Capitolo 4
<< Su forza si sbrighi! >> la voce di Eric rimbomba nelle mie orecchie.
<< Stiamo correndo più che possiamo. Ha avvertito i familiari della ragazza? >> un'altra voce, che non conosco, si mischia con quella di Eric.
Oh Eric!
La mia mente sembra lucida, anche se il mio corpo è indolenzito. Le palpebre dei miei occhi sembrano essere troppo pesanti per poterle sollevare.
<< Certo! >> esclama Eric. Un frastuono sussegue la sua voce e poi il mio corpo si muove, ma non sono io a comandarlo. Viene trascinato su una barella.
<< Io ti ammazzo! >> Elliot!.
Adesso è il momento di aprire gli occhi, devo farlo. Devo evitare che Elliot uccida Eric ma poi tutto torna alla mia mente. La telefonata, il tradimento, il bambino in arrivo e ... la macchina che mi investe.
Dovrei lasciare che mio fratello lo uccida, che lo torturi come lui ha torturato me, anche se per poco tempo, prima che la macchina mi investisse.
Sento le urla di Meredith, che cerca di chiamare il marito ma inutilmente. Mio padre cerca di far ragione Elliot e, al pensiero che i due possano litigare, apro di scatto gli occhi.
Le mura bianche mi circondano, la luce mi invade. Socchiudo gli occhi per la troppa luminosità. Le voci mi arrivano ovattate, la vista è offuscata ma riesco a vedere mio fratello e mio padre che si abbracciano, mentre Eric è in un angolo con in mano una scatoletta. Se la rigira e rigira.
<< Non volevo che finisse così >> sta piangendo ...? << Sarebbe dovuta essere una serata speciale >> si asciuga le lacrime con il dorso della mano << Le avrei chiesto di sposarmi >> e dopo queste parole sembra che gli occhi vogliano cedere per la stanchezza, anche se non sono stanca ma arrabbiata con il mondo, ma soprattutto con me stessa.
Chiudo gli occhi e la mia mente sembra elaborare vari ricordi, come se stessi vivendo gli ultimi attimi della mia vita.
<< James è inutile che bussi >> lo rimprovero << Non uscirò con questo stupido vestito>> mi lamento.
È il ballo di inizio anno, siamo al primo anno e, come mia sfortuna, nessuno mi ha invitato per il mio stupido apparecchio. Inoltre mio padre ha sbagliato a prendere vestito e, invece di un abito corto e azzurro cielo, mi sono ritrovata con uno lungo e a fiori rossi. Orrendo!
<< Non ci vengo! >> dico << Non dovresti andare da Ashley? >> gli chiedo vedendolo entrare nel mio bagno. Sono seduta sulla tazza del bagno, le lacrime mi hanno fatto colare il mascara e la carta igienica, che ho usato per asciugarmi il naso, mi ha irritato la pelle del viso.
Si siede a terra davanti a me costringendomi a guardarlo.
<< Non devi fare così >> mi accarezza il viso << Non mi importa di lei >> afferma.
<< Dovrebbe invece >> lo canzono << Siamo al primo anno e tu hai avuto un invito al ballo dal capo cheerleader in persona. Sarai popolare! Io invece non ho avuto nessun invito, ho provato a chiederlo a Marcus, il secchione del corso di scienze con l'alito pessimo, ma mi ha rifiutato! >> mi copro il viso imbarazzata << Capisci anche lui?! >> sbotto << Non dovresti frequentare gente come me se non vuoi ... >> mi interrompe.
<< Adesso basta! >> esclama << Ora tu ti alzi, ti dai una ripulita e ti rifai il trucco >> scuoto la testa negando << Allora ti trucco io >> afferma.
<<No! >> lo fermo prima che possa prendere i miei trucchi << L'hai fatto una volta e sappiamo entrambi come è andata >> gli ricordo che ebbi un irritazione all'occhio perchè sfregò troppo la matita per le labbra sulla parte sensibile dell'occhio. Avevo gli occhi a palla!
Ride.
Mi alzo e mi posiziono davanti allo specchio, gli faccio un sorriso rassicurante, ma falso, per farlo uscire.
<< Eva >> mi richiama << Voglio dirti che tu sei speciale. Non pensare vivamente che io mi allontanerò da te. Tu sei tutto quello che ho >> se ne va chiudendo la porta dietro di se. In quel preciso istante ho capito che io avrei voluto una persona come lui e lì mi sono innamorata dell'idea di me e James insieme.
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<< Sì James sono arrivata >> gli dico al telefono mentendogli perché sono ancora in casa cercando di mettermi le calze.
<< Perché gli menti sempre? >> chiede mio fratello indignato entrando nella mia camera << Perché sei ancora in mutande? >>.
<< Perché non ti fai i caz... >>
<< Ah che ragazza volgare >> interrompe la mia frase di prima << Devo fare due chiacchiere con James. Ho paura che tu possa contagiarlo con la tua volgarità >> alzo gli occhi al cielo.
Il cellulare squilla di nuovo.
<< James ho quasi ... >>
<< Sono andato via >> sbotta arrabbiato.
Quel giorno restai a casa e non andai a scuola, non avevo il coraggio di vedere James. Non avevamo mai litigato e credevo che si fosse stufato di me, ma non fu così. La sera lo trovai mentre si stava arrampicando sull'albero vicino la mia finestra, come sua abitudine cadde sul pavimento della mia stanza con un balzo.
<< Che ci fai qui? >> sbotto incrociando le braccia.
<< Volevo vederti perché non rispondi alle mie chiamate e non so perchè, anche se dovrei essere io quello arrabbiato>> dice infilando le mani in tasca per l'imbarazzo.
Lo abbraccio di istinto e lui mi circonda il corpo con le sue braccia irradiandomi calore.
<< Oggi ho conosciuto una ragazza >> ed ecco che sento mancarmi il respiro << si chiama Beth e credo di essermi innamorato >>. Il mio cuore si è rotto in mille pezzi.
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Apro gli occhi, vedo tutto in bianco e nero. Un viso mi scruta con un sorriso stampato in volto.
<< Come la chiamiamo? >> mi guardano, noto mio padre sorridere alla donna che mi sostiene.
<< Eva >> quella voce non l'ho mai sentita. Non la ricordavo. Guardo la donna e mi somiglia tanto. Lei è mia madre! Non l'ho mai vista, perché mio padre nasconde le sue foto, ma il suo viso mi è familiare ... mi ricorda qualcuno.
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<< Devi essere forte >> una voce richiama i miei pensieri. Sono immersa nel buio << forte! >> ripete intensamente. Quella voce la conosco.
James!
<< Dove sei James?! >> sbotto urlando. Ho paura.
<< Eva devi essere forte hai capito?! >> delle mani mi scuoto per le spalle, il viso di James violaceo e macchiato di sangue mi si piazza davanti.
<< James ... >> mormoro cercando di sfiorarlo.
<< Non devi mollare >> mi rimprovera << Ti aiuteranno>> non sto capendo ... << Promettimi che proverai a tornare da Elliot e tuo padre. Loro hanno bisogno di te >> mi fa cenno con la testa di guardare in una specifica direzione.
<< Oh >> mi corpo la bocca con le mani. Vedo mio fratello prendere a pugni un muro dell'ospedale, mio padre guarda il letto in cui il mio corpo è disteso. Tanti medici mi circondano.
<< Cosa sta succedendo? >> chiedo allarmata.
<< Stanno cercando di rianimarti >> mi spiega James mentre tossisce.
Guardo la sua mano, con cui ha coperto la sua bocca poco fa mentre tossiva, coperta di sangue.
<< James dobbiamo chiedere aiuto! >> esclamo. Lui scuote la testa.
<< Per me è troppo tardi>> mi sorride amorevolmente. Mi afferra per le spalle e mi obbliga a guardarlo << Ma non per te >>. Un ronzio mi fa esplodere le orecchie, il mio battito sembra cessare e il macchinario a cui sono collegata, allarma tutti coloro che mi circondano nella sala operatoria.
Sto morendo?!
Non voglio morire. Mi volto per cercare aiuto a James, ma lui non c'è.
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<< JAMES!! >> urlo aprendo di colpo gli occhi. Mi guardo le mani e le gambe distese a terra. Non sono in ospedale. Non sono a casa. Allora dove sono?
Mi alzo da terra strofinando le mani sui miei jeans per togliere la polvere e il terreno.
Mi guardo intorno e tutto sembra così maledettamente uguale. Alzo la testa e vedo persone svolazzare con le proprie ali. Inizio a camminare uscendo dal boschetto in cui mi sono svegliata. Mi guardo intorno.
Sì, sono di nuovo a casa ... ma questa volta in quella vera.
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