Episodio I: I due fratelli. (4000 a.C.)
Anno 4000 a.C., in Mesopotamia, nella città di Uruk muore il re Dumuzi, e gli successe il primogenito Gilgamesh, nato nel 4030 a.C.. Gilgamesh era un uomo molto ambizioso, e il suo più grande sogno era regnare su Sumer, la parte meridionale della Mesopotamia dove si trovavano i Sumeri, da cui prese il nome Sumer, e le loro città: Uruk, Ur, Larsa, Eridu, Lagash, Umma e Nippur. Gilgamesh; comunque, non era molto amato dal suo popolo come lo era suo fratello minore: Michele, nato nel 4020 a.C..
I due fratelli non andavano molto d'accorto: Gilgamesh odiava il fratello poiché il popolo lo amava più di lui; Michele, invece, cercava un modo di riunirsi al fratello come quando erano bambini. Intanto, Dio, che soffriva per quello che sarebbe successo ai suoi figli, era alla ricerca di un uomo puro per donargli l'immortalità. Dopo molte ricerche Dio vide due fratelli: il primo invidioso del minore; e l'altro gentile, sia con il fratello che con i suoi cittadini. Dio vide che Michele era puro di cuore, ma per esserne sicuro decise di metterlo alla prova per vedere la purezza del giovane. La prova consisteva di vedere chi avrebbe salvato Michele dal diluvio. Infatti, ben presto iniziò a piovere di continuo finché il Golfo Persico straripò per l'alimento continuo della pioggia. Questo causò un'ondata di terrore in tutte le città sumere. Gilgamesh, invece di aiutare il suo popolo, decise di salvarsi solo lui, imbrogliando anche suo fratello minore, Michele. Infatti quest'ultimo fu l'unico a cercare di salvare i poveri contadini e pastori. Proprio per questo Michele mori, nell'intento di salvare un pastore e una pecora che stavano per essere travolti dall'onda. Il diluvio sconvolse l'intera Mesopotamia e terminò solo dopo 40 giorni. Dopo il diluvio Gilgamesh ritornò ad Uruk e riprese il trono. Per onorare Michele fece costruire una sua statua, al centro della città, alta 10 metri. Intanto il corpo senza vita di Michele ritorno in superficie. Dio, allora si avvicino e prese le sembianze umane. Toccò Michele che ritornò così dal regno dei morti. Michele vide l'anziano e disse:
-Ma tu sei il Dio Utu: il dio del sole.-
-No. Io sono il solo e unico Dio, il creatore di tutto. Io ho molti nomi ma tu mi puoi chiamare Jahvè.- rispose Dio.
-Perché mi avete ridato la vita?- domandò Michele.
-Perché ho scelto te, perché sei l'unico uomo degno di creare il mio popolo di immortali che un giorno combatterà al mio fianco contro il demonio, Satana.- rispose Dio.
-Ne siete convinto?- chiese Michele.
-Certo.- rispose Dio dopodiché sparì nel nulla.
Michele allora decise di ritornare su Uruk. Intanto su Uruk, Gilgamesh fece costruire una statua che lo raffigurava al centro della città insieme a quella del fratello. Ma la differenza era che la sua era più alta di quella di Michele. Gilgamesh iniziò a governare con il pugno di ferro e uccise tutti coloro che si opponevano a lui. Quando Michele ritornò fu accolto dal popolo come un Dio. Ma quando lo seppe suo fratello, Gilgamesh mandò un gruppo di soldati con l'ordine di uccidere Michele. Ma nonostante Michele venne infilzato molte volte dalle spade dei soldati, egli non sentì dolore ma solo tristezza. Il popolo iniziò a credere che Michele fosse diventato un Dio dopo la morte e Gilgamesh venne cacciato dalla città. Dopo essere stato cacciato Gilgamesh vagò per giorni nell'intera regione di Sumer, quando incontrò dei nomadi che gli parlarono della sorgente dell'eterna giovinezza. Chi avrebbe bevuto da quella sorgente avrebbe ottenuto la vita eterna, quindi sarebbe diventato immortale. Gilgamesh non ci pensò due volte e chiese ai nomadi l'indicazione per raggiungere la sorgente. Intanto a Uruk, Michele dette inizio ad un regno completamente prospero e ordinario. Grazie a lui il popolo era felice del nuovo sovrano, ma i nobili un po' meno per il fatto che avevano perso molte somme di denaro che Michele aveva distribuito al popolo.
Dopo ben tre mesi Gilgamesh ritornò ad Uruk per riprendersi il trono. Quando si scoprì che anche lui non era più un mortale, i nobili e alcuni soldati si allearono con lui. Mentre il popolo e il resto dell'esercito restò fedele a Michele. Tra di loro c'era il pastore Giovanni, nato nel 4020 a.C., lo stesso pastore salvato da Michele durante il diluvio universale, e si mise contro Gilgamesh il quale lo eliminò con una mano, trapassandogli il cuore. Intanto, Michele arrivò e fra i due fratelli iniziò uno scontro tra titani. Entrambi erano allo stesso livello finché Michele, che senti la voce di Dio dirgli:
-Tu, figlio mio, sei diverso dagli altri immortali. Non solo perché sei il primo, ma perché possiedi una trasformazione di potenziamento.-
Sentendo queste parole, Michele mostrò il suo vero nuovo aspetto trasformandosi: i suoi capelli si colorarono di azzurro e gli occhi completamente bianchi. Trasformato Michele ottene la meglio sul fratello il quale fu costretto a scappare. Dopo lo scontro, Michele si avvicinò al corpo senza vita del pastore Giovanni, che aveva salvato la vita durante il diluvio universale. E lo toccò con la mano riportandolo dal regno dei morti. Quando Giovanni si risvegliò e vide Michele rimase stupito e disse:
-Ma io ero morto.-
Michele, sorridendo gli rispose:
-Ora sei un'immortale proprio come me. Tu sei il mio primo figlio, e come tale ti avrò sempre nel mio cuore.-
Dopo aver parlato, Michele diede a Giovanni un bacio sulla fronte come segno paterno. Intanto Dio distrusse la sorgente dell'eterna giovinezza, avendo paura che, come Gilgamesh, alcuni uomini desiderosi di potere e fama vadano alla ricerca della sorgente. Gilgamesh, nel frattempo, ormai cacciato via da Uruk vagò nella lunga e vasta regione della Mesopotamia in direzione Ur. Proprio lì, dopo tre settimane, di viaggio incontrò una fanciulla Akasha, una giovane nobile. Gilgamesh fu stregato dal fascino della giovane tanto che iniziò a passare sempre più spesso in quella via della città di Ur solo per spiare la giovane nobile. Nel frattempo, ad Uruk, Michele donò la vita eterna al contadino Ernesto, nato nel 4020 a.C., ed altre persone; le quali, secondo Michele erano degne di ricevere l'immortalità.
Intanto, Gilgamesh iniziò a frequentale la giovane Akasha, nata nel 4020 a.C., la quale si innamorò di lui. Esso, alla fine la rapisce e la portò con sé nella casa che aveva comprato ad Ur, dove uccise la povera ragazza trapassandole il petto. Dopo averla uccisa, Gilgamesh si avvicino al corpo senza vita della giovane per espellere il pugnale che aveva usato per ucciderla e la toccò con una mano, donandogli la vita eterna. Dopo essersi ripresa, Gilgamesh le disse:
-Ti piace quello che senti.-
-Sì. È una senzazione unica che non avevo mai sentito prima d'ora.- rispose Akasha.
-Ora sei immortale vivrai in eterno, a meno che un altro immortale ti uccida con le sue mani.- rispose Gilgamesh, sorridendo.
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