10 - long time the manxome foe he sought
- Si può sapere cos'è successo a quei due? -
Chiese Baiko a bassa voce, rivolto ad Akane e Sora.
Il treno era partito ormai da mezz'ora e non sarebbe arrivato a destinazione che due ore e mezza dopo.
Nel vagone c'erano solo loro sei e vi regnava un silenzio assoluto.
Ma non perchè stessero dormendo (eccezion fatta per Usaro, seduto nel posto accanto a Sora e con il capo nuovamente abbandonato contro la sua spalla), bensì per il semplice fatto che Keichi, seduto nel posto più distante da loro, era assorto nella contemplazione del paesaggio (ovvero nell'osservare il finestrino, benchè fosse tutto nero essendo mezzanotte passata), Souchi era impegnato nella contemplazione del gemello e Akane, seduta di fianco a Baiko e di fronte a Sora e Usaro, era impegnata ad osservare entrambi.
- Come? -
Chiese la Dormouse voltandosi verso il Bandersnatch.
- I gemelli. - Rispose il ventenne in un bisbiglio, accennando con il capo prima ad uno e poi all'altro. - Si sono seduti ai due estremi del vagone, che gli prende? Non vanno d'accordo? Eppure uno è uscito dall'altro treno proprio per stare con l'altro. -
- Oh, non so se posso dirtelo... - Ribattè la ragazzina distogliendo lo sguardo. - Insomma, è una faccenda un po' delicata. -
- Stiamo per aiutare un pazzo a far evadere di prigione qualcuno e poi andremo a trovare l'uomo che se non sbaglio vi ha causato in passato non pochi problemi. Non può essere una faccenda più delicata di questa. - Ribattè il maggiore incrociando le braccia al petto. - E poi se sapessi come stanno le cose, magari potrei riuscire a darvi una mano in qualche modo. -
- Non penso che potresti fare qualcosa... - Replicò la mora, ma alla fine cedette e sospirò, annuendo lievemente con il capo e abbassando ulteriormente il tono di voce. - E va bene. Allora, innanzitutto devi sapere che fino a un paio di settimane fa, loro stavano insieme... -
Il biondo continuò ad osservarla in silenzio, in attesa che lei continuasse.
Il fatto che non ci fosse la minima traccia di turbamento sul suo volto, fece realizzare alla minore che non avesse affatto capito cosa stesse cercando di dirgli.
- Non insieme nel senso che passavano molto tempo insieme o che andavano d'accordo. - Spiegò allora, sperando solo che Souchi (quello che tra i due gemelli era seduto più vicino a loro), non sentisse nulla. - Ma nel senso che stavano insieme... Come coppia, ecco. Come fidanzati. -
A quel punto Baiko strabuzzò gli occhi, osservandola come nel tentativo di capire se lo stesse prendendo in giro o se invece parlasse sul serio.
- Dico sul serio. - Annuì la ragazzina, per poi assottigliare leggermente lo sguardo. - Ma prima di continuare, devo farti una domanda: questa faccenda ti turba? -
- Quale delle due? Che siano fratelli o che siano entrambi maschi? -
- Tutt'e due. -
- Allora nessuna delle due. -
La Dormouse ci rimase di stucco e questa volta fu il suo turno di osservare l'altro con diffidenza, chiedendosi se dovesse credergli o meno.
- Insomma... - Proseguì il maggiore, nel notare lo sguardo guardingo della tredicenne. - Penso che ci sia molto di più da vergognarsi ad essere omofobi piuttosto che omosessuali e per il fatto dell'incesto... Beh, io non mi sognerei mai di mettermi con mia sorella, ma se a loro due va bene così, non vedo dove sia il problema. -
Akane continuò ad osservarlo con lo sguardo assottigliato ancora per alcuni istanti, studiando con attenzione il suo volto alla ricerca di un qualsiasi indizio che potesse farle intendere che le stesse mentendo.
Quindi, non trovando nulla del genere, sospirò e distese l'espressione corrucciata che aveva in viso, sollevando le labbra in un grande sorriso.
- Mi stai simpatico. -
Dichiarò annuendo con decisione con il capo.
- Grazie. - Ribattè lui ridendo leggermente. - Ma comunque... Non dovevi dirmi anche qualcos'altro su quei due? -
- Giusto... - Mormorò lei, incupendosi. - Vedi, da quanto ne so loro sono sempre stati insieme, fin da quando erano piccoli, e non si sono mai fatti tanti problemi in proposito, credo che neanche sapessero quale fosse l'opinione pubblica per quanto riguarda l'incesto... Insomma, diciamo che nessuno ha mai detto loro che una relazione del genere solitamente viene considerata "sbagliata".
Così quando un po' di tempo fa sono stati scoperti da un infermiere dell'ospedale mentre si stavano baciando, sono stati separati e messi in stanze diverse, oltre che obbligati a rimanere in "isolamento" per alcune settimane, mentre i medici che si occupavano di loro hanno fatto ad entrambi lunghi discorsi che neanche voglio sapere di cosa trattassero nello specifico da quanto mi viene il nervoso al solo pensiero... In sintesi, diciamo che la cosa li ha abbastanza sconvolti. In particolare Keichi.
Non avevano mai pensato al fatto di stare insieme come a qualcosa di sbagliato e il sentirselo dire senza troppi giri di parole ha causato questo. -
Concluse mentre faceva un breve cenno con il capo alle nove file di sedili che li separavano.
- È terribile... Non possiamo fare proprio nulla per loro? -
Mormorò il ventenne.
E nel notare quanto il suo tono di voce fosse privo di ironia e falsità, la minore non potè che provare ancora più simpatia nei suoi confronti e rispondergli scuotendo tristemente con il capo.
- Credo che debbano risolvere la faccenda da soli, altrimenti non ha senso... - Rispose con una breve alzata di spalle. - Certo però che se ti viene in mente qualche buona idea, è più che ben accetta. -
- È strano... -
Esordì di punto in bianco Sora, attirando subito l'attenzione dei due.
- Che cosa? -
Chiese Akane aggrottando la fronte perplessa.
- Questo. - Rispose il Caterpillar accennando prima al White Rabbit e poi ai gemelli. - Tutto, insomma. Tutto è iniziato ad essere strano e ad andare nel verso sbagliato, da quando... -
~
- Da quando Satoshi se n'è andato va tutto male! -
Sbottò Shun mentre si stringeva la lampada al petto.
- Hai ragione. - Concordò Kazuto. - Anche se è assurdo... Insomma, lui è stato uno degli ultimi ad arrivare e abbiamo passato insieme solo un anno... Com'è possibile? -
- Alice è Alice. - Fu la perla di saggezza che giuse ai due dal Jabberwocky, seduto dietro di loro. - Il Wonderland può esistere anche senza, ma è chiaro che un Wonderland senza Alice non sarà mai meraviglioso quando uno che invece ce l'ha. -
- Mi pare che il "primo Wonderland" non avesse un'Alice. -
Notò Haku.
- Infatti il "primo Wonderland" è finito male. -
Replicò il diciannovenne con un'alzata di spalle.
- Ma non ce la fate a dormire o perlomeno a starvene in silenzio per dieci minuti? - Brontolò Bunko, la quale cercava invano di prendere sonno da ormai un'ora, senza però riuscirci a causa della confusione che gli altri continuavano a fare. - Insomma, è l'una di notte! Possibile che non siate neanche un po' stanchi? Perchè non prendete un po' esempio da questi due? Che non hanno detto una sola parola da quand'è partito il treno! -
E nel dirlo si alzò in piedi di scatto, battendo le mani sugli schienali dei due posti davanti a sè, sui quali erano seduti Takeshi e Ren.
I due sussultarono nel sentirsi improvvisamente chiamati in causa e contemporaneamente si voltarono verso la Jubjub, la quale scoppiò subito a ridere nel vedere la loro reazione e quasi senza pensarci, nel vedere le loro espressioni sorprese, sollevò le mani dai due sedili, portandole invece sul capo dei due e prendendo a scompigliare loro i capelli.
A quel punto, però, nel chinare lo sguardo, si accorse di qualcosa che la fece impensierire.
- Ma voi... - Chiese aggrottando leggermente la fronte. Osservando per un'ultima volta il modo in cui i due stessero spalla contro spalla e come il Gryphon stesse letteralmente stritolando il braccio del Dodo, tanto forte lo stava stringendo. - State insieme per caso? -
E a quel punto scese uno strano silenzio.
Un silenzio che nè Bunko, nè gli altri riuscirono a spiegarsi in alcun modo.
Ciò che la ragazza vide dopo aver fatto quella domanda fu il modo in cui lo sguardo di Ren si fosse incupito, riempiendosi nel giro di una frazione di secondo di un'inspiegabile terrore e come, per un'istante, lo sguardo di entrambi fosse corso in direzione di qualcuno, di una stessa persona, benchè lei non riuscì a capire di chi si trattasse.
Quindi il Dodo annuì leggermente con il capo e i due si voltarono.
E nel treno continuò ad aleggiare ancora a lungo quello strano, inspiegabile silenzio.
Cosa fosse successo?
Solo in tre lo sapevano: Takeshi, Ren e la persona che per un istante, nel sentirsi rivolgere quella domanda, avevano osservato entrambi.
~
(Tre giorni prima...)
- Secondo te... Il desiderare di essere pazzi può essere considerato a sua volta una forma di pazzia? -
- Forse. -
Rispose in un primo momento la corvina, alzando le spalle e aggrottando le sopracciglia, non sapendo come rispondere ad una domanda del genere.
Poi però ci pensò meglio e scosse vigorosamente il capo, riattirando su di sè l'attenzione del biondo.
- Anzi no, come non detto. - Rettificò, per poi rimanere in silenzio per alcuni istanti e increspare la fronte. - Forse il semplice e puro desiderio di essere pazzi, senza avere alcun secondo fine, può essere considerato a sua volta una forma di pazzia, ma tu non hai questo desiderio per la semplice voglia di essere pazzo.
Il tuo è un desiderio razionale: se sei pazzo vieni chiuso in un ospedale psichiatrico e se vieni chiuso in un ospedale psichiatrico, puoi tornare a stare con Hajime e con tutti gli altri.
Vedi? È perfettamente logico.
Ma la pazzia... La pazzia è tutto fuorchè logica e razionale.
Anzi, possiamo tranquillamente dire che sia il loro esatto opposto.
Quindi no, Satoshi. Temo proprio che tu non sia pazzo. -
Il diciassettenne annuì leggermente, lo sguardo tristemente rivolto verso il basso.
In un'altra occasione le parole di Sumire lo avrebbero rincuorato, ma arrivati a quel punto... No, in realtà ormai non lo sapeva neanche lui cos'avrebbe dovuto pensare a quel punto.
- Ma comunque cosa ci fai qui? - Chiese la ragazza incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio. - Non so se te l'hanno detto, ma solitamente si usa la porta quando si va a fare visita a qualcuno, non la finestra. Soprattutto se il posto dove entri non è una casa normale, ma un orfanotrofio. -
- Ho bisogno di voi. - Rispose il ragazzo, riferendosi anche a Yuki, Aki è Yoori. - In realtà non so esattamente cosa dobbiate fare, ma dovete assolutamente seguirmi, dobbiamo andare. -
- Un momento. - Lo fermò la maggiore, prendendolo per il polso. - Cosa vuoi dire? Dovremmo scappare? E dove? -
- Anche io sono in fuga, sono scappato solo un'ora fa dalla prigione. -
Sumire lo osservò interdetta, non sapendo se dover scoppiare a ridere o prenderlo sul serio.
- È una lunga storia. - Mormorò poi il biondo scuotendo la mano in un gesto frettoloso. - Vi spiegherò tutto strada facendo, ora però dovete solo seguirmi. Il treno parte tra mezz'ora e la stazione non è molto vicina. -
- Senti Satoshi. - Sentenziò allora la corvina, puntando le mani sui fianchi e i piedi per terra. - Mi manca un solo mese per compiere vent'anni e diventare maggiorenne. Un solo mese e potrò uscire di qui. Un solo mese e potrò trovarmi un lavoro e una casa e andare a vivere in santa pace con Yuki, Aki e Yoori. Perchè dovrei mettere tutto a repentaglio scappando con te nel cuore della notte per seguirti in chissà che folle piano? -
- Semplice. - Rispose Alice, sorridendo leggermente. - Perchè sotto sotto... Sei pazza anche tu. -
Lei lo osservò allibita per alcuni istanti, quindi si sentì tirare per l'orlo della maglietta e chinò lo sguardo: erano Eagle, Duck e Lory, già pronti con gli zainetti sulle spalle.
Così la Mock Turtle alzò lo sguardo al cielo e sbuffò. Uno sbuffo strano, in realtà per certi versi quasi più simile ad una risata che altro, e che fece subito scoppiare a ridere i tre bambini.
- Mi sa che mi tocca rettificare ancora una volta. - Disse alla fine la corvina, mentre stava seduta sul davanzale con le gambe a penzoloni nel vuoto, osservando Satoshi giù nel cortile, quattro metri più sotto. - Tu non vuoi essere pazzo... Lo sei già. -
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