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Episodio IX: Il demone Griffith - Prima parte. (1429-1483)

Tre mesi dopo l'occupazione di Rouvray, il principe Carlo VII scese in guerra personalmente con il suo esercito. Il Principe decise di riconquistare il castello di Patay per rompere l'accerchiamento nemico. Durante l'assalto, l'esercito francese perse molti uomini, mentre l'esercito inglese riusciva a difendere perfettamente il castello.

-Non è possibile. I nostri soldati vengono spazzati via! È una disfatta totale.- disse il principe Carlo VII.

-L'assalto del nemico è troppo violento.- rispose un soldato.

-Se continuiamo così la truppa verrà decimata e non resterà un solo soldato vivo!- disse un altro soldato.

-Presto! Vai a chiamare i rinforzi! Non c'è modo di fermare l'esercito di Enrico VI?- domandò il principe Carlo VII ma all'improvviso arrivò l'Armata dei Falchi, guidata da Griffith, in aiuto al principe Carlo VII. La battaglia fu dura, ma appena comparve l'Armata dei Falchi le cose cambiarono, persino grazie a Griffith che uccise tre uomini con un colpo solo. L'esercito inglese fu alla fine costretto alla fuga, e il castello di Patay fu riconquistato, con questa erano tre battaglie consecutive che aveva visto prevalere i francesi. Dopo la battaglia, l'Armata dei Falchi ritornò vittoriosa a Orleans per festeggiare. Ma Giovanna:

-Comandante Rocco!- disse Giovanna.

-Cosa succede capitano Giovanna?- domandò uno dei mercenari.

-Devo parlare al comandante. Avete tempo per ascoltarmi? E molto importante.- domandò Giovanna.

-Cominciate a bere anche senza di me, vi raggiungo subito.- disse Rocco.

-Mi vuoi spiegare?- domandò Giovanna.

-Di che parli?- domandò a sua volta Rocco.

-Lo sai. Avevamo ricevuto ordini precisi per l'attacco di oggi. Io e te avevamo il compito di stare di retroguardia per proteggere la truppa ma tu hai fatto di testa tua lanciandoti da solo in battaglia. Sei stato bravo e ora sei convinto di essere un'eroe, vero? Questa volta ti è andata bene, ma essendo irresponsabile, prima o poi metterai in pericolo non solo la tua vita, ma anche la nostra! Ti consiglio di seguire gli ordini di Griffith.- disse Giovanna.

-Sono mortificato. Vedrò di stare più attento.- rispose Rocco.

-E pensi che io ti creda? Te l'ho sentito dire troppe volte. Poi fai di testa tua. Non sei cambiato rispetto a tre mesi fa. Sei sempre in aperta competizione con Griffith. L'unica cosa che ti sta a cuore è lanciarti in battaglia come una furia! Pensi solo alla gloria, non al bene dell'intero esercito. Sei un egoista senza scrupoli.- disse Giovanna. Rocco, furioso le afferro i polsi e disse:

-Ripetilo, se ne hai il coraggio, e mi dimenticherò che sei una donna.-

-Finitela di litigare, voi due!- rispose Griffith.

-Griffith!- disse Giovanna.

-Giovanna, lascia che sia io a parlare a Rocco, è compito mio.- rispose Griffith.

-Ti prego, non gliela dare sempre vinta.- disse Giovanna che se ne andò arrabbiata.

-Proprio non andate d'accordo, eh? Eppure vi conoscete da tre mesi.- domandò Griffirh.

-Io ci sto provando. Mi sforzo sempre di anteporre il bene della truppa. E credo di aver fatto dei cambiamenti.- rispose Rocco.

-Ho ancora nella mente il nostro duello di allora, la luce di sfida che avevi negli occhi. Fin dal primo momento ho voluto che entrassi nell'Armata, è stato un combattimento memorabile, non so cosa darei perché tutti i soldati fossero così. Forza andiamo, sei l'eroe del giorno non farti attendere.- disse Griffith.

-Griffith, aspetta. Ti prego di perdonarmi, se ti ho disubbidito.- rispose Rocco.

-Non ti preoccupare, so bene perché l'hai fatto.- disse Griffith.


Un mese dopo, l'Armata dei Falchi al fianco dell'esercito reale francese conquistarono il castello di Reims. Dove, il 17 Luglio del 1429, ebbe luogo la cerimonia della consacrazione e incoronazione del Delfino di Francia, che divenne Re con il nome di Carlo VII (1429-1461). Il giorno seguente, il 18 Luglio del 1429, il nuovo sovrano chiamò a rapporto l'Armata dei Falchi nella cattedrale di Nostra Signora di Reims.

-Amatissimi sudditi del Regno di Francia, siamo riuniti nella Cattedrale di Nostra Signora di Reims per celebrare una cerimonia memorabile il cui significato simbolico entrerà a far parte della nostra società. Io, Carlo VII, Re di Francia, nomino te, Griffith cavaliere del Regno, e la vostra Armata d'ora in poi farà parte dell'esercito francese.- disse il Re.

Mentre tutti vedevano la cerimonia, Giovanna si accorse che mancava Rocco e lo domandò a Vito, il quale le rispose che era fuori ad allenarsi con la spada. Dopo la cerimonia, l'Armata dei Falchi ottenne il compito, dal Re in persona, di conquistare un accampamento nemico pieno di munizioni. Il piano di Griffith era di dividere l'esercito in tre parti:

-Gli uomini di Rocco e Giovanna penseranno a distrarre il nemico da est a ovest; subito dopo, il grosso dell'esercito entrerà dal centro.-

-Noi non siamo più dei mercenari senza patria, ormai. Non dimenticarlo Rocco. Se oserai ancora fare le cose di testa tua, te la vedrai con me. Mi sono spiegata?- domandò Giovanna.

-Conto sul tuo coraggio, Giovanna.- rispose Griffith.

L'assalto iniziò e Rocco attaccò insieme a Giovanna decimando i soldati inglesi, in seguito entrò anche Griffith con il grosso dell'esercito per conquistare l'accampamento e le munizioni. Ma all'improvviso Rocco si accorse che stava uscendo del fumo dall'accampamento.

-Dannazione!- disse Rocco che decise di intervenire.

Giovanna però si accorse che Rocco si stava dirigendo verso Griffith e lo inseguì:

-Rocco! Dove vai? Fermo, aspetta gli ordini!- asserì Giovanna.

-Levati di mezzo!- rispose Rocco.

-Fermati Rocco!- gridò Giovanna.

Rocco raggiunse Griffith e gli gridò:

-Griffith! È una trappola! Dobbiamo andarcene!-

-Ritirata!- disse Griffith.

Così l'Armata dei Falchi abbandonò l'accampamento nemico che poco dopo esplose.

-Miei soldati, state tutti bene?- domandò Griffith.

-Si Griffith.- risposero tutti insieme.

-L'abbiamo scampata bella!- disse Vito.

-È tutto merito di tuo fratello minore.- rispose Vittorio.

-Allora, non volevi parlarmi? Se hai qualcosa da dirmi non fare complimenti. Sfogati. Vuota il sacco!- domandò Rocco.

-Chiudi il becco! Volevo solo, volevo dirti che penso che tu abbia fatto la cosa più giusta.- rispose Giovanna.

-Stavo solo facendo quello che ritenevo un mio dovere.- disse Rocco.

-Non mentire. Anche stavolta hai deciso di fare di testa tua, ma è grazie a te se siamo vivi! Voglio dirti che mi dispiace di averti giudicato male.- rispose Giovanna.


Intanto, a Reims, il Re Carlo VII convocò una seduta con i suoi nobili.

-L'Armata dei Falchi.- disse uno dei nobili.

-Sì, stavo pensando di affidargli l'incarico di riconquistare Parigi.- rispose il Re Carlo VII.

-Permettetemi, Vostra Altezza; ma non è il caso di fidarsi di loro per questa missione.- disse il nobile.

-Sono d'accordo, il mio esercito dovrebbe attaccare per primo.- rispose un altro nobile.

-Siete sicuro che vincerebbe? Mi potete garantire con certezza che il vostro esercito ci darebbe la vittoria? La mia decisione non cambia. Informate subito Griffith. Ditegli di organizzarsi e di cominciare appena pronto. Andate.- disse il Re Carlo VII.

-Sì, signore.- risposero i nobili.


Griffith partì, il 21 Luglio del 1429, immediatamente per Parigi, la ex-capitale del Regno, caduta nelle mani inglesi nel 1415 dopo la vittoria inglese, a Azincourt. Rocco fu il primo, insieme ai suoi uomini ad attaccare la città direttamente. Ma stavolta, per un errore tattico, l'Armata dei Falchi fu sconfitta per la prima volta dall'esercito inglese. Giovanna fu ferita in battaglia, ma Rocco riuscì a salvarla e a portarla al sicuro dentro una caverna.

-Sei ferita?- domandò Rocco che prese un panno di seta bagnato e copri la ferita. Ma Giovanna riprese il pano e lo gettò in faccia a Rocco.

-Posso pensarci io alla mia ferita!- disse Giovanna.

-Va bene.- rispose Rocco. In seguito, Rocco andò a prendere un po' di frutta e disse a Giovanna:

-Mangia se vuoi riprendere le forze.-

-Gli uomini come te li conosco da una vita.- rispose Giovanna.

-No, io non credo proprio.- disse Rocco.

-Ti credi così diverso da migliaia di altri? Gli uomini capiscono soltanto la guerra; la pace li confonde.- rispose Giovanna.

-E tu odi i soldati.- disse Rocco.

-Li commisero.- rispose Giovanna.

-Dei soldati francesi sono morti per riconquistare la loro terra. Forse meritano più della tua commiserazione.- disse Rocco.

-Perché hai scelto questa vita?- domandò Giovanna.

-Quale vita?- domandò a sua volta Rocco.

-Del grande guerriero.- disse Giovanna.

-Io non ho scelto niente. Sono venuto al mondo e questo è quello che sono. E tu? Perché hai scelto di amare Dio? Ti accorgerai che è un'amore senza scambio.- rispose Rocco.

-Ti diverti a provocarmi?- domandò Giovanna.

-Hai dedicato la tua vita a Dio. Tu lo servi.- rispose Rocco.

-Sì è cosi. Dio va temuto e rispettato.- disse Giovanna.

-Ti svelerò un segreto, una cosa che non t'insegnano in Chiesa: Dio invidia i mortali perché ogni momento può essere l'ultimo per noi. Ogni cosa è più bella perché siamo destinati a morire, e tu non sarai mai più bella di quanto lo sei ora. Questo momento non tornerà mai più.- rispose Rocco.

-Ti credevo un bruto. Avrei potuto perdonare, un bruto.- disse Giovanna. Dopodiché, Rocco mostrò il suo vero aspetto a Giovanna.

-Quindi sei un demone?- domandò Giovanna.

-Sì. Inoltre sono l'Anticristo.- rispose Rocco.

Intanto fece notte, e Griffith sospese per ora le ricerche di Rocco e Giovanna. Intanto, Giovanna, prese un pugnale e lo appoggiò al collo di Rocco con l'intenzione di ucciderlo nel sonno.

-Fallo. È facile, vedrai.- disse Rocco.

-Non hai paura?- domandò Giovanna.

-Se devo morire. Oggi o tra 500 anni. Che importanza ha? Fallo.- rispose Rocco.

-Ora che so qual è la tua vera natura, se non ti uccido ora, ucciderai altri uomini, demone.- disse Giovanna.

-Moltissimi.- rispose Rocco che afferrò Giovanna, che la spinse a terra per poi spogliarla lentamente, togliendole la veste che la copriva facendo scoprire le gambe e le coscie nude di Giovanna. Alla fine i due si baciarono, Giovanna posò il pugnale, e i due fecero l'amore tutta la notte.


Nell'accampamento dei Falchi, Vito parlò con Vittorio:

-Ho capito che non sei un mortale.- disse Vito.

-Davvero? E cosa mi ha tradito?- rispose Vittorio.

-Sotto Parigi, sei stato attaccato da molte frecce che hanno colpito i punti vitali più importanti: il polmone destro e il cuore, ma sei ancora vivo.- disse Vito.

-Sì, sono un'immortale, mentre tu sei un demone.- rispose Vittorio.

-Che ci fa un immortale qui?- domandò Vito.

-Potrei farti la stessa domanda.- rispose Vittorio.

-Io e mio fratello giriamo il mondo alla ricerca di un posto dove poter stare liberi.- disse Vito.

-Dimmi una cosa, Vito, tu sai cosa significa l'amore?- rispose Vittorio.

-Mio fratello ne sa più di me. Un tempo aveva una donna che amava, ma che ora non è più con noi.- disse Vito.

-Anch'io aveva un tempo una donna.- disse Vittorio.

-Era una mortale?- domandò Vito.

-No, io gli ho donato l'immortalità quando fu uccisa da Giuda.- rispose Vittorio.

-Parlamene, come si chiamava?- domandò Vito.

-Si chiamava Isabella, era la serva del principe Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno.- rispose Vittorio.

-Ludovico il Pio, il figlio di Carlo Magno, ma tu chi sei?- domandò Vito.

-Sono il secondogenito del paladino Orlando, e della nobile Angelica di origine orientale.- rispose Vittorio.

-Sei un paladino?- domandò Vito.

-Lo ero, finché nella corte dell'Imperatore di Carlo Magno, sono arrivati due nobili, Lucius e sua sorella Celidea. Le cose peggiorarono con l'arrivo nella corte del vampiro, Giuda il quale uccise sia me che mio fratello maggiore, Luca, la stessa sorte toccò a Isabella.- rispose Vittorio.

-È come hai fatto ad ottenere la vita eterna, non sei un vampiro.- disse Vito.

-Furono Lucius e Celidea, che in realtà erano due immortali; Celidea donò la vita eterna a mio fratello maggiore, Luca, il quale la diede anche a me, ed io iniziai la ricerca della mia amata Isabella. Finché la ritrovai e gli donai la vita eterna, e insieme ci trasferimmo a Stranizia, la città degli immortali.- rispose Vittorio.

-Allora perché sei qui?- domandò Vito.

-Il fato gioca sporco. Io e Isabella ci sposammo a Stranizia, e siamo stati insieme ben 200 anni finché non fu morsa da un demone, da quel momento ella divenne pazza e continuò ad uccidere persone, sopratutto mortali, allora fui costretto da Michele a tagliarli la testa. Dopo averla uccisa ho abbandonato Stranizia e mio fratello maggiore, e non voglio più tornarci per il resto dell'eternità.- rispose Vittorio.

-Un po' simile a quello che è successo a Rocco e Moya.- disse Vito.

-Moya? Era questo il nome di sua moglie?- domandò Vittorio.

-Sì, ed era una mortale, mio fratello la salvò da un gruppo di celti, e si sono innamorati l'una dell'altro fino a sposarsi. Ma in seguito, Moya fu catturata dai Normani per poi essere violentata, torturata e uccisa. Da quel momento Rocco si è chiuso in se stesso.- rispose Vito.

-Mi dispiace molto, l'amore dà molto, ma allo stesso tempo può togliere molto, lasciando un vuoto che è impossibile coprire.- disse Vittorio.

-Ma ti devo dire una cosa. Rocco è cambiato da quando a conosciuto Giovanna, forse si è di nuovo innamorato.- rispose Vito.

-Spero che sia così.- rispose Vittorio.


Dopo due mesi, nel 21 Settembre del 1429, dalla loro scomparsa, Rocco e Giovanna ritornarono nell'Armata dei Falchi. Ma Rocco decise che era ora di salutare i suoi uomini e gli amici che aveva conosciuto. Quando Griffith venne a sapere della volontà di Rocco decise di sfidarlo a duello affinché, insieme a Vito, non parta. Griffith sapeva che Rocco era migliorato molto rispetto al loro primo duello, e decise di attaccarlo con un colpo secco e, nel peggiore dei casi, di ucciderlo pur di non lasciarlo andare via. A Rocco però bastò un solo fendente a spezzare la spada di Griffith e metterlo al tappetto.

-Perché lo hai fatto, io ti amavo.- disse Griffith.

-Mi dispiace Griffith, ma io amo un'altra persona.- rispose Rocco, andandosene con Vito.

-Ma allora te ne vai?- disse Giovanna.

-Per il momento, poi tornerò e ti porterò via con me.- rispose Rocco che la baciò.

A Griffith la sconfitta non andò giù e, sconvolto, la sera stessa, si recò nelle stanze della principessa Charlotte dove trascorse con lei una notte d'amore. Purtroppo per lui un'ancella lo scoprì e avvertì il Re. Il mattino seguente, Griffith venne arrestato con l'accusa di alto tradimento. Il re ordinò ad un carnefice di torturarlo, e di tenerlo in vita a soffrire per un anno intero. Durante questi 365 giorni, a Griffith vengono recisi i tendini di tutte e quattro gli arti, viene scarnificato su tutto il torace e gli viene tagliata la lingua. Nello stesso tempo, l'Armata dei Falchi fu perseguitata dal Re in persona. Solo 10.000 uomini sopravvissero, e al comando di Giovanna d'Arco giurarono fedeltà al re di Francia. In seguito, Giovanna tentò di nuovo di riconquistare Parigi. Fu di nuovo ferita sotto le mura della capitale, fu fatta in seguito prigioniera da un nobile borgognone e infine venduta agli inglesi nel 1430. Processata dal vescovo conte di Beauvais, alleato degli inglesi, fu accusata di eresia e di stregoneria, ma Giovanna si difese da sola tenendo testa, senza paura agli ecclesiastici del tribunale. Nel Settembre del 1430 Griffith, dopo essere stato liberato incontrò Satana, il quale gli mostrò la sua vera natura. Griffith, in realtà era un demone come Rocco e Vito, ma a differenza loro, per un incidente all'inferno aveva perso la memoria. Satana rivelò a Griffith che, la colpa per il quale Rocco non lo amava era Giovanna, la quale stava aspettando un figlio da Rocco. Allora Griffith da solo, con l'aspetto metà demone e metà umano, attaccò il castello di Rouen dove era tenuta prigioniera Giovanna. La trovò, e per punirla per quello che gli aveva fatto la violentò con forza, facendo quasi perdere il bambino a Giovanna. In seguito, la abbandonò, lasciandola sola. Dopo nove mesi, il 21 Maggio del 1431, Giovanna partorì in cella, e questo la rese una strega, poiché il bimbo che partorì era deforme, metà umano e metà demone.

-Rocco, ecco nostro figlio, Abe.- disse Giovanna.

Il vescovo, conte di Beauvais, descrisse così il bambino al re Enrico VI d'Inghilterra:

-Vostra maestà, io non ho mai visto un'essere così prima d'ora, il bambino figlio di Giovanna d'Arco e del Demonio è veramente orribile. È gobbo, ha l'occhio sinistro più piccolo rispetto al destro, come l'orecchio destro: più grande rispetto al sinistro; la gamba destra, più corta della sinistra; e i suoi occhi, rosso fuoco. Vedo in loro lo sguardo del demonio, il male assoluto. Vostra maestà, io vi comunico che quando Giovanna e il suo mostro moriranno, Carlo VII non potrà più respingere le vostre forze, poiché il Diavolo non sarà più dalla sua parte. Le auguro il meglio di questa vita, e che Dio sia sempre con lui e con l'Inghilterra, vescovo conte di Beauvais.-

Dopo la nascita del piccolo, Giovanna fu nuovamente processata dal vescovo che l'accusò di eresia, di stregoneria, e di rapporti sessuali con il Diavolo. Stavolta, Giovanna non riuscì a difendersi e fu condannata al rogo con il figlio. Entrambe bruciarono nella piazza centrale di Rouen, il 30 Maggio del 1431. Giovanna morì al rogo all'età di 19 anni, ma suo figlio sopravvisse, si vedeva infatti che il fuoco non gli faceva niente. All'improvviso, entrò in scena Giuda, il quale uccise la maggior parte delle persone che si trovavano in piazza. Vide il piccolo piangere e decise di portarselo via con lui e lo chiamò Quasimodo.

Rocco e Vito furono informati dei fatti da Vittorio che riuscì a trovarli. In seguito, raggiunsero la città di Rouen, dove trovarono solo migliaia di cadaveri. Vittorio riconobbe che il colpevole del fatto era stato Giuda. E quest'ultimo con il piccolo Quasimodo abbandonò la Francia in direzione dell'Ungheria. Rocco, colmo di ira riunì l'esercito francese sotto la guida, convincendo il re Carlo VII a nominarlo cavaliere e generale. Nel 1435, il re Carlo VII riuscì ad allearsi con il duca di Borgogna, una volta alleato con gli Inglesi, Rocco sconfisse gli Inglesi in due battaglie: la prima a Formigny (1450) e la seconda, che fu la decisiva, a Castillon (1453). Alla fine della battaglia, il re Enrico VI d'Inghilterra si arrese e perse così i suoi domini in Francia (a eccezione della città di Calais). Dopo la guerra, Rocco venne a sapere che anche Griffith era responsabile della morte di Giovanna, allora, insieme al fratello partì alla sua ricerca. Invece, Vittorio ritornò a Stranizia, seguendo il suggerimento di Vito, dove scopre che suo fratello maggiore, Luca si era sposato con Celidea, che chiese scusa al fratello minore riguardo il passato.

Nel frattempo, Giuda arrivò nel Principato di Valacchia dove regnava il principe Vlad III Dracul (1431-1476), chiamato dal suo popolo e dai suoi nemici Tepes, (impalatore), perché aveva fatto impalare molti nemici, e non solo. Quando Giuda arrivò in Valacchia, insieme a Quasimodo volle incontrare personalmente il principe. Vlad era un uomo violento e spietato, soprattutto provava piacere a torturare i prigionieri e si raccontava che avesse spinto la moglie a buttarsi in un fiume per sfuggire alla sua crudeltà. Giuda vide in lui l'uomo che lo avrebbe aiutato a liberarsi degli immortali. Per prima cosa, Giuda comandò un rivolta popolare contro il principe; grazie ai suoi figli vampiri riuscì ad occupare la fortezza di Poenari, nei Carpazi dove lo uccise. Nel 1476, non era l'anno della morte di Vlad III Dracul, ma era l'anno del suo ritorno alla nuova vita. Infatti Giuda lo riportò alla vita sotto forma di vampiro, e nella tomba al posto dei suoi resti, Giuda seppellì un cavallo morto. Ora, diventato un vampiro, Giuda nominò Vlad con un altro nome: Dracula.

Rocco, insieme a Vito riuscirono a rintracciare Griffith, in Inghilterra, il quale partecipò alla Guerra delle Due Rose (1454-1485), si fronteggiarono i due rami in cui si era divisa la famiglia reale: quello dei Lancaster, detto della Rosa Rossa; e quello degli York, della Rosa Bianca (per i simboli che comparivano nei loro stemmi), coinvolgendo non solo la nobiltà ma anche le borghesie cittadine. Griffith si alleò con la famiglia di York, appoggiando Edoardo IV di York. Rocco e Vito si arruolarono nell'esercito inglese, e appoggiarono il re Enrico VI. La prima battaglia si svolse a St. Albans (1455), con la vittoria della casata dei Lancaster ne seguì un'altra vittoria a Bridge (1459), ma nello stesso anno l'esercito di Lancaster fu sconfitto a Blore Hearth. La sconfitta non turbò il re e la sua famiglia, ma nel 1460 vennero sconfitti di nuovo a Northampton, ma con l'intervento di Rocco e Vito l'esercito di Lancaster sconfisse l'esercito di York, a Wakefield (1460) nel nord dell'Inghilterra, questa fu l'ultima vittoria dell'esercito di Lancaster. Infatti, Griffith riunì un piccolo esercito di demoni: Gas, Sulfus, Cabiria, Kabale e la Tempel. Con questo esercito, Griffith vinse a Towton, a Mortimers Cross e a St. Albans nel 1461.

Il re Enrico VI iniziò a temere il peggio. Griffith vinse anche a Hexham (1464), Edgecote (1469). Ma le cose sembravano migliori con la vittoria di Lancaster sugli York nella battaglia di Barnet (1471). Ma tutto peggiorò con la sconfitta a Tewkesbury (1471), dove Edoardo di Lancaster, il figlio di Enrico VI trovò la morte. Anche il sovrano morì in quello stesso anno, fu rinchiuso nella Torre di Londra dove fu assassinato per mano di Griffith, nella notte tra il 21 e il 22 Maggio del 1471. Il suo successore fu Edoardo IV (1461-1483), della casata di York. Con Edoardo IV, la guerra sembrò finita, infatti ci fu una tregua che durò per tutto il regno di Edoardo IV; egli aveva già avuto la corona inglese dal parlamento nel 1461, che depose Enrico VI che fu rinchiuso nella Torre di Londra. Liberato dal figlio Edoardo di Lancaster, nel 1470, Enrico VI ritornò sul trono fino al 1471. Il regno di Edoardo IV fu un regno tranquillo, poiché l'ultimo discendente dei Lancaster Enrico Tudor era in esilio, e quindi nessuna minaccia. Intanto Griffith si innamorò della giovane Elisabetta di York, la figlia del re Edoardo IV, e della regina Elisabetta. Griffith vedeva una possibilità di diventare il nuovo re d'Inghilterra. Quando morì Edoardo IV, il trono passò al figlio Edoardo V, per soli tre mesi poi il trono passò allo zio Riccardo III d'Inghilterra (1483-1485). Griffith iniziò a procedere al piano per uccidere il re, e sposare la nipote Elisabetta. Sperava che anche Rocco ci partecipasse, poiché non erano cambiati i suoi sentimenti per lui, ma Rocco gli gridò di nuovo che non provava più niente per lui, e Griffith ripose che lo avrebbe amato per sempre. Intanto Rocco e Vito decisero di aiutare Enrico Tudor a rientrare in patria dal suo esilio.

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