di tosse.
Strabuzzando gli occhi realizzò che a tossire fosse stata la bambina, così la osservò con aria interrogativa, chiedendosi cos'avesse.
- Non mi pare di averti dato il diritto di proferire parola. -
Proruppe imperiosamente la bambina mentre assottigliava ulteriormente lo sguardo, al che l'uomo fu indeciso tra lo scoppiare a ridere e il mettersi a tremare, tant'era la rabbia trapelata da quella semplice frase.
- Questo non è il momento di giocare, ragazzina. - Disse non appena si fu ripreso da quello sbigottimento iniziale, parlando con il tono di voce più fermo e autoritario del quale fosse capace. - Ora mi seguite tutti e quattro alla centrale e... -
Di nuovo venne interrotto da quel forte colpo di tosse, così fu costretto a cedere nuovamente la parola alla rossa, alzando gli occhi al cielo con un sospiro.
- Non solo hai ignorato bellamente il mio ammonimento e non mi hai dato del lei. - Disse la Queen of Hearts storcendo il naso. - Ma hai perfino mentito! E per ben due volte! -
All'udire quelle parole, il poliziotto aggrottò la fronte, osservandola interdetto, chiedendosi a cosa si stesse riferendo.
- Primo. - Sentenziò allora la bambina sollevando l'indice e avvicinandosi all'uomo di un passo. - È sempre il momento di giocare. Sempre. - Disse, calcando molto su quel "sempre". - Secondo. - Continuò, sollevando anche il medio. - Nessuno di noi verrà con te alla centrale di polizia. -
E detto ciò sollevò anche la mano sinistra, che nel mentre, approfittando del fatto che l'uomo fosse stato distratto dalla destra, aveva infilato nella sua borsetta, tirandone fuori un piccolo contenitore cilindrico, sulla cui etichetta spiccava l'immagine rosso fuoco di un peperoncino.
Prima che l'uomo potesse realizzare cosa stesse accadendo, la bambina gli aveva spruzzato sugli occhi lo spry al peperoncino, per poi accucciarsi e afferrarlo per le caviglie, tirandole con uno scatto verso di sè per fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere a terra con un tonfo.
Quindi, tanto per essere sicura di non correre rischi, mentre lui aveva le mani ancora sugli occhi, nel vano tentativo di togliersi quella roba, lei infilò con un gesto rapido la mano nella sua tasca, tirandone fuori un taser.
- Shinzou, no! Da lì sei troppo vicina! -
Esclamò Haku alle sue spalle, sgranando gli occhi dal terrore e correndo subito incontro alla sorella.
La rossa però, dopo essersi rimirata la pistola elettrica per alcuni istanti e aver mormorato qualcosa riguardo quanto fosse felice di poter finalmente realizzare il suo sogno di usarne una, senza attendere un solo istante di più la puntò contro le gambe dell'uomo e "sparò", prima a una e poi all'altra.
E mentre Haku le sfilava il taser dalle mani, preoccupata che potesse usarla nuovamente, e l'uomo si contorceva dal dolore, la Queen of Hearts osservava con un piccolo sorriso soddisfatto la sua opera.
- Ci mancherebbe giusto una bella ghigliottina o un'ascia per tagliargli la testa. A quel punto sarebbe davvero perfetto. -
Commentò incrociando le braccia al petto e annuendo un paio di volte con il capo.
La sorella, preoccupata che stesse parlando sul serio (perché effettivamente era così), a quel punto si affrettò a prenderla per il polso e trascinarla via, dicendole che l'uomo avrebbe ripreso presto i sensi e che quindi, se non si fossero allontanati subito, sarebbe ricominciato l'inseguimento.
- Ma dove possiamo andare? -
Chiese Yuki, mentre il fratellino ancora osservava meravigliato l'uomo steso a terra.
- Ma come hai fatto? -
Chiese, osservando ammirato la rossa.
- Anni di allenamento. - Rispose lei sollevando fieramente il mento e puntando nuovamente le mani sui fianchi. - Quando vivevamo per strada, anche lei se la cavava, ma poi si è rammollita. - Aggiunse, facendo un cenno con il capo in direzione della sorella.
- Io ho un idea. - Stava dicendo intanto la White Queen a Duck, ignorando le parole dell'altra. - Credo di aver capito dove ci troviamo e probabilmente anche gli altri se ne saranno resi conto. Vedrete che li troveremo già tutti lì ad aspettarci. -
- Ma lì dove? -
Insistette Duck, mentre la Queen of Hearts, dopo essersi guardata attorno per un istante, realizzava ciò a cui la sorella si stava riferendo.
- Il nostro vecchio centro psichiatrico! - Esclamò sgranando gli occhi dalla sorpresa. - Siamo vicini al vecchio Wonderland! -
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