Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Episodio IV: Pandora, il grande amore di Mariano. (100-74 a.C.)

Pandora nacque a Brindisi, il 15 Ottobre dell'anno 100 a.C., da una famiglia plebea di origini Messapi. La sua infanzia fu bella ma di breve durata. Nell'anno 91 a.C. scoppiò la Guerra Sociale, tutte le popolazioni dell'Italia centro-meridionale dichiararono guerra a Roma per ottenere la cittadinanza romana e il diritto di voto. In quei tempi duri, Roma incaricò al tribuno Lucio Cornelio Silla, e al senatore Caio Mariano di porre fine alla rivolta dei Socii. La guerra durò tre lunghi anni, e alla fine Silla e Mariano portarono i Romani alla vittoria. Ma nonostante ciò, il Senato fu costretto a concedere la cittadinanza romana ai socii. Durante il ritorno a Brindisi, Mariano girava la città in aiuto alla plebe quando sentì le urla di una bambina, seguendo le grida arrivò ad un'insula quasi distrutta, ed entrando vide una bambina che piangeva abbracciando un cadavere. Mariano si avvicinò alla bambina e le disse:

-Hey piccola, come ti chiami?-

-Pandora.- rispose la bambina, con gli occhi pieni di lacrime e il corpo tremante.

-Pandora è un bel nome, ma cosa ci fai qui tutta sola? le chiese Mariano.

-Sono in compagnia di mia madre. Lei è stata uccisa da un legionario, mentre mio padre lo hanno portato via.- rispose Pandora.

-Ascolta Pandora, quanti anni hai?- domandò Mariano.

-Ne ho dodici.- rispose la bambina, senza smettere di piangere.

-Non piangere, ora di porterò da tuo padre, okay?- affermò Mariano, e portandola sulle braccia andò da Silla per chiedergli che fine avessero fatto le persone che avevano catturato.

-Silla, dove sei?- chiamò Mariano.

-Sono qui, Senatore. Ma cosa ci fai con quella bambina?- si avvicinò, Silla.

-È una plebea, sto cercando suo padre.- disse Mariano.

-Parli delle persone che abbiamo catturato per ordine del Senato?-

-Sì, esatto. Devo riportare questa bambina da suo padre.- affermò Mariano, ricevendo solo una risata sadica e cupa.

-Mi dispiace senatore, ma quelle persone le abbiamo già crocifissate.- disse Silla, continuando a ridere macabro. Mariano, stupito rispose:

-E ora, questa povera bambina?-

-Farà la fine dei suoi genitori.- asserì Silla, serio.

Mariano, che era buono di cuore, sopratutto riguardo ai plebei, portò la bambina a Roma, facendola crescere da una famiglia aristocratica. Ben presto Roma dichiarò guerra a Mitridate, il Re del Ponto che minacciava i domini romani in Asia Minore. Una guerra che durò ben quattro anni dal 88 al 84 a.C., e a risolvere la guerra fu sempre Lucio Cornelio Silla, in compagnia di Caio Mariano. Ritornato a Roma scoppiò una guerra tra Caio Mario e Lucio Cornelio Silla, la prima guerra Civile che terminò con la morte di Mario e di suo figlio, Mario il Giovane, e fece iniziare la dittatura di Silla (82 a.C.).

Con la dittatura di Silla, il potere fu completamente esercitato dagli aristocratici e furono perseguitati tutti i nemici politici di Silla. In questi tempi difficili, Mariano andò spesso a incontrare Pandora, che ora aveva diciotto anni. Dopo questi anni, Pandora era ormai devota a Mariano per averla salvata da piccola, ma ora, con Silla al governo della Repubblica ella veniva emarginata dalla società patrizia per le sue origini plebee. Mariano decise di mostrare un regalo a Pandora, insieme andarono alle Necropoli, la città dei morti, fuori da Roma. Mariano aveva seppellito i corpi dei genitori di Pandora nella necropoli della famiglia Iulia. Per la gioia, Pandora baciò Mariano in bocca.

-Scusa, mi sono lasciata andare.- disse subito lei, imbarazzata.

-Non fa niente. Bene, ora torniamo, altrimenti i tuoi genitori adottivi se la prenderanno con me.- rispose Mariano.

-Non sia mai!- disse Pandora, con un sorriso ironico, anche se ancora imbarazzata per il gesto che si era lasciata sfuggire, e insieme ritornarono a Roma.

Dopo due anni, Pandora partecipò insieme alla famiglia patrizia alla vittoria che il dittatore Silla aveva avuto sui suoi nemici politici. In quella festa, Pandora incontrò due ragazzi che la invitarono a casa loro. Ma durante il tragitto, Pandora fu molestata, violentata e uccisa da quei ragazzi. In seguito, i due scapparono lasciando il povero corpo, senza vita di Pandora in mezzo alla strada. Mariano, che stava tornando a casa trovò il corpo di Pandora, subito lo prese e lo portò a casa della giovane per avvisare i genitori adottivi, ma appena arrivato scoprì una terribile verità: proprio loro avevano pagato i due ragazzi per uccidere Pandora. Questa notizia lasciò Mariano così sofferente e pieno di rabbia che decise di prendere provvedimenti sull'accaduto. Prima di tutto, per vendicare Pandora uccise a sangue freddo i due ragazzi colpevoli, dopo annullò il patto che la sua famiglia aveva fatto con quella che aveva preso Pandora in adozione.

Dopo un'anno dagli ultimi eventi, Silla dopo aver terminato le sue riforme si ritirò a vita privata pensando di aver messo al riparo Roma dal rischio delle guerre civili, morì l'anno successivo. Mariano ne approfittò per far resuscitare Pandora dalla morte, la quale appena lo vide lo abbracciò piangendo. Mariano decise di far entrare Pandora nella famiglia Iulia, e le chiese di sposarlo. Il matrimonio di Mariano e di Pandora fu molto bello, speciale e fantastico. Nonostante Mariano e Pandora fossero felici insieme, il Senato di Roma non riuscì più a governare la Repubblica che passo nelle mani del Senatore Cicerone che si fece eleggere console di Roma.

Ben presto scoppiò una rivolta in Spagna, e Gneo Pompeo partì immediatamente. Nello stesso anno, 75 a.C., uno schiavo Trace di identità ignota fu portato a Capua per diventare un gladiatore della Scuola di Batiato. Lo schiavo che, si farà chiamare Spartacus, diventerà il miglior gladiatore della Repubblica.

In un giorno d'inverno del 74 a.C., Mariano e Pandora visitarono insieme Capua e ammirarono i giochi dei gladiatori. Mariano rimase soprattutto sorpreso delle capacità di Spartacus. Insieme a sua moglie entrarono nella scuola di Batiato e chiesero a costui di incontrare Spartacus, e in seguito Batiato gli invitò a partecipare alla festa in onore del figlio del Magistrato Calavio: Numerius, per indossare la toga virillis. Durante la festa, Mariano parlò col magistrato Calavio, Batiato e con le loro moglie.

-Ti devo ringraziare Batiato, con questa festa hai reso mio figlio molto contento, non lo vedo così da molto.- disse il magistrato.

-No, sono io che ti devo ringraziare della tua presenza, magistrato Calavio.- rispose Batiato.

Intanto, Pandora incontra tre donne patrizie che parlavano di Licinia, cugina del Legato Marco Licinio Crasso, l'uomo più ricco di Roma.

-Suo marito è molto angosciato per la sua scomparsa.- disse una delle tre donne.

-Sì, è uscita in piena notte senza schiavi e guardie, ed è sparita.- rispose un'altra.

-Una donna per bene non dovrebbe mai uscire sola.- disse Pandora.

-Non sai suo cugino Crasso, offrirà una lauta ricompensa a chi la troverà e una dura punizione a chi le abbia fatto del male.- rispose l'ultima delle tre donne.

-Chi farebbe del male a un parente di Crasso? Sarebbe solo un folle.- disse Lucrezia, la moglie di Batiato.

-Ciò dimostra di cosa siamo capici se spinti al limite.- rispose Ilizia.

-O attratti, c'è un solo motivo per uscire la notte senza schiavi e senza marito.- disse Lucrezia.

-Suo marito è un uomo basso e grasso, più peloso di un animale.- rispose ancora una delle tre donne.

-Chi può biasimarla?- domandò Lucrezia.

-Volata tra le braccia di un altro, come Elena con Paride.- rispose un'altra delle tre.

-Temo che stasera Roma risplenda di minor bellezza dato che i gioielli della Repubblica si trovano davanti a me, a Capua.- disse Solonio. Solonio non è che l'altro lanista, proprietario di una scuola di gladiatori, di Capua.

-Buon Solonio, hai accettato l'invito.- rispose Lucrezia, contenta.

-Come rifiutare la tua divina compagnia?- domandò Solonio.

-Se la vista non m'inganna, Solonio è passato dalle tenebre alla luce, abbracciami fratello.- disse Batiato.

-Magari lo fossimo.- rispose Solonio.

-Quasi non ti riconoscevo, hai le guance scavate.- confessò Batiato, con un sorriso scherzoso.

-Stai bene?- domandò Lucrezia.

-Mai stato meglio.- rispose Solonio.

-Non si può dire altrettanto della tua fortuna nell'arena, hai già salutato il magistrato Calavio?- domandò Batiato.

-Parlava con i consoli quando sono arrivato.- rispose Solonio.

-Al termine della serata troverà il tempo di dedicarsi a ospiti meno illustri.- disse Batiato.

-Grazie dell'invito, spero di poter ricambiare al più presto.- rispose Solonio, salutando Batiato e sua moglie Lucrezia.

-Guardate, quella è Pandora la moglie del Senatore Mariano, avete visto quanto è bella?- chiese un gruppo di donne.

-Tesoro, mi guardano tutte. Forse non sto bene così.- borbottò Pandora, accorgendosi delle occhiate delle persone.

-No, sei uno schianto.- disse Mariano baciandola.

Ben presto si entrò nel vivo della festa:

-Venite! Radunatevi, ospiti illustri e ospiti della reputazione più discutibile. Stasera, la casa di Batiato si presta umilmente ad ospitare un glorioso evento. Il figlio del magistrato Calavio abbandona le vesti di ragazzo per divenire un vero uomo Romano! Ma prima che indossi la toga virilis, vogliamo onorarlo con un combattimento e con il sangue! Una sfida tra presente e passato. Spartacus, Campione di Capua fatti avanti! E Crisso, precedente campione.- disse Batiato. Improvvisamente, Batiato fu interrotto da Numerius che disse:

-Aspettate, temo che i tempi d'oro di Crisso siano passati. Vorrei che Varro combattesse al suo posto.-

-Come desideri, giovane Romano; sarà fatto il tuo volere. Varro, fatti avanti.- rispose Batiato.

-Questa promozione è merito tuo?- domandò Varro.

-Non ne avevo idea.- rispose Spartacus.

-Sembra che gli dei favoriscano anche me.- disse Varro.

-Onorate il ragazzo e la scuola.- rispose il maestro Enomao.

-Vieni, Numerius, questi titani dell'arena attendono il tuo comando!- disse Batiato. Spartacus, sorridendo, esclamò a Varro:

-Facciamoli divertire.-

-Iniziate!- gridò Numerius, e Spartacus e Varro iniziarono a lottare tra loro.

Il duello fu spettacolare, Spartacus combatteva con due spade mentre Varro con una, e nell'altra mano uno scudo. Varro riuscì a ferire Spartacus nel fianco destro, ma Spartacus partì subito al contrattacco, colpendo Varro, prima con una gomitata sul cranio, poi con un pugno sulla mandibola, facendolo cadere a terra. In quel momento, Spartacus lo disarma dello scudo e lo sconfisse. Con la punta della spada sulla clavicola, Varro si arrende e il pubblico applaude.

-Come al solito, il mio fianco!- disse Varro.

-Proteggilo, e la prossima volta potresti essere tu il vincitore.- rispose Spartacus.

-Spartacus è ancora il Campione di Capua! E Varro, eccezionale avversario, assai pericoloso nell'arena. Forza, Numerius decidi il destino del guerriero caduto.- disse Batiato. Nello stupore di tutti, Numerius non impiegò nulla a decidere: pollice verso il basso.

-Perdonami, magistrato, ma si era parlato solo di un'esibizione, non di una sfida mortale.- disse Batiato.

-Padre.- rispose Numerius.

-Numerius ha preso la sua decisione, ti rimborserò il prezzo di quel gladiatore.- disse il magistrato, Calavio. Così, Batiato ordinò a Spartacus di uccidere Varro, ma lui, non volendo uccidere il suo migliore amico, si rifiutò. Allora intervenirono le guardie.

-Fallo, oppure ci uccideranno entrambi. Non hai altra scelta.- disse Varro.

-C'è sempre una scelta.- rispose Spartacus.

-Non questa volta.- disse Varro.

Ma Spartacus restò immobile, allora Varro afferrò con la mano la spada di Spartacus, ancora puntata sulla sua clavicola, e la spinse all'interno. Spartacus immediatamente lo fermò.

-Devi vivere e provvedere alla mia famiglia, sappi che avrei fatto lo stesso per te.- disse Varro.

Alla fine, Spartacus, con una lacrima che gli scendeva sulla guancia sinistra, chiuse gli occhi e uccise Varro a sangue freddo. Dopo la festa, Mariano e Pandora ritornarono a Roma. Il giorno seguente al Senato, Mariano incontrò il console Cicerone, il quale fu felice di fare la conoscenza del senatore Caio Mariano. Ma una tragedia si abbatté in Senato: il magistrato Calavio non era a Roma, e girava voce che fosse stato rapito fuori dalla città di Capua.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro