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Capitolo 7

<< Quindi non è detto che tu debba restare qui >> afferma Keira << È come se la tua anima fosse arrivata qui transitoriamente? >> chiede per avere conferma da Eden.

<< Questa storia mi sta confondendo >> dichiara lui << Dovrò ricominciare a fare ricerche. Per il momento resterai qui con noi e cerca di non farti riconoscere da nessuno >> mi dice e io annuisco.

<< Sono così felice che tu stia qui! >> saltella Ella << Da quando sei morta, molti nuovi angeli portano il tuo nome. Sei la nostra salvatrice >> sento Egon irrigidirsi. Ricordargli della mia morte e la mia presenza instabile in questo mondo, lo mettono a disagio.

<< Egon >> è la prima volta che gli rivolgo la parola da quando è entrato. L'ultima volta che ho pronunciato il suo nome è stato quando il ciondolo si è illuminato a casa mia il giorno del mio compleanno. Tutti si alzano e si dileguano per darci un po' di privacy.

Passano alcuni minuti senza che io pronunci ancora nessuna parola. Egon è seduto sul divano come me, qualche centimetro ci separa. Sul tavolino ci sono due tazze con il latte lunare che ho sempre amato. Quanto mi è mancato il sapore dolciastro di questo latte.
Allungo il braccio verso la tazza, appena tendo il busto un po' più avanti, Egon si irrigidisce come se avesse paura o fremesse dalla voglia di un nuovo contatto tra di noi. Non sto prestando attenzione ad afferrare la tazza, ma di più al viso di Egon, ai suoi lineamenti duri e alle sue labbra che mi mancano ardentemente.

La tazza cade e si rompe in mille pezzi sul tappeto. Una piccola scheggia mi graffia il ginocchio e goccioline di sangue rosso vivo iniziano a percorrere il sentiero della mia gamba, che parte dalla ferita fin giù alla caviglia.

<< Oh >> è l'unica cosa che riesco a dire. Mi sento a disagio in presenza di Egon. Afferro un fazzoletto e faccio per premerlo sulla ferita, ma Egon mi afferra il polso. Mille scariche di energia mi fanno ardere il punto in cui mi ha toccata. Sembra che il legame che ci unisce qui sia ancora acceso tra di noi.
Mi lascia andare il polso e si inginocchia davanti a me. Mi mette le mani in grembo e mi fissa negli occhi. I suoi occhi neri come la pece, senza distinzione tra iride e pupilla o la parte candida della cornea, tutto è completamente nero, mi fissano e mi divorano. Mi sento inghiottita dal suo sguardo.
Abbassa la testa e mi sento ancora confusa da questo scambio di sguardi. Avvicina il suo viso alle mie gambe, mi sento immobile sotto la sua presa.
Le sue mani nelle mie e le sue labbra iniziano a baciare la mia caviglia fino ad arrivare al ginocchio. Mentre percorre il cammino non posso non bearmi del tocco delle sue labbra sul mio corpo, ho sempre desiderato poterlo risentire. Adesso che ripenso agli sguardi di prima, mi rendo conto che l'ultima volta che ci siamo fissati così a lungo eravamo a casa sua, stesi sul suo letto e facevamo l'amore. Pochi attimi dopo sono morta e una nuova vita mi accoglieva in terra, una donna mi ha messa alla luce, che lei ha rinunciato per me.
Adesso che ci penso Eden ha detto che le anime, rinascono e ci mettono al mondo. Forse mia madre è qui, sotto altre spoglie, ma è qui!

Noto uno spostamento d'aria e noto Egon di nuovo al mio fianco. Mi guardo la gamba e la ferita non c'è più, è scomparsa insieme al mio sangue. Mi volto verso di lui e noto le sue labbra macchiate di rosso.

<< Sembra che il tuo corpo siano ancora legato al mio. Ho ancora la capacità di guarirti >> dice.

Vorrei dirgli che sono sempre stata legata a lui, non solo in Paradiso, ma in qualsiasi altro mondo. Sento che Egon ed io siamo anime affini, ci completiamo e ci richiamiamo a vicenda. Sento che questa stanza ci sta unendo, ma siamo stati uniti anche in due mondi diversi.

<< A volte >> interrompo il silenzio << Ho sognato questo posto >> spiego << È come se fossi sempre stata qui presente. Ho sognato te mentre eri negli Inferi, c'era anche Dena e cercava di farti ragionare. Non riuscivo a sentire le cose, ma potevo vederle. La notte era un modo per ritornare qui, come se la tua anima mi chiamasse e volesse che io vegliassi su di te e tutti loro >> guardo Egon e lo sento irrigidirsi. Forse è vero, questa scena di vita che gli ho raccontato è davvero accaduta.

<< Sei sempre stata qui >> afferma << Non ci hai mai lasciato. Ho sempre avuto la sensazione di averti vicina. Di poter sentire il tuo calore emanato in qualche punto della mia casa. Era come una presenza costante, senza che io potessi vedere, ma soltanto percepire >> dice << Quando l'ho detto ad Eden e gli altri, mi hanno preso per pazzo. Credevano che io stessi impazzendo. E io ho dato loro ragione, eri morta da circa 18 o 19 anni. È stato lì che ho deciso di dover avere un contatto con te, ho fatto in modo che il ciondolo ti arrivasse insieme al mio messaggio >> conclude.

Annuisco.

<< Ti ricordi cosa ti ho detto a casa tua, Eva ? >> il suo corpo è teso verso di me. I nostri sguardi si confondo, come la prima volta che ci siamo visti quando la barriera magica mi ha respinta. La distanza che c'è tra di noi diminuisce sempre di più. Il mio corpo freme per la sua vicinanza, i nostri nasi si sfiorano e i nostri respiri ci solleticano le labbra.

<< Ricordi ? >> sussurra e impercettibilmente, quasi in modo sfuggente, qualche millesima parte delle nostre labbra si è toccata.

Mi manca il respiro, credo che non resisterò molto senza poterlo toccare.

<< Sì >> un altro piccolo tocco.
<< Dillo >> eccone un altro. Il mio cervello sta per lasciarmi. Appoggio le mani sulle sue spalle, le percorro fino ad allacciarle dietro al suo collo.
<< Mi hai detto "Ti amo" >> lui sorride << e anche io >> finalmente le nostre labbra si toccano. Una strana luce invade l'aria fino a scoppiare ed espandersi.

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