Capitolo 8
<< Vedo che l'amore tra di voi ci sia ancora >> Ella entra sedendosi sul divano di fronte a noi. Mi separo da Egon, cerco di distanziarmi da lui ma mi afferra la mano e la stringe a sè, come se la paura di avermi immaginata abbia preso il sopravvento sul suo buon senso. << Mi dispiace interrompervi, ma parlando con gli altri mi sono sorti dei dubbi >>.
Annuisco.
<< Eva tu sei morta e sei qui, ma non hai cambiato sembianze. Non sei un angelo e neanche un demone, ricordi la tua vita passata e ci riconosci. Questa storia mi puzza.>> dice mia sorella.
<< Credo di aver letto in un libro di storia angelica che spesso le anime prima di prendere forma in altri mondi vagano tra gli altri per trovare il proprio posto >> riflette Keira.
<< Quindi credete che lei stia cercando il suo posto nel nostro mondo? >> chiede Egon.
<< Ma a quanto pare non l'ha ancora trovato >> fa notare Eden << Forse il Paradiso non è il suo mondo, o magari deve trovarsi in uno specifico luogo a cui la sua anima si attacchi >> continua a spiegare.
<< Potrebbe diventare anche un Demone? >> chiede Egon preoccupato. L'espressione del suo viso mi fa soffrire, forse crede che trasformandomi in un demone possa cambiare, dimenticarmi di lui e magari non provare più amore. I demoni non conoscono questi sentimenti, li mischiano tutti tra di loro e preferiscono i piaceri carnali a qualsiasi legame.
<< Anche se non mi ricordassi di voi, anche se mi trasformarsi in un demone ricordatevi che la mia anima è legata alla vostra, ho sempre saputo che io avevo un altra famiglia anche se la mia mente cercava sempre di riportarmi con i piedi per terra. >> affermo << Non so, spesso mi capitava di addormentarmi la sera e sognare di trovarmi qui tra di voi, di vedere Egon andare di matto e arrabbiarsi con Dena, Ella e mia madre che cercavano di rassicurare papà sull'accaduto della mia morte; è come se le vostre vite siano una parte di me. >> mi guardano con una strana espressione.
<< Perché quegli sguardi? >> mi stringo nelle braccia << Non fate così. Mi sento strana, come se fossi tornata al periodo del primo liceo e tutti mi prendevano in giro per il mio apparecchio ai denti >> ammetto la mia frustrazione.
<< Apparecchio? >> chiede Eden << Cosa è? >>.
<< Che te ne frega. Quello che dovrebbe preoccuparti è che era presa di mira da degli stupidi >> gli occhi di Egon diventano più scuri e noto una vena pulsare sul collo.
<< Basta con questi pensieri insulsi >> Elain riporta la pace in casa, la sua voce mi tranquillizza e, di nascosto, mi do un pizzicotto sul braccio per rassicurarmi che questa bellissima sensazione di conforto e amore che sto provando non sia solo un sogno.
Anche se ho cercato di essere attenta, Ella mi ha notata quindi cerco di darle una risposta.
<< Spesso mi è capitato che qualcuno dei miei sogni fosse talmente reale che perdevo la cognizione della realtà, questo mi aiuta a capire se io stia sognando. Non posso crederci che tutto sia vero >> ammetto con un sorriso.
<< Io non posso credere che tu sappia cosa ci sia capitato in questi anni. Tutto combacia, sembra che tu non abbia mai lasciato il paradiso, qualcosa ti lega a questo posto e tu sia stata richiamata. >>
spiega Eden.
<< Oh il tuo amore per Egon! >> squittisce Elain facendomi arrossire per l'imbarazzo.
<< Non credo sia questo >> ipotizza il marito della mia migliore amica.
<< Però sono invidiosa >> si lamenta Keira << Sono l'unica senza un fidanzato o marito, perfino Eva aveva Egon qui e un ragazzo in terra che le aveva quasi fatto la proposta. >> Egon si irrigidisce a quelle parole.
<< Però non era vero amore, in un certo senso mi ricordava qualcuno e io mi aggrappavo a quell'idea fasulla che si trattasse di qualcos'altro e non di mancanza >> guardo Egon negli occhi per confessargli la mancanza che ho sempre sentito in questi anni.
<< Però devo ammettere, l'unica persona che mi ha fatto battere il cuore era il mio migliore amico: James. Lui era l'unico che mi capiva e mi sentivo legato a lui come nessun altro. Era l'unica persona che mi faceva desiderare di restare sulla terra >> ammetto.
<< Perché parli al passato? >> la piccola Christel entra nella stanza e mi guarda con un'espressione dolce. Vedere quell'azzurro, così simile ai miei, negli occhi di altri che non siano i miei che ogni mattina fissavo nello specchio in camera mentre Ella si preparava per scuola, mi porta indietro nel tempo.
<< Perché è morto due anni fa >> la stanza cala in un silenzio profondo << Ma chissà, puo' darsi che io lo riconosca tra alcune persone qui. Adesso avrebbe due anni, giusto? >> chiedo.
<< Potrebbe essere un demone >> mi ricorda Elain. Annuisco
<< Dopo aver chiuso gli occhi ho rivisto il suo volto pieno di sangue che mi incitava a ritornare da mio padre e mio fratello. Sembrava così reale, ho rivisto vari ricordi che pensavo di aver raccattato in qualche angolo della mia mente, ma un'immagine mi ha scioccato: una donna che urlava immersa tra le fiamme. >> racconto << Sono sicura di non averla mai vista e di certo non era un mio ricordo >>.
<< Una premonizione >> spiega Eden << Spesso capita che le anime mentre passano da un mondo all'altro riescano a intercettare la linea del futuro e presagire qualcosa, ma raramente alcuni ne riportano il ricordo una volta arrivati a destinazione. Tu sei la prima >>.
<< E cosa vuole significare questa donna che ha visto Eva ? >> chiede mia sorella.
<< Non lo so >> ammette Eden pensieroso << Di sicuro niente di buono >> annuncia.
<< Sembra che tutto sia ritornato come agli inizi >> fa notare Keira << Ma questa volta il problema non è Egon >> afferma ricevendo un grugnito da lui in ricambio << Strano a dirsi, ma il vero mistero questa volta è Eva e la sua premonizione. >>
<< Basta chiacchiere. Adesso dobbiamo capire cosa significa tutto questo, nel frattempo Eva dovrà trovare il suo posto per completare la trasformazione. Iniziamo dal Paradiso, magari oggi portala a casa dei tuoi >> dice ad Ella << Magari riconoscere casa porterà qui del tutto la sua anima. >>
<< Così potrai conoscere Joel, mio marito >> sorride entusiasta, anche se io sono un po' tesa nel pensare ad un incontro con i miei.
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